27 aprile 2019

Salumi (19-049)

Salumi. (19-049)
Scrivo spesso di cibo, in questo diario. È la mia mania senile.
Quando poi trovo articoli che sono ambigui sui danni di questo o quell'alimento, ancora mi arrabbio.
Alla fine del 2015 lo Iarc, agenzia della Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha inserito le carni rosse nella classe di sostanze probabilmente cancerogene. In più: ha inserito le carni rosse lavorate (prosciutto salame pancetta wurstel eccetera) nella classe delle sostanze sicuramente cancerogene.
Che dire?
Tutte le agenzie indipendenti invitano a evitare di consumare tali insaccati e affini.
Ho letto sul numero di aprile della rivista con (-sumatori) delle coop (il maggiore distributore di alimenti italiano) un articolo di Michele Sculati (medico specialista in scienza dell'alimentazione): Per un corretto consumo di salumi.
Sulla base di quanto detto, l'unica indicazione sarebbe: eliminarli dalla dieta.
Invece Sculati cerca di ammorbidire tale categorica scelta. Comincia col dire che molte persone hanno sentito dire che i salumi fanno male alla salute.
Sentito dire?!!
Si tratta dell'Organizzazione mondiale della sanità, del Codice europeo contro il cancro, del World cancer research fund, perfino dell'Airc (associazione italiana per la ricerca sul cancro): tutti ribadiscono evitate gli insaccati, cioè le carni rosse conservate.
Poi, l'autore dell'articolo continua lamentando che nella presa di posizione della Iarc abbiano fatto di ogni erba un fascio, cioè messo assieme gli schifosi wurstel nordici con l'eccellente prosciutto nazionale. Infine cita il documento Eat-Lancet (quello sulla dieta che conserva la salute umana e contemporaneamente quella dell'ambiente terrestre), asserendo che consente una certa quantità di carni rosse processate. 
Ho cercato accuratamente nel documento Eat Lancet questa informazione: non l'ho trovata. 
Ho trovato invece che viene considerato ecosostenibile e salutare limitare la carne rossa (di qualunque tipo) a 14 g al giorno (un'etto alla settimana)!!!
Nelle ultime tre righe dell'articolo, l'autore cerca di ristabilire qualche equilibrio fra le sue opinioni e le prese di posizione di istituzioni internazionali, scrivendo: "Il suggerimento è di consumare con moderazione, senza per forza eliminarli, [gli insaccati]; in una dieta varia questo può tradursi in una volta alla settimana ..."
Però non ne indica la quantità, che, a seguire per esempio le indicazioni di Eat Lancet, deve ridursi a meno di mezzo etto!
Purtroppo tutto l'articolo è improntato a suggerire di consumare gli insaccati con moderazione, ma senza evitarli.
Del resto le coop vendono una quantità considerevole di carni processate: difficile scrivere sulla propria rivista che una una fetta consistente del proprio fatturato provochi il cancro!
 


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

2 commenti:

  1. Buongiorno, questo è il passaggio del documento ufficiale della EAT commission pubblicato su Lancet (non del Report scaricabile): "This healthy reference diet largely consists of vegetables, fruits, whole grains, legumes, nuts, and unsaturated oils, includes a low to moderate amount of seafood and poultry, and includes no or a low quantity of red meat, processed meat, added sugar, refined grains, and starchy vegetables". Nell'articolo è stato tradotto con "A gennaio 2019 è stato pubblicato su Lancet il risultato di una commissione di esperti di fama internazionale, chiamata “EAT–Lancet Commission”, che ha rinnovato alcune delle indicazioni cardine per una dieta sana; in tali indicazioni viene considerata la possibilità di consumare una moderata quantità di carni processate, e si sottolinea l’eterogeneità di questo gruppo di alimenti.
    Che le porzioni debbano essere moderate è scritto nella mia traduzione, su quanto debbano essere moderate è presto per raggiungere un accordo, ce lo diranno le prossime linee guida italiane. Saluti, Michele Sculati

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    1. Ringrazio il dottor Sculati per la precisazione. Effettivamente ho letto il Report scaricabile e non l'articolo di Lancet.
      Ora avendo sottomano il brano gentilmente inviatomi devo fare due precisazioni.
      1. La traduzione del dottor Sculati è imprecisa. Quella corretta sarebbe: "...include da 'nessuna quantità' a 'una bassa quantità' di carni rosse, carni processate eccetera". Il termine 'moderato' è applicato all'intero comparto dei prodotti animali (pollo, pesce) mentre per le carni rosse (cumulativamente di tutti i tipi) si dice: nessuna (no) o una bassa (low) quantità'. Quindi ritengo che scrivere "una moderata quantità di carni processate" sia errato. In italiano esiste differenza fra 'bassa' e 'moderata': con 'moderato' si intende di più che non si intenda con 'basso o nullo'.

      2. Su quanto debbano essere basse (quindi non moderate) le quantità non è necessario attendere le linee guida italiane, viene indicato chiaramente nel report di Eat-Lancet a pagina 10 e precisamente 14 grammi (valore medio) al dì dell'intero arco di carni rosse (fresche e processate);
      volendo ripartirle a metà, restano 7 grammi al giorno di carni processate, cioè 49 grammi a settimana: mezzo etto!
      Tale quantità settimanale stento a giudicarla moderata.
      Holgar

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