30 aprile 2019

Resoconto del bimestre (19-052)

Resoconto del bimestre. (19-052)
Questo bimestre ho provato a classificare la trentina di pagine di questo diario, in quattro o cinque categorie: segnali di vecchiaia, caratteristiche della vecchiaia, la morte e il finire, malattie tipiche, cibo (19-049). Tutte le pagine sono entrare in queste classi.
Sui segnali di vecchiaia, sono tornato su temi già trattati, come perdita di sicurezza (19-029), invecchiamento psicologico (19-036), stanchezza fisica (19-037), entusiasmo che scema (-038), perdita di attenzione (-042), perdita di autonomia (-048), nessuna voglia di viaggiare (-050). Ma è emerso anche un nuovo elemento: la perdita di denti (-027), come segnale inquivocabile dell'avanzare della vecchiaia.
Altra classe è quella delle caratteristiche della terza età: il suo procedere in modo non lineare, a salti (-029), le diverse tipologie possibili (-043), il suo inizio a 75 anni secondo la nuova geriatria (-047), l'esperienza di una lunga vita (-051), che significa perdere autonomia (-048). Una novità: l'ultima età della vita ha bisogno di movimento, molto più di quanto pensassi (-045), a causa della perdita di massa magra.
Sulla morte e il finire ho scritto 5 pagine: anche a 70 anni la morte è molto vicina (-031), in realtà la morte ci sfugge (-032), segnali che si è prossimi alla fine (-034, -035), mancanza di una cultura del finire (-039) nella nostra società (occidentale).
Infine ho scritto più volte su una patologia che colpisce soprattutto i vecchi maschi: l'aumento di volume della prostata, con alcuni aspetti nuovi: vedi 19-033, -040, -041, -046.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 aprile 2019

Sprovveduti (19-051)

Sprovveduti. (19-051)
In alcune civiltà primitive, gli anziani godono di prestigio.
Si apprezza la loro saggezza.
Che non è nient'altro che la traduzione di "lungo tempo vissuto", di "vasta esperienza". Insomma ai vecchi viene riconosciuto un "di più" che è utile all'intera società.
Invece nella nostra società tutto ciò non si riconosce. Vecchi e generazione di mezzo e talvolta anche i giovani adulti sono sullo stesso piano. Non viene percepita la differenza fra chi ha vissuto 70 anni e chi ne ha vissuti solo 40 o 50.
Eppure la cosa è ragionevole: più anni, più conoscenza.
Non lo dico perchè io soffra per questo mancato riconoscimento. Piuttosto perchè talvolta vedo che la generazione di mezzo è come sprovveduta.
Manca di nozioni minime di base, su molti aspetti della vita.
Ciò che per un anziano è ovvio, per un giovane è nuovo.
E ciò salta agli occhi.
Ai vecchi, però. I giovani non se ne accorgono.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 aprile 2019

Spostarsi (19-050)

Spostarsi. (19-050)
Per le vacanze di Pasqua, mio figlio è andato qualche giorno in Slovenia, uno stato europeo che confina con la regione nella quale vivo. La figlia di mia moglie è da tempo che pensa di trasferirsi (Slovenia, Svizzera, Nuova Zelanda). L'altro figlio di mia moglie si è ormai stabilito definitivamente a Berlino. Quando ero più giovane anch'io mi recavo volentieri in luoghi lontani dal mio paese, per le vacanze. I giovani amano spostarsi o per vacanza o per fissare una nuova residenza.
Adesso che sono vecchio io non amo più fare questi viaggi. Nè tantomeno cambiare regione o stato di residenza.
C'entra sicuramente la fatica di viaggiare, che da vecchio sento di più.
C'entra anche il timore di affrontare situazioni nuove, abitudini diverse, incontrare gente completamente sconosciuta.
Forse il tutto è anche dovuto a una tendenza a limitare l'orizzonte dei propri interessi e di conseguenza dei propri spostamenti. Non mi interessano più mete esotiche, città e orizzonti lontani. Non mi attrae un viaggio dall'altra parte del mondo.
Negli ultimi vent'anni mi sono principalmente spostato a piedi. 
Ho viaggiato con le gambe, lentamente, lasciando che il paesaggio mutasse piano piano e progressivamente.
Ora lo considero il modo migliore per viaggiare.

Penso che sia una questione di vecchiaia.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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27 aprile 2019

Salumi (19-049)

Salumi. (19-049)
Scrivo spesso di cibo, in questo diario. È la mia mania senile.
Quando poi trovo articoli che sono ambigui sui danni di questo o quell'alimento, ancora mi arrabbio.
Alla fine del 2015 lo Iarc, agenzia della Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha inserito le carni rosse nella classe di sostanze probabilmente cancerogene. In più: ha inserito le carni rosse lavorate (prosciutto salame pancetta wurstel eccetera) nella classe delle sostanze sicuramente cancerogene.
Che dire?
Tutte le agenzie indipendenti invitano a evitare di consumare tali insaccati e affini.
Ho letto sul numero di aprile della rivista con (-sumatori) delle coop (il maggiore distributore di alimenti italiano) un articolo di Michele Sculati (medico specialista in scienza dell'alimentazione): Per un corretto consumo di salumi.
Sulla base di quanto detto, l'unica indicazione sarebbe: eliminarli dalla dieta.
Invece Sculati cerca di ammorbidire tale categorica scelta. Comincia col dire che molte persone hanno sentito dire che i salumi fanno male alla salute.
Sentito dire?!!
Si tratta dell'Organizzazione mondiale della sanità, del Codice europeo contro il cancro, del World cancer research fund, perfino dell'Airc (associazione italiana per la ricerca sul cancro): tutti ribadiscono evitate gli insaccati, cioè le carni rosse conservate.
Poi, l'autore dell'articolo continua lamentando che nella presa di posizione della Iarc abbiano fatto di ogni erba un fascio, cioè messo assieme gli schifosi wurstel nordici con l'eccellente prosciutto nazionale. Infine cita il documento Eat-Lancet (quello sulla dieta che conserva la salute umana e contemporaneamente quella dell'ambiente terrestre), asserendo che consente una certa quantità di carni rosse processate. 
Ho cercato accuratamente nel documento Eat Lancet questa informazione: non l'ho trovata. 
Ho trovato invece che viene considerato ecosostenibile e salutare limitare la carne rossa (di qualunque tipo) a 14 g al giorno (un'etto alla settimana)!!!
Nelle ultime tre righe dell'articolo, l'autore cerca di ristabilire qualche equilibrio fra le sue opinioni e le prese di posizione di istituzioni internazionali, scrivendo: "Il suggerimento è di consumare con moderazione, senza per forza eliminarli, [gli insaccati]; in una dieta varia questo può tradursi in una volta alla settimana ..."
Però non ne indica la quantità, che, a seguire per esempio le indicazioni di Eat Lancet, deve ridursi a meno di mezzo etto!
Purtroppo tutto l'articolo è improntato a suggerire di consumare gli insaccati con moderazione, ma senza evitarli.
Del resto le coop vendono una quantità considerevole di carni processate: difficile scrivere sulla propria rivista che una una fetta consistente del proprio fatturato provochi il cancro!
 


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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21 aprile 2019

Che significa perdita di autonomia (19-048)

Che significa perdita di autonomia. (19-048)
Nell'articolo citato nella pagina di ieri (19-047) a cura di Silvia Fabbri si affronta il tema della perdita di autonomia, che affligge una parte degli anziani.
La Fabbri cita una ricerca di Osservasalute (rapporto 2017) che illustra come stanno le persone anziane con limitazioni serie alla propria autonomia (per la durata di almeno 6 mesi).
Vediamo i motivi delle limitazioni: il 9% hanno difficoltà alla vista, il 19% all'udito, il 35% non riesce a camminare per più di 500 metri, un altro 35% non riesce a salire o scendere una rampa di scale.
(Ripeto: la ricerca è stata fatta soltanto su coloro che avevano già la perdita di autonomia.)
Fra coloro che hanno le limitazioni suddette, il 11% non è in grado di svolgere le attività quotidiane minime di base senza aiuti, quali: mangiare da soli, sdraiarsi e alzarsi dal letto, sedersi o alzarsi da una sedia, vestirsi o svestirsi, usare i servizi igienici, fare la doccia.

Consola il fatto che nella decade fra i 65 e i 75 anni in tale situazione sia soltanto il 3% circa, fra i 75 e gli 85 siano il 12% e raggiunga il 36% soltanto fra gli anziani-anziani, oltre gli 85 anni.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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20 aprile 2019

La rivoluzione della longevità (19-047)

La rivoluzione della longevità. (19-047)
E' il titolo di un articolo che ho letto su Con (-sumatori) di Aprile 2019, mensile delle Coop, a cura di Silvia Fabbri.
La giornalista dichiara esplicitamente che ormai la vecchiaia comincia a 75 anni, come ha sancito l'ultimo congresso della società di geriatria e gerontologia (Sigg). 
Nel 2040 l'aspettativa di vita salirà a oltre 84 anni (media maschi-femmine) dagli 82 di oggi. In un secolo l'aspettativa di vita è aumentata di vent'anni! Anche depurando questo valore della mortalità infantile (che in un secolo si è molto ridotta), restano pur sempre almeno 10 anni di vita in più.
Inoltre gran parte degli ultra-sessantacinquenni gode di ottima salute. Ed è l'attività fisica a creare le condizioni per una buona salute. Non sarà un caso che gli anziani attuali erano giovani proprio negli anni '70 del secolo scorso, anni in cui è scoppiato il boom della forma fisica, per esempio portando molti a praticare la corsa, oppure a frequentare le palestre. Quell'attività fisica generalizzata (in gioventù) ha portato quei giovani a essere oggi anziani in splendida forma.
Tutti questi dati sono supportati da numerose ricerche svolte negli ultimi anni.
(Modestamente me n'ero accorto anch'io, quando scrivevo, qualche tempo fa: "Che cosa succede? Molti anziani di 70, 80 anni di oggi continuano a essere in forma smagliante!")

Un altro dato citato da Silvia Fabbri (con un po' di enfasi entusiastica, dovuta alla sua età) è che metà degli anziani di oggi continuano a essere autonomi fino a 80 anni. Onestamente mi sembra poco. O meglio è grave che dopo gli 80, ben il 50 % non sia autonomo.
Invece altri dati dell'articolo contraddicono questa affermazione: è probabile che ricerche differenti su porzioni differenti di popolazione conducano a risultati diversi.
Per esempio la percentuale di non autonomia nel decennio 65-75 si attesta su un consolante 3%, quella della fascia 75-85 è del 12% e infine per la vecchiaia avanzata sale al 36%.
Importantissimo è il dato seguente: un terzo di anziani fa regolarmente esercizio fisico (vedi pagina 19-045).



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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15 aprile 2019

Prostata: qualche novità positiva (19-046)

Prostata: qualche novità positiva. (19-046)
Nei giorni scorsi mi sono recato da un geriatra, per una visita di controllo e perchè valutasse il problema che ho con la prostata, molto ingrandita. Sulle questioni generali della mia vecchiaia ho già scritto ieri; mi soffermo ora sull'ipertrofia prostatica benigna (IPB).
Il geriatra ha minimizzato il fatto che una notte abbia avuto difficoltà a urinare, ha invece consigliato vivamente di assumere serenoa e urtica (erbe). Soprattutto la prima che avrebbe un effetto importante nel diminuire la produzione di testosterone, dalla cui trasformazione nascerebbe la IPB. Ha convenuto con me che l'assunzione di un anno di maca peruviano, abbia peggiorato la situazione, proprio perchè il maca stimola la produzione di testosterone. Ha concluso dicendo che deprimendo il testosterone si può tenere sotto controllo l'ipertrofia.

Finalmente parole chiare: perchè nessuno degli urologhi precedenti non si era mai espresso in questi termini chiari? Perchè si sono limitati a prescrivermi farmaci, senza spiegare le ragioni della prescrizione? E, sopratutto, perchè non mi hanno dato indicazioni precise su come modulare i farmaci che mi prescrivevano?
Per esempio: il geriatra, dopo aver ascoltato che la tamsulosina su di me produce astenia, mi ha prescritto un altro farmaco a dosaggio inferiore. Inoltre mi ha detto:" Non è necessario che tu lo assuma ogni giorno. Semmai, se ti capita l'occasione di notte di avere difficoltà a urinare, assumi una compressa di Mittoval da 2,5 mg, che comincerà a fare effetto entro un'ora dall'assunzione: così puoi risolvere la piccola crisi acuta che ti fosse capitata."

Ora attendo il risultato dell'imminente visita urologica, senza l'ansia che ho da due settimane a questa parte (dopo le difficoltà urinarie notturne). Valuterò le proposte che mi farà l'urologo avendo un qualche mezzo di conoscenza in più e soprattutto un modo di tamponare eventi ansiogeni come l'impossibilità di urinare.

Santo geriatra!



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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14 aprile 2019

Movimento (19-045)

Movimento. (19-045)
Da sette anni scrivo dell'importanza del cibo per una buona vecchiaia. 
Talvolta ho scritto anche che il movimento è l'altro corno su cui poggia la salute, specialmente in tarda età. Non pratico sport, nè svolgo un'attività che mi tenga in movimento. Però non mi sottraggo agli sforzi, nè a portar i cani in passeggiata più volte al giorno. 
Pensavo che bastasse.
Una settimana fa sono tornato dal mio geriatra, per avere consigli sullo stato della mia prostata e su come far fronte ai nuovi problemi che mi dà. Il medico mi ha proposto di fare un esame impedenziometrico, per valutare la mia composizione corporea.
Poichè sono alto 174 cm e peso 69 kg e ho un indice di massa corporea di 23, pensavo di essere a posto.
Errato!
Il mio geriatra mi ha detto che ho poca massa magra. Cioè pochi muscoli.
Ricordo che questa indicazione me l'aveva data anche il mio medico di base, che conosceva la mia dieta vegana crudista, sostenendo che con essa potevo perdere massa magra. 
Il suo consiglio era stato: mangia più proteine (animali, sottointeso)!
Il geriatra invece mi ha detto: "Nessun farmaco, nessun cambio di alimentazione. Devi soltanto muoverti di più." 
Mi ha prescritto di camminare velocemente per almeno 150 minuti alla settimana (che corrispondono all'incirca a dieci km). 
Ha anche aggiunto: "Perchè sia efficace devi sudare!"
Così ho cominciato con mezz'ora al giorno di corsetta intermittente: sì, così si suda!
Spero in un mese, mese e mezzo di tornare nella norma, cioè di ricostituire muscoli.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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10 aprile 2019

Banalità e profondità (19-044)

Banalità e profondità. (19-044)
Scrivo ormai da sette anni. Inevitabili ripetizioni, discorsi poco profondi. Anche perchè mi costringo a scrivere almeno ogni due o tre giorni. Eppure scrivere banalità mi irrita.
Riporto di seguito un brano che ho scritto a questo proposito cinque anni fa, per un confronto.

La banalità del pensiero. (14-85) (30/04/14)
Mi infastidisce scoprire che i miei pensieri sono banali.
Perchè penso di esser letto e giudicato male? In parte.
Più per me stesso, però. Perchè continuare a scrivere questo diario, se dico cose banali?
(Confesso di ave trovato banale anche Cicerone, nel De senectute!)
La banalità del pensare fa un torto alla capacità di approfondimento dell'uomo.
È che la profondità si raggiunge per gradi.
Un esempio.
Fin dall'inizio di questo diario, mi sono imbattuto nella necessità di essere prudenti (noi vecchi). Detto così, è sì significativo, ma è banale. Ovvio: se non sei prudente (visto che i tuoi riflessi sono meno pronti), rischi di farti male, di averne dei danni.
Questo è il primo livello.
Ma la prudenza è vicina all'attenzione, alla vigilanza. Così scopri che nella vecchiaia molti fatti ti portano a essere più cosciente. E maggior coscienza significa maggior pienezza di vita.
Così la vecchiaia acquista un valore prezioso
Serve per essere più uomini, per completare la nostra esistenza.
Questo non è scontato.
Lo considero una scoperta interessante.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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09 aprile 2019

Vecchiaie diverse (19-043)

Vecchiaie diverse. (19-043)
E' un tema che ho affrontato più volte.
Ripropongo di seguito una pagina di 5 anni fa, sia perchè non ha avuto lettori, sia perchè è un pensiero col quale confrontarmi (sono passati 5 anni).

Tanti vecchi diversi.* (14-84) (29/04/14)
Mi colpisce la diversità dei modi di vivere la vecchiaia.
Sono stato tentato di stilarne una classificazione. Vi ho rinunciato, perchè le vecchiaie diverse sono in numero elevato.
È proprio così? La vecchiaia accentua la nostra individualità?
Sì, se concepiamo la vita come un procedere verso noi stessi, raggiungere quello che noi siamo profondamente.
I bambini si assomigliano molto. I giovani tendono addirittura a essere tutti uguali.
Poi arriva la vecchiaia. I vecchi si allontanano sempre più gli uni dagli altri. Ognuno segue le proprie inclinazioni. Da vecchi si raggiunge la completezza del proprio io, col risultato che i vecchi sono tutti diversi.
La vecchiaia è necessaria.
È il tempo in cui si raggiunge il coronamento della nostra individualità.
Vi sono tante vecchiaie diverse perchè sono le vite a essere diverse.
Tutte le vite sono diverse.
Solo che lo diventano durante la vecchiaia.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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08 aprile 2019

L'attenzione (19-042)

L'attenzione. (19-042)
Vi sono momenti in cui si è più distratti.
Nei giorni scorsi, per esempio, ho dimenticato il cappello al bar dove faccio colazione: distrazione lieve.
Qualche ora dopo, però, mi sono recato in un supermercato con un buono sconto: prima di entrare, ho estratto dal portafoglio il buono e l'ho tenuto bene in mano, per timore di dimenticarmene quando fossi giunto alla cassa: sono riuscito a perder anche quello, durante gli acquisti!
Evidentemente sono problemi di perdita di attenzione.
Capita, specialmente da vecchi.

Per un anziano la distrazione ha due effetti: può deprimere, può uccidere.
Sicuramente è una delle cause che possono determinare la fine della vita. A mio padre successe così: saltò uno stop in auto e morì nell'incidente che causò (aveva la mia età attuale: 72 anni).
L'effetto più lieve è invece lo sconforto, che prende quando succedono tali fatti.
Sembra di non essere più padroni della nostra vita.
Si perde il controllo, in questo caso della memoria, dell'attenzione.

Problemi di vecchiaia.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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06 aprile 2019

Farmaci (19-041)

Farmaci. (19-041)
Non uso farmaci chimici. Preferisco quelli omeopatici o erboristici. Ma non ne faccio una religione: in caso di bisogno uso anche farmaci allopatici.
Quando, più di dieci anni, fa ho cominciato a soffrire di iperplasia prostatica benigna, il primo urologo mi aveva prescritto subito finasteride e tamsulosina. Mai assunti. Negli anni la prostata si è ingrossata. Ho provato di tutto con metodi naturali, ma niente da fare. 
L'unico disturbo che avessi, però, erano le alzate notturne per urinare: ci convivevo.
Negli ultimi anni le alzate sono aumentate (fino a tre o quattro), il psa è aumentato, ma senza raggiungere livelli d'allarme, e la prostata è aumentata fino a un volume di 4-5 volte quello normale. Poichè altri sintomi non li avevo, ho continuato a evitare i farmaci della medicina ufficiale. Fino a dieci giorni fa.
Una notte il flusso notturno di urina si è quasi arrestato (vedi 19-040). E' stato allora che mi sono rassegnato a prendere almeno uno dei due farmaci prescrittimi da anni, quello che era solo sintomatico, non curativo: e però permette di urinare.
Così è stato. E sono contento della situazione, in attesa che la visita urologica mi dica che fare.
Il farmaco, la tamsulosina, nei primi giorni mi ha lasciato del mal di testa, un poco di nausea, di stitichezza e soprattutto una astenia fastidiosa. Dopo una settimana la situazione si è stabilizzata al meglio: soprattutto ho ripreso a urinare senza problemi. Non so se continuare senza interruzione o smettere e vedere che succede. Penso di adottare questa seconda soluzione, dopo una decina di giorni di assunzione: chissà che aver rilassato i muscoli che permettono o no di urinare, abbia un poco migliorato anche la situazione della minzione.

Nonostante che siano passati dieci anni e più e che la prostata sia aumentato molto, sono contento di essermi risparmiato 10 anni di farmaci, e di aver cominciato ad assumere il farmaco allopatico soltanto sotto la minaccia di un evento serio (l'impossibilità di urinare).

Da vecchi la medicina ufficiale tende a farci assumere farmaci in continuazione fino alla fine della vita.
A ciò mi ribello.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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03 aprile 2019

Epilogo (19-040)

Epilogo. (19-040)
E' dal 2007 che ho problemi alla prostata.
Ne ho seguito l'evoluzione (è quasi sempre aumentata di volume), mi sono recato ogni anno dallo specialista. Ma non ho mai voluto assumere i farmaci che mi prescriveva. Ho cercato di curarmela in altri modi, con la dieta, con prodotti erboristici, con prodotti di altre culture.
Niente da fare: l'aumento di volume e l'aumento del Psa sono continuati progressivamente, raggiungendo il massimo due anni fa. E contemporaneamente è aumentata la difficoltà di orinare: è ovvio che l'aumento delle dimensioni dell'organello comprime sempre più l'uretra, rendendo difficoltosa l'uscita dell'urina.
Alla fine è successo ciò che temevo: una notte (è la notte il momento più difficile) si è bloccato il flusso, non sono (quasi) riuscito a orinare.
Panico.
Che fare? Andare in pronto soccorso e farsi infilare un catetere? E poi? Quanto tenerlo? E, dunque, farsi operare con urgenza? Quella notte mi sono alzato cinque o sei volte, perchè lo stimolo continuava a esserci, dato che l'urina continuava a formarsi in vescica e non aveva quasi sbocco. Un poco di urina sono riuscito a farla, fino ad arrivare al mattino. La situazione è leggermente migliorata (la posizione eretta invece che coricata facilita l'operazione).
Ho rispolverato le vecchie prescrizioni di tutti gli urologi che mi hanno visitato in 12 anni e ho trovato un farmaco costante e un consiglio costante: se vuoi migliorare l'uscita dell'urina puoi usare la tamsulosina. Si tratta di un farmaco che rilassa la muscolatura liscia di vescica, prostata e uretra: permette il deflusso senza intervenire sulla causa dell'ingrossamento della prostata (che è ignota).
Mi sono rassegnato e nonostante la mia sfiducia nei farmaci chimici, mi sono adattato.
Così ho assunto la tamsulosina. 
La situazione è nettamente migliorata: ora riesco a urinare, sia pure lentamente. 
Purtroppo il farmaco su di me ha l'effetto di lasciarmi in uno stato fastidioso di debolezza, senza forze (astenia).
Ovvio a questa situazione con un caffè. E con l'ora di assunzione: infatti se assumo il farmaco a mezza mattinata, l'astenia compare dopo 9-12 ore, in piena notte e quindi non lo avverto.
Devo fare una visita specialistica a metà mese.
E lì deciderò.
Operazione?
E quale?


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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