Non ci sono riuscito.
(14-222)
La mia vicina del primo
piano si è chiusa fuori dall'abitazione senza le chiavi. Fortuna che
la porta della cucina che dà sul terrazzo era aperta e che il
terrazzo stesso è poco elevato dal suolo del giardino.
Passavo di là e mi ha
chiesto aiuto, una scala per salire sul terrazzo. Trovata la scala
l'ho aperta e sono salito sul gradino più alto. Ero a livello del
terrazzo, ma leggermente più in basso. Ho provato a salire un pò
più in alto, ma ero in posizione precaria. Bisognava darsi uno
slancio e portare un piede sulla protezione del poggiolo.
Non me la sono sentita.
Sono disceso.
La signora non ha neppure
provato a salire sulla scala, ma aveva un'ospite giovane, una donna sulla
trentina. È salita lei e con grazia ha scavalcato la recinzione,
facendo quello che io non mi ero sentito di fare.
"La gioventù conta"
è stato il commento della mia vicina.
Ho pensato a quando ero
giovane e in una situazione simile ero passato da un terrazzo a uno
adiacente, sporgendomi nel vuoto (ed ero al secondo piano). Ora invece ...
Non mi sono sentito
sminuito per questa nuova incapacità, anche se qualche camminata in
montagna la so fare e dunque ho esperienza di situazioni
relativamente difficili.
Mi è parso normale
che, essendo vecchio, questa cosa non potevo farla, se non a rischio
di caduta.
Evidentemente mi sono
finalmente calato nel mio esser vecchio.
Alcune
cose non posso più farle.
E me ne sono fatta una
ragione.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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