Cambiamenti. (17-038)
(13/03/17)
Anche se i vecchi non
amano i cambiamenti, la vecchiaia protrebbe proprio essere l'età dei
cambiamenti più grandi.
Perchè non c'è più
nulla da perdere.
Oppure perchè si è
rimasti così a lungo in un convincimento (o in una abitudine) che ce
ne si può stancare.
Nella mia vita per molto
tempo sono stato guardingo nello spendere il denaro.
Giungendo alla vecchiaia,
ho cominciato a spaventarmi all'idea che nei prossimi anni le mie
disponibilità economiche si assottiglieranno. Costringendomi in una
condizione di penuria (non di miseria: noi occidentali anche quando
siamo “poveri”, siamo sempre più ricchi del resto del mondo).
Negli ultimi tempi la
cosa non mi spaventa più. Spendo volentieri per i nipoti quelle
poche risorse che mi sono rimaste. Anche perchè, riducendosi il
tempo che mi resta da vivere, non è detto che giunga a spendere quei
denari (pochi).
Registro un cambiamento,
dunque, di valutazione interiore.
E non da poco, dato che
il timore di spendere nasceva da strutture profonde della mia
personalità.
Sembra quasi che nella
terza età si possano sanare magagne psicologiche che ci hanno
tormentato per una vita intera.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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