Salumi.
(19-049)
Scrivo
spesso di cibo, in questo diario. È la mia mania senile.
Quando
poi trovo articoli che sono ambigui sui danni di questo o
quell'alimento, ancora mi arrabbio.
Alla
fine del 2015 lo Iarc, agenzia della Organizzazione mondiale
della sanità (Oms), ha inserito le carni rosse nella classe di
sostanze probabilmente cancerogene. In più: ha inserito le carni
rosse lavorate (prosciutto salame pancetta wurstel eccetera)
nella classe delle sostanze sicuramente cancerogene.
Che
dire?
Tutte
le agenzie indipendenti invitano a evitare di consumare tali
insaccati e affini.
Ho
letto sul numero di aprile della rivista con (-sumatori) delle
coop (il maggiore distributore di alimenti italiano) un articolo di
Michele Sculati (medico specialista in scienza dell'alimentazione): Per un corretto consumo di salumi.
Sulla
base di quanto detto, l'unica indicazione sarebbe: eliminarli dalla
dieta.
Invece
Sculati cerca di ammorbidire tale categorica scelta. Comincia col
dire che molte persone hanno sentito dire che i salumi fanno
male alla salute.
Sentito
dire?!!
Si
tratta dell'Organizzazione mondiale della sanità, del Codice europeo
contro il cancro, del World cancer research fund, perfino dell'Airc
(associazione italiana per la ricerca sul cancro): tutti ribadiscono
evitate gli insaccati, cioè le carni rosse conservate.
Poi,
l'autore dell'articolo continua lamentando che nella presa di
posizione della Iarc abbiano fatto di ogni erba un fascio, cioè
messo assieme gli schifosi wurstel nordici con l'eccellente
prosciutto nazionale. Infine cita il documento Eat-Lancet (quello
sulla dieta che conserva la salute umana e contemporaneamente quella
dell'ambiente terrestre), asserendo che consente una certa quantità
di carni rosse processate.
Ho cercato accuratamente nel documento Eat
Lancet questa informazione: non l'ho trovata.
Ho trovato invece che
viene considerato ecosostenibile e salutare limitare la carne rossa
(di qualunque tipo) a 14 g al giorno (un'etto alla settimana)!!!
Nelle
ultime tre righe dell'articolo, l'autore cerca di ristabilire qualche
equilibrio fra le sue opinioni e le prese di posizione di istituzioni
internazionali, scrivendo: "Il suggerimento è di consumare con
moderazione, senza per forza eliminarli, [gli insaccati]; in
una dieta varia questo può tradursi in una volta alla settimana ..."
Però
non ne indica la quantità, che, a seguire per esempio le indicazioni
di Eat Lancet, deve ridursi a meno di mezzo etto!
Purtroppo
tutto l'articolo è improntato a suggerire di consumare gli insaccati
con moderazione, ma senza evitarli.
Del
resto le coop vendono una quantità considerevole di carni
processate: difficile scrivere sulla propria rivista che una una
fetta consistente del proprio fatturato provochi il cancro!
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Buongiorno, questo è il passaggio del documento ufficiale della EAT commission pubblicato su Lancet (non del Report scaricabile): "This healthy reference diet largely consists of vegetables, fruits, whole grains, legumes, nuts, and unsaturated oils, includes a low to moderate amount of seafood and poultry, and includes no or a low quantity of red meat, processed meat, added sugar, refined grains, and starchy vegetables". Nell'articolo è stato tradotto con "A gennaio 2019 è stato pubblicato su Lancet il risultato di una commissione di esperti di fama internazionale, chiamata “EAT–Lancet Commission”, che ha rinnovato alcune delle indicazioni cardine per una dieta sana; in tali indicazioni viene considerata la possibilità di consumare una moderata quantità di carni processate, e si sottolinea l’eterogeneità di questo gruppo di alimenti.
RispondiEliminaChe le porzioni debbano essere moderate è scritto nella mia traduzione, su quanto debbano essere moderate è presto per raggiungere un accordo, ce lo diranno le prossime linee guida italiane. Saluti, Michele Sculati
Ringrazio il dottor Sculati per la precisazione. Effettivamente ho letto il Report scaricabile e non l'articolo di Lancet.
EliminaOra avendo sottomano il brano gentilmente inviatomi devo fare due precisazioni.
1. La traduzione del dottor Sculati è imprecisa. Quella corretta sarebbe: "...include da 'nessuna quantità' a 'una bassa quantità' di carni rosse, carni processate eccetera". Il termine 'moderato' è applicato all'intero comparto dei prodotti animali (pollo, pesce) mentre per le carni rosse (cumulativamente di tutti i tipi) si dice: nessuna (no) o una bassa (low) quantità'. Quindi ritengo che scrivere "una moderata quantità di carni processate" sia errato. In italiano esiste differenza fra 'bassa' e 'moderata': con 'moderato' si intende di più che non si intenda con 'basso o nullo'.
2. Su quanto debbano essere basse (quindi non moderate) le quantità non è necessario attendere le linee guida italiane, viene indicato chiaramente nel report di Eat-Lancet a pagina 10 e precisamente 14 grammi (valore medio) al dì dell'intero arco di carni rosse (fresche e processate);
volendo ripartirle a metà, restano 7 grammi al giorno di carni processate, cioè 49 grammi a settimana: mezzo etto!
Tale quantità settimanale stento a giudicarla moderata.
Holgar