31 ottobre 2020

L'età in più, libro di Marina Piazza (20-125)

L'età in più libro di Marina Piazza. (20-125) Ne ho già scritto (vedi 20-121). Riporto qui un altro passo a riguardo delle sudddivisioni della vecchiaia (pag. 95). "Il termine 'vecchiaia' non rappresenta un blocco compatto, ha degli scivolamenti interni: si potrebbe persino parlare di 'giovane vecchiaia' – dai 65 ai 75 – di 'media vecchiaia' – dai 75 agli 85 – di 'vecchia vecchiaia' – dopo gli 85 – . Oppure si potrebbe parlare del periodo dell'invecchiamento e del periodo della vecchiaia. È chiaro che queste differenziazioni si pongono lungo una linea di continuità in cui gli 'scivolamenti' dall'una all'altra condizione non possono essere tracciati meccanicisticamente, ma risentono fortemente delle condizioni di vita precedente, del grado di salute, della stabilità economica e di tanti altri fattori. Proprio per la molteplicità delle traiettorie di vita, credo che non si possa parlare di un unico modello e nemmeno di una situazione standard della vecchiaia, ma vadano colte piuttosto le infinite differenze, vissuti, esperienze." (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

30 ottobre 2020

Cominciano a morire i miei coetanei (20-124)

Cominciano a morire miei coetanei. (20-124) Come tutti gli anziani, anch'io guardo con interesse le locandine funebri, che, nella mia regione, si ha l'abitudine di affiggere lungo le strade, sui pali dell'illuminazione pubblica. Come è ovvio che sia, nei primi dieci anni di vecchiaia ho osservato che i nuovi defunti avevano più anni di me. Ora, dopo dieci anni, osservo che i defunti hanno, sì, più anni di me, ma cominciano ad apparire morti con i miei stessi anni o addirittura più giovani. Normale. Ma fa impressione. Anzi, no. Non mi fanno impressione, perchè il mio sentire più profondo è che la cosa non mi riguardi. Io vivrò ancora a lungo. È stupefacente questa certezza incrollabile di essere distante dalla morte anche se alcuni segnali mi indicano che invece potrebbe essere ben più vicina delle mie previsioni. Perciò mi capiterà all'improvviso. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 ottobre 2020

Gli insegnamenti del signor Silvio (20-123)

Gli insegnamenti del signor Silvio. (20-123) Ho cercato e sto ancora cercando insegnanti di vecchiaia. Uno l'ho già trovato nel sig. Romano, anziano di 87anni, che abita vicino a casa mia. Ma parlo poco con lui, per cui lezioni non ne ricevo. Un altro maestro insperato è il mio dirimpettaio di condominio. Non lo vedo, e non ci parliamo, ma mi sta insegnando molto, attraverso quel che gli sta succedendo. Ho scritto (vedi 20-114 e 116) che è caduto in casa un paio di volte. La seconda è andato in ospedale e da qui è tornato a casa. È a letto e non si muove più, mettendo in grave difficoltà la figlia e la moglie, incapaci di spostarlo, perchè è corpulento. Quando era in ospedale, la figlia gli ha proposto di essere spostato in una struttura cosiddetta intermedia, nella quale personale specializzato lo avrebbe tenuto un mese, attendendo un ricovero definitivo in casa di riposo. Ha nettamente rifiutato. Ha preteso di essere riportato a casa, dove non vi è alcuna attrezzatura nè personale. Apparentemente ha mostrato egoismo e nessuna comprensione per moglie e figlia. In realtà è in una fase di demenza, cioè incapacità di comprendere la situazione, incapacità di valutare e decidere. E così decide ugualmente, ma senza alcun legame con la sua situazione. Ecco ciò che succede quando si arriva a perdere l'autonomia, soprattutto in età avanzata: vengono a mancare anche le capacità mentali per far fronte ai nuovi bisogni. È necessario pensarci prima, quando si ha la comprensione dei problemi e una visione lucida del da farsi. È quanto ha fatto il mio primo insegnante di vecchiaia, il signor Romano: ha assunto una persona che si occupasse di lui quando ancora aveva piena lucidità, ma non ne aveva ancora bisogno. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 ottobre 2020

Pandemia (20-122)

Pandemia. (20-122) Qualche opinione disincantata di un vecchio sull'argomento che ormai occupa tutti i discorsi che fa la gente. Il virus c'è e si diffonde. Più ci si muove, più sono infettate altre aree, che all'inizio erano esentate dalla pandemia. La globalizzazione, termine entusiasmante per una certa economia, contribuisce alla sua diffusione, con la necessità di spostamenti ingenti di persone da un continente all'altro, al seguito (o prima) dello spostamento di merci. E il turismo, che consegue al concetto di globalità, è fonte di spostamenti, affine a quelli delle merci. Non è vero che si indebolisce col tempo. Non è vero che scompare da solo. Francamente non sappiamo come difenderci, coi mezzi usuali della medicina. I vaccini sono una pia speranza, che comunque comincerà a essere disponibile non prima di 6 mesi - un anno. Per di più non si sa se tali vaccini daranno una immunità definitiva o solo temporanea, cioè se sarà necessario continuare a vaccinarsi ogni tre mesi. L'economia, intesa come economia capitalista, ne soffrirà a dismisura: la pandemia sta togliendo l'illusione di una continua crescita del pil, cioè di consumi e di produzione di merci in continua crescita. È necessario ripensare dalle fondamenta l'intera società, basandola su principi veri e non sull'illusione che vi sia progresso soltanto perchè si consuma sempre di più. È evidente che non tutto ciò che si produce ha lo stesso valore: troppe produzioni sono inutili. Troppe merci non sono necessarie. È così peregrino pensare che la natura stia intervenendo sull'uomo perchè il suo stile di vita non è compatibile con gli equilibri del pianeta? Detto in un altro modo: come si è evoluta la società in questa prima parte del XXI secolo porta come risultato il diffondersi di virus e questi danneggiano la specie che ha modificato gli equilibri naturali. Insomma sta cambiando tutto e dobbiamo cambiare anche noi. Se vogliamo sopravvivere. Un'amica, affetta da sla e che si muove in carrozzina, mi ha detto:"Quando sono finita sulla sedia a rotelle ho diminuito la mia economia e i miei movimenti. Compro meno cose inutili e mi muovo solo per lo stretto necessario. Beh, si può vivere anche così." Se lo può lei ... (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

24 ottobre 2020

Vecchiaia al femminile (20-121)

Vecchiaia al femminile. (20-121) Fin dall'inizio di questo diario sulla vecchiaia, ho accennato ai suoi limiti, soprattutto perchè era inesorabilmente maschile. Ho percepito che la vecchiaia declinata al femminile poteva essere qualcosa di diverso. Sono giunto almeno alla conclusione che le donne invecchiano più tardi degli uomini (cinque e più anni dopo). Inutili i miei appelli a eventuali donne che leggessero il mio diario affinchè comunicassero il loro punto di vista, anche perchè francamente questo blog è letto da pochi. Ho trovato qualche risposta in un libro di Marina Piazza dal bel titolo L'età in più. Ne riporto qualche stralcio che mi sembra particolarmente significativo (pag. 95-97). "... se dovessi individuare il fil rouge di questa età direi che l'invecchiamento consiste nel passaggio dall'elaborazione di senso che nella gioventù e nella maturità è spesso venuta dall'esterno all'elaborazione di senso che è necessario venga ora dall'interno. E' forse il passaggio della vita più difficile, perchè lo sentiamo completamente nelle nostre mani. Non è facile per nessuno, ma è forse persino più difficile per le donne che per gli uomini. Perchè nella vita delle donne la relazione [...] ha assunto sempre una posizione centrale e il mettere al centro il sè, ritessere le relazioni in questa nuova posizione, e quindi ricollocarsi nel rapporto con il lavoro, con l'affettività, con le relazioni in modo diverso può comportare un lavoro aggiuntivo. [...] D'altra parte, le donne che affrontano oggi questo passaggio d'età possono essere considerate [...] più in grado di affrontare nuove esperienze e di reagire con maggior vitalità ai cambiamenti necessari all'ingresso nella vecchiaia." Riporterò altri brani di questo libro nei prossimi giorni. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

21 ottobre 2020

Dire la verità (20-120)

Dire la verità. (20-120) Ne ho già scritto. Uno o due anni fa mi ero ripromesso di dir sempre la verità negli ultimi anni di vita che mi restavano. Poi invece ho continuato col mio modo di occultare, dire mezze verità, dire il falso. Fa parte del mio carattere. Per tutta la vita ho cercato di evitare di espormi, dicendo ciò che pensavo. E anche di occultare le mie azioni, mescolando le carte. So che tutto ciò è discutibile. Ma non c'è stato nulla da fare: ho sempre optato per questa forma di comportamento, soprattutto perchè temevo conseguenze dovute alla verità spiattellata in faccia al mio interlocutore. Ma adesso? Ormai ho 75 anni: che mi può succedere di tremendo se comincio a dire ciò che penso senza veli e senza menzogne? Che mi può succedere di peggio della fine della vita che ormai è vicina? Dunque ho di nuovo scelto la nuova opzione: dire sempre ciò che penso (naturalmente con educazione, senza offendere). Ma mi ci devo impegnare, perchè i meccanismi automatici, che governano il mio modo di agire, sono sempre i primi che mi si affacciano alla mente. Dunque vigilanza e attenzione. Al limite, se mi scappa qualche menzogna faccio sempre in tempo a modificarla dicendo la verità. Una vecchiaia più o meno lunga ha il vantaggio di permettere queste scelte di cambiamento, che solo 2 anni fa non ero riuscito a fare. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

20 ottobre 2020

Alti e bassi (20-119)

Alti e bassi. (20-119) Ho intravisto l'altro giorno il mio ottantasettenne maestro di vecchiaia mentre guidava l'auto con disinvoltura. Meraviglia! Qualche mese fa, era stato colpito da un'infezione ai polmoni, non meglio definita (tumore?, polmonite trascurata?). L'avevo visto molto provato. Poi era cominciato l'isolamento dovuto al corona virus ed era rimasto chiuso in casa a lungo. In quei mesi mi aveva predetto che non sarebbe arrivato alla fine dell'anno (2020). E invece ... I molto anziani più volte sfiorano la fine della vita. E più volte si riprendono. Le risorse vitali sono straordinarie. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

19 ottobre 2020

Brava (20-118)

Brava. (20-118) Ho scritto del mio vicino vecchissimo, caduto in casa per ben due volte. A novantatre anni vive con la moglie, anch'essa di novantatre anni. In questi giorni la donna ha dovuto far fronte a varie emegenze. Non solo per le cadute del marito, bensì anche per fissare una visita dermatologica del coniuge via telefono, leggendo una ricetta scritta a mano da un medico (vedi 20-107). Ripensando a ciò che ha fatto, mi sono meravigliato e sono rimasto ammirato delle sue capacità. Anche soltanto di essere in grado di chiedere aiuto, di interloquire al telefono con centri di chiamata e con ambulanze varie. Insomma di gestire situazioni che sarebbero complicate anche per uno più giovane. Una fragile, ma grande presenza di spirito. Io che mi trovo in difficoltà talvolta in varie situazioni, sono in grado di apprezzarla: soprattutto perchè ha quasi vent'anni più di me! (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

18 ottobre 2020

Disordinato (20-117)

Disordinato. (20-117) Devo ammettere di essere disordinato. E di esserlo sempre stato. Fino a qualche anno fa riuscivo a gestire il mio disordine senza grandi danni. Mi è infatti capitato spesso di perdere qualcosa (un documento, per esempio) e dopo furiose ricerche di ritrovarlo. Più o meno sempre. Le mie capacità riuscivano a gestire il mio disordine. Ero capace di ritrovarmi anche nel disordine. Ieri ho ricevuto un'email dall'amministratore del condominio, in cui avevo la casa che ho venduto nel 2018, che mi chiedeva di controllare se avevo effettivamente pagato l'ultima rata di spese condominiali: a lui non risultava. Sono andato nel panico, perchè ho temuto di essermene dimenticato. Trattandosi di una cifra importante ho cominciato a svolgere ricerche su documenti bancari, che accertassero l'avvenuto bonifico. Altro panico, non li trovavo più. Ho cercato e ricercato: niente. Ero già rassegnato a farmene spedire copia dalla banca (ma è tutto complicato per via della pandemia). Alla fine mi è venuto in mente che il documento l'avevo infilato nella cartella delle tasse del prossimo anno, perchè allora ne avrò bisogno. Ma così non si fa! Un documento bancario va nella cartella della banca, non nelle cartelle che ne avranno bisogno in seguito! Questo è solo disordine. Non posso più permettermelo, questo disordine, da vecchio, perchè non ho più la prontezza di dieci anni fa e non trovo più niente. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

17 ottobre 2020

Un'altra caduta (20-116)

Un'altra caduta. (20-116) Il mio dirimpettaio ultranovantenne è caduto ancora sul pavimento di casa (vedi 20-114), dopo pochi giorni dall'altra volta. In questa occasione la moglie ha chiamato direttamente i soccorsi con l'autoambulanza, invece di chiedere aiuto a noi condomini. Infatti è caduto in bagno, in uno spazio ristretto, in cui è difficile un intervento di soccorso. Il personale del 118 lo ha adagiato sul letto: evidentemente non si reggeva in piedi. So che non si è più alzato dal letto, per cui nel pomeriggio una seconda ambulanza lo ha portato in ospedale. Sembra che la causa della caduta sia stata una sorta di mancamento: si è semplicemente afflosciato al suolo. Dopo qualche giorno di ricovero domani tornerà a casa. Ma non è stato possibile rimetterlo in piedi. Le forze non lo sorreggono più. Viene il momento in cui non si è più capaci nemmeno di camminare. Ci si alletta. Poco male (si fa per dire), se non fosse che in bagno bisogna pure andare. Se si è in casa di riposo, con personale specializzato, si riesce a far fronte a tale difficoltà estrema. Ma se invece si è casa propria? Soltanto con una moglie coetanea? Non è più possibile. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

08 ottobre 2020

Le pantofole (20-115)

Le pantofole. (20-115) La mia compagna dice che in casa invece di fare dei passi, io 'pattino'. Cioè dice che striscio le calzature sul pavimento, invece di alzare le gambe. Ha ragione, perchè in effetti uso le ciabatte, che non sono aderenti al piede. Poichè ormai non alzo tanto i piedi quando cammino, la parte posteriore della ciabatta continua a restare sul pavimento col risultato che i miei movimenti suonano come delle strisciate. È da tempo che mi dice che dobbiamo cambiare le calzature in casa, visto che stiamo avanzando con l'età. Sembra che la soluzione migliore sia quella di usare delle pantofole chiuse, che stanno incollate al piede come delle scarpe, invece che sfilarsi facilmente come le ciabatte. Fare questo cambiamento è prudente nella vecchiaia, perchè gli incidenti domestici per cadute sono frequenti fra gli anziani: ci si può far male o anche soltanto non si riesce più a rimettersi in piedi. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

07 ottobre 2020

La caduta del sig. Silvio (20-114)

La caduta del signor Silvio. (20-114) Stavo tornando dalla passeggiata mattutina col cane, quando sono stato richiamato con urgenza, dalla finestra, dalla mia compagna, per un'emergenza. Sono salito di corsa e ho trovato aperta la porta dell'appartamento di fronte al mio. Sono entrato e mi è stato detto che il mio vicino novantatreenne era scivolato dalla poltrona sul pavimento e non riusciva più a rialzarsi. Il mio vicino è molto anziano, ma soprattutto è corpulento. In vecchiaia è cresciuto di peso, mentre la forza muscolare è andata affievolendosi. Il risultato è che se cade a terra non riesce più a rialzarsi. Essendo molto pesante, non è possibile a una sola persona rimetterlo in piedi. Certo non ci riesce sua moglie, coetanea e minuta e neppure la signora che li aiuta in casa. Essendo arrivato io abbiamo provato in due, ma neppure a noi è stata possibile l'operazione. È accorso un altro vicino, più giovane di me e finalmente e con non poco sforzo siamo riusciti a farlo sedere sulla poltrona. Da questa lui è poi riuscito ad alzarsi e a camminare col suo 'girello'. Ci ha spiegato che seduto in poltrona stava alzandosi, ma mentre faceva questo ha avuto un giramento di testa ed è scivolato sul pavimento. Successe la stessa cosa a un mio zio quasi novantenne, che viveva solo. Scivolato per terra era rimasto là, senza possibilità di avvisare nessuno nè di chiamare aiuto, perchè le finestre erano chiuse. Soltanto riusciva ad alzare la mano e agitarla davanti alla finestra: ben poca cosa, perchè dalla strada era difficile accorgersene. Allora, fortuna volle che mio cugino passò per casa sua, suonò il campanello e non ottenendo risposta, guardò verso la camera in cui era mio zio e vide la mano. In età molto avanzata succede anche questo: se gli anziani cadono, restano per terra. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

06 ottobre 2020

La visita (20-113)

La visita. (20-113) (06/10/20) Sono andato a far visita a una mia vecchissima zia, in occasione del suo 97° compleanno. La vado a trovare un paio di volte all'anno. Me lo impongo come dovere, nei confronti di una parente che in gioventù mi ha aiutato molto e con la quale avevo comunanza di idee. Negli ultimi anni le visite si sono diradate, perchè è difficile dialogare con una persona così anziana. Comunque sono andato e le ho fatto molti auguri. Le ho chiesto se da giovane si sarebbe immaginata di vivere così a lungo. Mi ha risposto che no e che comunque è tutto un destino. Me lo ha ripetuto un paio di volte, questo concetto. L'ho interpretato come se dicesse che non possiamo farci nulla: se era destino che vivesse a lungo, questi sono gli esiti: 97 anni! Però la comunicazione è finita lì. Lei si limitava ad assentire alle osservazioni che le facevo, ai ricordi che le proponevo. Nulla di più. Pur avendo quest'età, si muove ancora, nel senso che gira attorno alla casa alcune volte al giorno: e lo fa con energia e senza sottrarsi, stimolata e aiutata dalla badante. La cosa che colpisce di più è che riesce ancora a fare le due rampe di scale per andare in bagno, o per andare a letto, più volte al giorno. Nonostante l'età e senza sostegni sale e scende le scale autonomamente (naturalmente seguita dalla signora che l'assiste, ma non sorretta). Alcuni anni fa si era rotta il femore e suo figlio le aveva fatto istallare un montascale. Probabilmente l'aveva usato per qualche mese. Ma da tempo ho notato che non c'è più all'inizio della scala: passato il tempo della convalescenza, aveva ripreso a salire in autonomia. Eh sì, la cosa che mi colpisce di più in lei, così vegliarda, è proprio l'assenza di comunicazione. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )