30 novembre 2014

Autonomie (14-228)

Autonomie. (14-228)
In tram ho colto queste frasi fra due vecchi.
"Vado a casa a preparar da mangiare. Da quando mia moglie si è ammalata, lo faccio io. Non sapevo far niente e ho imparato."
L'altro ha replicato: "Anche il tal conoscente, da quando è rimasto vedovo si è messo ai fornelli."
Ancora il primo: "Pensa che l'altro giorno è venuto a mangiare da me mio nipote, perchè la scuola finiva prima. Gli ho fatto spaghetti aglio olio e peperoncino. Ci siamo leccati i baffi!"

Quando il coniuge manca o si indebolisce, non val più la consueta divisione dei lavori fra marito e moglie. Chi resta fa tutto. Impara ciò che non aveva mai fatto.
È un passo avanti nella crescita, nel rendersi autonomo nelle necessità della vita quotidiana.
Pur nel dolore di una perdita, va colto questo aspetto di evoluzione.
Aumenta l'autonomia, si diventa autosufficienti. Si bada interamente a se stessi.
Proprio a pochi anni dalla fine ci si completa.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

27 novembre 2014

Quello che conosciamo (14-227)

Quello che conosciamo. (14-227)
Conosco un gruppetto di adolescenti. Hanno 16-18 anni.
Poichè sanno della mia passione per le scienze, talvolta mi chiedono qualcosa.
Ieri uno di loro mi ha fatto una domanda impegnativa, che riguardava la fisica quantistica. 
Non ho saputo rispondere in modo esauriente: io non sono esperto della materia ed era una domanda imprecisa.
Però sono stato felice della domanda.
Mi ha permesso comunque di ribadire la necessità di studiare, per poter affrontare temi tanto complessi. Mi ha permesso di ampliare la risposta fino a includere altri esperimenti suggestivi.
E di suggerire qualche lettura di approfondimento. 
Anzi di prestare uno dei miei libri in materia.

Quando un vecchio incontra dei giovani che fanno domande (sulla vita, sul sapere), il vecchio è felice, se può rispondere, inquadrare, indirizzare. Perchè mette la sua vita, le sue conoscenze a disposizione di nuove generazioni. Lui può essere ancora utile al mondo futuro.
Ciò che il vecchio conosce non muore più con lui. Non muore con la sua uscita dalla vita attiva.
Può essere trasmesso ad altri.
Spesso invece i vecchi vivono il dolore di vedere che ciò che sanno muore con loro.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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26 novembre 2014

Cibo ostile (14-226)

Cibo ostile. (14-226)
Forse ha ragione mia figliastra quando dice (per scherzo) che sto diventando affetto da una sindrome psichiatrica. Non ne ricordo bene il nome (ortoressia?), ma ha a che fare con la mania per il cibo.
In questi anni, complice qualche disturbo fisico, ho adottato diete sempre più restrittive.
In questo modo ho risolto alcune magagne. E così sto molto attento a quel che mangio.
Piano piano mi si è insinuata nella mente l'idea che il cibo sia ostile.
Grande contraddizione, visto che dobbiamo mangiare tutti i giorni. Eppure ...
Idee ancora confuse, in elaborazione.

Sicuramente le reazioni chimiche che avvengono nell'organismo e nelle cellule per demolire e poi sfruttare l'energia del cibo hanno effetti collaterali negativi: la formazione di radicali liberi.
È plausibile che tale formazione sia maggiore se il cibo che mangiamo è concentrato, come la carne (di sicuro) e carboidrati concentrati (cereali). L'organismo è sì provvisto di difese contro i radicali liberi, ma se questi sono troppo numerosi e se le difese si indeboliscono a causa dell'età, la partita è persa.
Allora come difendersi? 
Attraverso il cibo vegetale, che contiene sostanze anti-radicali (i cosiddetti anti-ossidanti). 
Ma anche i vegetali non devono essere troppo concentrati (come appunto cereali, patate, legumi). Se si mangiano invece vegetali-vegetali, come verdura (e frutta), la percentuale di acqua è molto alta e la quantità di nutrienti, che entra con ogni boccone, è bassa e dunque meno pericolosa.
E poi bisogna mangiare variato, per non produrre lo stesso tipo di radicali per tempi lunghi.
E ancora bisogna mangiare poco. Cosa molto difficile per noi vecchi. 
Vale la pena ricordare però il famoso esperimento di Clive McCay che prolungò le vite di un gruppo di cavie somministrando loro il 70% in meno del cibo che avrebbero mangiato normalmente.

Il cibo ci è nemico.
Il cibo uccide.

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25 novembre 2014

Il nipote nuovo (14-225)

Il nipote nuovo. (14-225)
Due settimane fa mi è nato un nuovo nipote, figlio di mio figlio.
Un nipote ha molti significati, per un nonno. Alcuni li ho già scritti (vedi 14-214). Altri mi son venuti in mente dopo.
Un nipote è una nuova presenza nella mia vita.
(Piano, non è così banale.)
Ciò significa che un nuovo individuo sarà presente nei miei giorni, fino alla fine della mia vita.
Una relazione in più, in un'età in cui nuovi amici è difficile farne. Tanto meno nuovi amori. Mancano curiosità, interesse, stimoli.
Ad onta di tutto ciò, il nuovo nipote ti viene scodellato gratis. Non devi far nulla per averlo. 
Ci hanno pensato altri.
Di più.
Si tratta di una relazione molto particolare. È un individuo che vedi letteralmente formarsi. 
Ne sei spettatore giorno per giorno.
Un individuo che vedi crescere.
Molto più di un amico, dunque.
Molto più di un amore.
Un nipote è per sempre.

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24 novembre 2014

Prostata (14-224)

Prostata. (14-224)
Sono sul punto di cedere ai farmaci chimici. L'altra notte mi sono spaventato, perchè, alzatomi sotto lo stimolo di urinare, non ci sono quasi riuscito. È uscito solo un sottile filo di urina che si è fermato presto, lasciandomi con la necessità di urinare, ma anche con l'incapacità di farlo. Fortuna che i giorni successivi e soprattutto durante le ore diurne, urino senza difficoltà. È la notte che ho problemi. Non ho capito il perchè.
Non c'è dubbio che nell'ultimo anno sono peggiorato. Di notte mi alzo regolarmente tre volte, mentre prima mi alzavo solo due. Anche il PSA è cresciuto passando da 2,5 a 3. Valori non preoccupanti, ma comunque in crescita. Cerco di tamponare la situazione con la radice di ortica, ma ho preso in seria considerazione l'uso di farmaci.
Sono ormai sette anni che combatto con la mia prostata, che si sta ingrossando. Non ho mai assunto i farmaci che ogni due anni l'urologo mi prescriveva. Quindi mi sono risparmiato sette anni di assunzione continua di farmaci. Ma sono peggiorato (per altro non so se con i farmaci sarei migliorato).

Che cosa vuole dirmi la mia prostata?
Sicuramente che sto per essere sconfitto. La mia determinazione a occuparmi in modo massiccio del lato fisico della vecchiaia sta dimostrandosi vana. Non posso continuare a mantenere il corpo che avevo dieci anni fa. Il corpo cede.
Qualcuno ha scritto (forse J. Hillman) che quando si arriva alla vecchiaia, per prima cosa si desidera vivere ancora a lungo. È quello che ho fatto io.
L'importanza che do al corpo è nella sostanza un rifiuto della fine, inevitabile.


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23 novembre 2014

Cani e anziani (14-223)

Cani e anziani. (14-223)
I miei due cani sono vecchi. Sono entrati nella vecchiaia esattamente quando vi sono entrato io, due-tre anni fa. Ma la vita dei cani è molto più breve di quella degli umani. Così in due anni hanno fatta molta strada nella vecchiaia, molta più di me.
È come se mi avessero anticipato di dieci anni.
È come vedere un film accelerato della mia vita futura.

Ricordo che tre anni fa il mio cane più vecchio ebbe una lite con un altro cane e ne uscì malconcio. Per mesi ha camminato in modo dolorante. Soprattutto, saliva le scale gradino per gradino, invece che di corsa, come faceva prima. Perchè il danno più grave l'aveva avuto alle gambe posteriori.
Riprese a correre, ma rimase l'abitudine di salire le scale lentamente, passo dopo passo.
Tipico degli anziani: per un qualche incidente sono costretti a limitare un movimento, poi anche quando sono guariti non lo riprendono più.
Un pò per emulazione, molto per l'aumento degli anni, anche la mia seconda cagna, invecchiata poco dopo, ha cominciato a salire le scale gradino per gradino.

La loro vecchiaia non si limita a fatti fisici. Da alcuni mesi il mio cane, quando andiamo al parco, perde contatto col nostro gruppetto. Prende un altro percorso e poi non ci trova più. La prima volta se n'è addirittura tornato a casa da solo, pensando forse che l'avessimo lasciato. Invece eravamo ancora al parco. Era lui che non era rimasto in contatto.
Anche la cagna, da qualche tempo, non riesce più ad anticipare il momento del pasto con mugolii e scodinzolii.
È anche peggio. Mi metto a preparare il pasto e lei non viene. Distribuisco le ciotole e lei niente. Devo addirittura andarla a chiamare, mentre gli altri due cani stanno già mangiando.

Vedo nei cani il progredire della mia vecchiaia. E lo vedo mese per mese, mentre per me la vecchiaia è più diluita nel tempo. Non faccio in tempo ad accorgermi di certe perdite, perchè avvengono lentamente, ci vogliono anni.
Così il cambiamento mi sfugge.
Fortuna che ci sono i cani.

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21 novembre 2014

Non ci sono riuscito (14-222)

Non ci sono riuscito. (14-222)
La mia vicina del primo piano si è chiusa fuori dall'abitazione senza le chiavi. Fortuna che la porta della cucina che dà sul terrazzo era aperta e che il terrazzo stesso è poco elevato dal suolo del giardino.
Passavo di là e mi ha chiesto aiuto, una scala per salire sul terrazzo. Trovata la scala l'ho aperta e sono salito sul gradino più alto. Ero a livello del terrazzo, ma leggermente più in basso. Ho provato a salire un pò più in alto, ma ero in posizione precaria. Bisognava darsi uno slancio e portare un piede sulla protezione del poggiolo.
Non me la sono sentita. Sono disceso.
La signora non ha neppure provato a salire sulla scala, ma aveva un'ospite giovane, una donna sulla trentina. È salita lei e con grazia ha scavalcato la recinzione, facendo quello che io non mi ero sentito di fare.
"La gioventù conta" è stato il commento della mia vicina.

Ho pensato a quando ero giovane e in una situazione simile ero passato da un terrazzo a uno adiacente, sporgendomi nel vuoto (ed ero al secondo piano). Ora invece ...
Non mi sono sentito sminuito per questa nuova incapacità, anche se qualche camminata in montagna la so fare e dunque ho esperienza di situazioni relativamente difficili.
Mi è parso normale che, essendo vecchio, questa cosa non potevo farla, se non a rischio di caduta.
Evidentemente mi sono finalmente calato nel mio esser vecchio.
Alcune cose non posso più farle.
E me ne sono fatta una ragione.

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20 novembre 2014

Vecchi soli (14-221)

Vecchi soli. (14-221)
Stringe il cuore vedere un vecchio che vive solo.
Eppure questa è la condizione della vecchiaia.
I figli hanno la loro famiglia, il coniuge muore, il vecchio resta solo.
Resta solo nella fase della vita più difficile.
Quella della tarda vecchiaia.
Resta solo anche perchè una parte dei conoscenti è già morta.
E poi il vecchio (o la vecchia) si muove meno. Incontra meno gente. Ha meno energia, ha meno motivazioni, meno interessi.
Meno autonomia.
Sono più spesso le vecchie che restano sole. Ma loro se la cavano meglio. Per esempio sono ancora in grado di erogare servizi alle famiglie dei figli.

La solitudine è funzionale alla vecchiaia. Bilanci, riflessioni sulla propria vita passata. 
Sarebbe un tempo speso bene.
Se il vecchio fosse incline alla riflessione. Più spesso, non ama la solitudine.
Cerca compagnia.
I giovani che lo circondano a volte aderiscono alla sua richiesta. Gli fanno compagnia. 
Quegli incontri pietosi fra giovani e vecchi, in cui nessuno ricava niente.
La solitudine invece sarebbe utile.


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19 novembre 2014

Questo diario (14-220)

Questo diario. (14-220)
Mi è stato detto: "Perchè nel tuo diario non scrivi di libri sulla vecchiaia? O di idee di altri?"
E anche: "Sei monotono, depressivo. Ti occupi troppo del lato materiale della vecchiaia."

Il mio intento è quello di scrivere solo di ciò che mi passa per la mente.
Senza inventarmi altro. Voglio scrivere i miei pensieri. Senza abbellirli.
Scrivo per quello che sono.
Non voglio sembrare migliore, nè fare l'intellettuale.
E poi scrivo per me.
Se qualcuno legge ciò che scrivo (come in realtà accade), ne sono contento solo se può essere utile.
Scrivo per verificare come cambia il mio pensiero, mentre mi inoltro sempre più nella vecchiaia (ho ormai settant'anni).
Se aiuta qualcun'altro a riflettere sulla propria vecchiaia, ne sono contento.
Se qualcuno mi scrive e racconta la sua esperienza, ne sono felice.

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18 novembre 2014

Giorgio Albertazzi (14-219)

Giorgio Albertazzi. (14-219)
Grande attore italiano. Novantenne.
Perfettamente lucido, calca ancora le scene.
L'ho sentito in un'intervista. Sul teatro e sulla sua vita.
Poi la domanda: "Ha paura della morte?"
Risposta senza incertezze: "No. Anzi, ne sono curioso. La morte è l'unico assoluto della vita. Tutto il resto è relativo. La morte no."
Un altro modo per attendere la morte. Completamente originale.
Si può attenderla con paura, oppure con disinteresse.
O con curiosità, come se fosse un importante evento, al quale partecipare con pienezza.
È un totale stravolgimento di prospettiva. Può valere anche per altri?
È un invito a vivere la morte.
Mi ha ricordato un'intervista ad Anna Marchesini, altra grande attrice italiana.
Anche lei si diceva interessata alla morte. A causa del suo grande amore per tutto quello che è vita, era curiosa anche  della sua fine.

Grandi persone, prossime alla fine, che ci lasciano la loro testimonanza.
Di questo abbiamo bisogno, noi vecchi.

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14 novembre 2014

Padrona e cagnetta (14-218)

Padrona e cagnetta. (14-218)
Una vecchia signora di ottantasette anni. Ancora autonoma e in discreta salute.
La vedevo girare per il quartiere con Giuditta, la sua inseparabile bassotta nana. Alcuni anni fa restò vittima di un tentativo di scippo. Miracolo: la cagnetta, col suo latrare furioso, mise in fuga lo scippatore.
La settimana scorsa la signora subì un altro tentativo di rapina: un individuo la prese per il bavero probabilmente con l'intenzione di strapparle la collana (che del resto lei prudentemente non portava mai).
La signora si mise a urlare, la cagnetta a latrare. L'aggressore fuggì.
Ancora una volta la cagnetta difese la sua padrona.
Ma dopo alcuni giorni la signora è morta.
Sicuramente come conseguenza dell'aggressione subita.

L'equilibrio dei molto anziani è precario.
Basta poco per spezzarlo.
Nonostante Giuditta.

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13 novembre 2014

Quasi truffa (14-217)

Quasi truffa. (14-217)
Succede. 
Il mio vicino di casa, quasi novantenne, ha ricevuto la visita a casa di una coppia di sedicenti tecnici del gas. Usando trucchi del mestiere, gli hanno proposto di cambiare fornitore del gas domestico. Chiacchierando, l'hanno indotto a cambiare e il vicino ha firmato un nuovo contratto.
Senza esserne pienamente convinto.
La moglie, che ha assistito all'incontro, si è perfettamente resa conto che il nuovo contratto non era convincente. Ma non è riuscita a impedirne la firma da parte del marito.
Poco male.
Non si trattava di una truffa, ma di una forzatura della volontà dell'anziano.
Il danno probabilmente non c'è.
Ma il fatto è sintomatico della diminuita capacità di comprensione degli anziani, di fronte a situazioni inaspettate.
Della diminuita capacità di imporre la propria volontà.
Della diminuita capacità di gestire situazioni problematiche.
Debolezze della vecchiaia.

I molto anziani non possono vivere da soli.
A partire da quando?

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10 novembre 2014

Gli altri vedono (14-216)

Gli altri vedono. (14-216)
In auto. Mia moglie mi dice: "Perchè vai così piano?"
Risposta: "Perchè piove, è quasi buio e non ci vedo molto."
A casa. Sempre mia moglie: "Che cos'hai, oggi? Mi sembri assente."
Mia risposta: "Sono stanco. Ieri e l'altro ieri ho lavorato molto. Non mi sono ancora ripreso."
Al lavoro, la segretaria: "Non ha una bella cera. Non sta bene?"
"No, la giornata è stata impegnativa. Sono semplicemente stanco."
Cose che capitano.
Quando capitano spesso, c'è da rifletterci.
Capitano più frequentemente da quando sono entrato nella vecchiaia.
Prima mi stupisco. Talvolta mi irrito, soprattutto a casa.
Dopo subentra la presa di coscienza: è evidente che perdo colpi.
E gli altri se ne accorgono.
Fortuna che ci sono gli altri. 
Ti tengono aggiornato sulla tua parabola discendente.
Altrimenti tenderemmo a credere di essere immortali.
Di essere come quando avevamo quarant'anni.

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09 novembre 2014

L'automobile (14-215)

L'automobile. (14-215)
Talvolta per strada si ode un'auto fuori giri. Troppo accelerata per la sua bassa velocità.
Se si guarda al guidatore, è quasi sempre un anziano.
Con l'età si perde sensibilità nell'udito. Non ci si accorge se l'auto è rumorosa.
E si perde sensibilità nel piede che preme l'acceleratore.
Alcuni mesi fa ho cambiato l'automobile. Ho impiegato tempo ad abituarmi alla nuova auto. Per esempio la visione posteriore, quando faccio retromarcia, mi sembra ancora angusta.
Anche l'acceleratore è diverso. Così nei primi tempi mi capitava spesso che il motore si spegnesse. Per evitare ciò, quando parto, premo l'acceleratore di più del necessario.
Risultato: chi mi sente da fuori sente un'auto sopra i giri-motore necessari per muoverla.
Sono come gli altri.
Noi vecchi siamo tutti uguali.

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07 novembre 2014

In buone mani (14-214)

In buone mani. (14-214)
E' nato mio nipote.
Sentimenti sconosciuti.
Mi sento inserito in un fiume di vita, anche se la mia sta per finire.
Mi sento proiettato nel futuro, anche se il mio orizzonte temporale è limitato.
Ma c'è di più.
Ho visto mio figlio come padre. Non è più quell'essere bisognoso di protezione.
È lui che dà protezione.
Ho cessato un modo d'essere. La responsabilità del mondo non è più mia.
La responsabilità del mondo è passata in altre mani.
La cosa che mi dà gioia è che mio nipote sia in buone mani.
In ottime mani.

Potrei anche andarmene.

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02 novembre 2014

Anche Eduardo (14-213)

Anche Eduardo. (14-213)
Ho seguito un programma televisivo, in memoria di Eduardo De Filippo (grande attore e commediografo italiano, morto trent'anni fa).
In una sua intervista, da anziano, ha detto: "I vecchi devono imparare a eliminare."
Mi ha fatto piacere sentirlo dire da Eduardo. 
È quello che ho scoperto anch'io in quest'ultimo anno, tanto da ripromettermi di farlo diventare un esercizio quotidiano: eliminare ogni giorno qualcosa di ciò che posseggo (e non solo). Per contrastare la tendenza ad accaparrarsi di tutto, tipica degli uomini e spesso dei vecchi.
Mi era già capitato qualche tempo fa a proposito di un'altra mia idea, quella di suddividere la vecchiaia in tre fasi distinte. Lo lessi successivamente in un testo sulla vecchiaia. Tale e quale alla mia scansione in tre fasi.
Si può dire che sono in buona compagnia. Potrei vantarmi di essere un pensatore originale.
Ma non credo di essere più dotato degli altri anziani.
Le idee sulla vecchiaia ce l'abbiamo già in mente, tutti noi vecchi.
Basta che osserviamo la nostra vita. Basta che riflettiamo un pò.
Ed esce tutto, proprio tutto, dai nostri pensieri.
La vecchiaia è un patrimonio comune.

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01 novembre 2014

Anche questo (14-212)

Anche questo. (14-212)
In farmacia c'era la coda. Dietro di me entra una vecchia signora, col bastone. Corpo indebolito. Vivace lo spirito.
Chiacchiera con altri clienti. Seguo qualche frase.
"Ho novantadue anni. Un figlio mi è già morto. L'altro è messo male. La morte si prende i più giovani, invece dei vecchi come me."

Una vita lunga presenta delle sorprese dolorose, come questa.
Non si realizza più l'augurio cinese che recita:
"Auguro che nella tua famiglia prima muoia il nonno, poi il padre e infine il figlio."
Se si vive molto a lungo può darsi che un figlio muoia prima.
Un evento inaspettato, perchè è il più vecchio che si aspetta di morire.
Un evento molto doloroso, sempre.
Mi figuro che da molto vecchi lo sia un pò meno, perchè l'indebolimento di tutte le capacità porta anche a provare sentimenti meno intensi.
Ma forse è un'idea sbagliata.
Se si vive a lungo, succede anche questo.
Una vita lunga ci riserva più dolore. 

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