31 marzo 2019

Serve più cultura (19-039)

Serve più cultura. (19-039)
Nessuno meglio di un medico di base ha conoscenza di come vive, si ammala e muore la gente.
Una buona conoscente, appunto medica di base, mi dice che non le capita di rado assistere a pazienti che muoiono. La colpisce soprattutto la morte delle persone molto anziane. Perchè spesso i parenti non accettano la fine del parente, neppure quando questo è molto in là negli anni. Neppure quando i segni della fine imminente sono numerosi. Neppure se il paziente manifesta oggettivamente la sua propensione a finire la vita: per esempio smettendo di mangiare.
La medica, proprio per questa vicinanza col fine vita, dice una cosa ovvia: la vita ha un inizio e una fine. Tutto ciò è naturale: naturale l'inizio ed estremamente naturale la fine.
L'atteggiamento dei parenti (e spesso anche dei vecchi) la fa arrabbiare, proprio per questa mancanza di ragionevolezza: è tutto finito, perchè continuare ad accanirsi?

La nostra società è gravemente carente di cultura della fine.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

30 marzo 2019

Entusiasmo (19-038)

Entusiasmo. (19-038)
Recentemente ho acquistato numerosi libri. E ho scoperto che trovare un libro interessante mi entusiasma ancora. Soprattuto sul tema che mi sta maggiormente a cuore, il cibo, ma anche su altri.
Negli ultimi uno-due anni ho approfondito l'importanza dei batteri intestinali e, ancor più recentemente, l'invadenza dell'industria alimentare nella scelta della dieta: insomma ho scoperto la politica del cibo.
Gran entusiasmo per I padroni del cibo di Raj Patel e ancora Cibo e salute di Vandana Shiva e I batteri intestinali di A. Katharina Zschoke.

Questo diario è partito cercando anche di scoprire come variano durante gli anni i miei pensieri, atteggiamenti, emozioni.
Così di seguito riporto una pagina di cinque anni fa (2014) sullo stesso tema: per un confronto.
Entusiasmi. (vedi n. 14-79)
La mia vecchia zia novantenne dice di non avere più entusiasmi.
Io, quasi settantenne, di entusiasmi ne ho ancora.
Per esempio entusiasmi per scoperte degli ultimi anni.
Leggendo The China Study di Colin Campbell mi sono entusiasmato.
Campbell ha dato fondamento scientifico, rigoroso e sperimentato, a modelli alimentari che avevo provato sulla mia pelle per molti anni.
Parlo di vegetarianesimo.
Di più. Campbell ha fatto chiarezza nelle mie scelte sul cibo. Facendomi diventare vegetariano puro (vegano).
Quando sono diventato vegetariano, decenni fa, avevo del tutto abolito carne e derivati dalla mia mensa. Il motivo era etico. Non volevo che, per la mia nutrizione, animali dovessero essere uccisi. Però ho continuato a nutrirmi di altri prodotti animali, quali i formaggi e le uova. Poiché (pensavo) non producevano sofferenza ad alcuno; e poiché mi fornivano proteine (temevo che la mia dieta ne fosse carente), ne mangiavo in quantità.
Però pur essendo vegetariano avevo il colesterolo alto, ai limiti del patologico.
Campbell ha mostrato che tutti i cibi animali (anzi, se fosse possibile, ancor di più latte e latticini) sono collegati alle gravi patologie della nostra civiltà: infarto, cancro, diabete, ictus, malattie degenerative eccetera.
La sua scoperta rivoluzionaria è stata quella di porre l'accento sulle proteine di origine animale, piuttosto che sui grassi animali, come avevano fatto le ricerche precedenti.
Le proteine animali sono la principale causa delle numerose patologie moderne (del mondo occidentale).

Di questo mi sono entusiasmato. Mi è parso che finalmente una luce fosse entrata nell'oscuro e contraddittorio mondo delle diete.
Il mio entusiasmo mi porta a voler comunicare la notizia a tutti. Mi pare che non solo una dieta vegetariana preservi da molte gravi malattie, ma perfino possa far regredire malattie già in corso. Come appunto ha sperimentato Campbell.


 
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Non sono ancora entrato nell'ultima fase della vecchiaia.

25 marzo 2019

Stanchezza (19-037)

Stanchezza. (19-037)
La stanchezza pomeridiana, o più in generale diurna, è un inequivocabile segno di vecchiaia. Vi sono giorni che già a mezzogiorno sono stanco. Comunque dopo mangiato avviene un crollo e devo dormire un'oretta.
La questione della stanchezza mi era comparsa prima dei sessantacinque anni. Soprattutto quando sono cominciati a nascere i miei nipoti. Riporto di seguito una pagina scritta cinque anni fa (vedi 14-80), a testimonianza di come era la mia situazione agli inizi della vecchiaia.

Segni di cedimento.
L'ultima volta che abbiamo accudito mio nipote per un pomeriggio intero, mi sono stancato molto.
Alla sera ero distrutto. 
E sì che ormai ha due anni e mezzo. È grande. Comunque meno impegnativo di un anno fa.
L'ultimo mese, su lavoro, sono stato impegnato intensamente. Alla sera delle giornate d'impegno gravoso mi sentivo spossato.
In questo periodo mi sto stancando molto. La primavera?
No, la vecchiaia.
In realtà mi sembra di stancarmi di più di un anno fa. Pur facendo le stesse cose. E sì che mi difendo sempre con i miei alimenti ricchi di antiossidanti.
Evidentemente non basta.
La vecchiaia si misura anche così.
Se fai lo stesso di prima, lo puoi ancora fare. Ma paghi un prezzo.
Una maggior stanchezza.
Bisogna misurare le forze con più realismo.
 
Convinciti: sei vecchio.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

24 marzo 2019

Inadeguato (19-036)

Inadeguato. (19-036)
Ho scritto più volte di come le altre età considerino inadeguati gli anziani: per esempio nella guida dell'auto, o nel comprendere situazioni nuove, o nell'uso degli strumenti dell'informatica. Ora ho scoperto che anche l'invecchiamento della psiche ci rende inadeguati a gestire alcune condizioni. L'ho compreso a causa del prezzo che devo pagare quando mi trovo in stati di criticità.
Stavo parcheggiando l'automobile con a bordo i miei nipoti più piccoli (di quattro e due anni). Ricevo una telefonata importante, relativa alla casa che sto acquistando: chiedo ai piccoli di avere pazienza e scendo dall'auto lasciandoli a bordo. Mentre telefono vedo che si agitano, mi chiamano, piangono. Li sgrido, urlo loro di smetterla e richiudo lo sportello lasciandoli piangere, ma mi arrabbio perchè non riesco a gestire le due cose contemporaneamente: i bambini e la telefonata.
Arriva la loro madre e così mi aiuta, ma nel frattempo il maggiore continua a piangere in maniera irrefrenabile: è evidente che il mio comportamente l'ha turbato. Arrivati a casa c'è il cane che si comporta in modo scatenato per entusiasmo, ma interferisce col mio rapporto coi bambini.
Alla fine lascio la casa con un senso di frustrazione e impotenza. Il mio stato d'animo peggiora rapidamente. Concludo che io coi bambini non ci voglio più stare, che anche coi miei cani non voglio più stare perchè devo occuparmi di loro praticamente ogni due o tre ore, e infine anche dell'acquisto della nuova casa non voglio più occuparmene: ho una vita piena di problemi e io non voglio avere più problemi, voglio riposarmi.

La reazione alla situazione è stata esagerata: non sono riuscito a gestirla emotivamente. 
Ho dato forfait. E lo stato di prostrazione emotiva che ne ho ricavato mi ha fatto male.
In certe condizioni della vita normale, non riesco più a stare calmo: l'emotività prende il sopravvento e mi fa star male.
Da giovane, questo non mi succedeva.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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23 marzo 2019

Tentativi (19-035)

Tentativi. (19-035) (23/03/19)
L'organismo anziano fa vari tentativi di finire, giunto in età avanzata (vedi 19-016).
Un'influenza, una caduta, una mancata digestione e via, si muore. 
Fra queste prove per finire la vita vi è anche il rifiuto del cibo.
La mia vicina ultranovantenne è a questo stadio: ricoverata in ospedale alcuni mesi fa e rimessa in piedi, ora è di nuovo in uno stato di prostrazione fisica e soprattutto non mangia più.
In India esistono luoghi in cui gli anziani vanno a morire, accompagnati da qualche parente. Una delle condizioni frequenti è il rifiuto del cibo, come forma di volontà di finire la vita.
Non so se la mia vicina sia a questo stadio di consapevolezza: forse è solo il suo corpo che a un certo punto ha disinnescato il meccanismo della fame e in qualche modo si lascia morire (senza mangiare si muore in 1-2 mesi).
Naturalmente i figli fanno di tutto per forzare il genitore a mangiare.
Se solo pensassero un poco o ne parlassero con l'anziano!
Purtroppo la comunicazione con gli anziani e la trasmissione di informazioni fra generazioni sembra impossibile.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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19 marzo 2019

Far da mangiare (19-034)

Far da mangiare. (19-034)
Il cibo è senza dubbio una delle maggiori passioni della mia vita.
Eppure ...
Ormai ho 72 anni e preparare il cibo è una routine quotidiana, che svolgo volentieri.
Da qualche tempo però la preparazione occupa una parte non marginale del mio tempo: un pò perchè, essendo vegano crudista, devo continuamente lavare e mondare molti vegetali e un pò perchè, essendo vecchio, i tempi di preparazione si dilatano (sono più lento) e inoltre il tempo di vita attiva si riduce, come ho scritto più volte, attribuendone la causa alla diminuzione di attenzione (insomma, in un vecchio i tempi morti sono superiori che in un giovane).
Il cibo sta invadendo un pò troppo la mia vita. Col risultato che talvolta mi sento schiavo di questo lavoro. Talvolta mi prende la noia per tutto ciò.
Sono stanco di far sempre le stesse cose.
Penso che in vecchiaia questo cominci a manifestarsi, fino al punto in cui molto della vita risulta noioso.
È il momento di finire.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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18 marzo 2019

Prostata (19-033)

Prostata. (19-033)
Ho cominciato ad avere la prostata ingrossata da prima di diventare vecchio (avevo 61 anni). Il mio geriatra mi aveva prescritto delle gocce erboristiche, avvisandomi però che non vi erano farmaci risolutivi e che dunque prima o poi avrei dovuto subire un intervento di asportazione. Per alcuni anni la mia prostata si ingrossò lentamente, ma continuamente, pur mantenendo il psa entro limiti di sicurezza.
E continuavo ad assumere le gocce.
Poi ho scoperto che una radice peruviana curava affezioni simili alla mia e così per un anno ho assunto il maca, indicato anche come viagra naturale, sospendendo le goccette. Tutto è peggiorato. Anche il psa.
La prostata si è ingrossata notevolmente passando da 70 cc a oltre 100 e ultimamente 120 cc. Ho smesso dunque il maca.

La causa della neoplasia prostatica sembra essere il testoterone che a una certa età, per cause ignote, muta è favorisce la proliferazione cellulare. Il maca ha sicuramente aumentato il desiderio sessuale: quindi anche il testosterone. Questo, credo, il motivo del mio peggioramento. Cessato il maca, anche il psa è diminuito: forse le mie deduzione non erano fantasiose.
Recentemente ho ripreso le gocce erboristiche che inizialmente non mi hanno risolto il problema, ma forse lo hanno mantenuto entro limiti accettabili.
Dopo la ripresa ho notato che agiscono sul desiderio sessuale, diminuendolo: che sia tutto qua il problema? Che cioè un prolungamento del desiderio oltre l'età della fertilità comporti una reazione negativa dell'organismo? Forse è un pò ingenuo pensarlo: è che non vi sono ipotesi alternative.
Un tempo l'ipertrofia prostatica veniva chaimata la malattia dei cardinali: erano anni in cui evidentemente il cardinalato non imponeva la castità e dunque era un privilegio, col risultato che persone anziane (i cardinali) prolungavano la propria attività sessuale ben oltre i limiti fisiologici naturali.

Il prodotto che sto ri-usando si chiama Euprost (Biogroup) ed è un estratto di una miscela di erbe: sequoia ed epilobio che incidono direttamente sulla prostata, uva ursina e ribes nero che curano le vie urinarie, gingko e pompelmo, antiossidanti e cipresso e ippocastano che agevolano la microcircolazione sanguigna.

Fra alcuni giorni rifarò le analisi: spero di poter capire qualcosa.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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15 marzo 2019

La cassa (19-032)

La cassa. (19-032)
Ho partecipato al funerale della mia con-suocera, mia coetanea.
Partecipazione, commozione, toccanti ricordi di suoi ex alunni (era stata maestra di scuola elementare).
Ho abbracciato suo marito, impietrito dalla sorpresa ancor prima che dal dolore (questo subentra più tardi).
Ma il momento più scioccante è stato l'ingresso della bara: sapevo che là dentro c'era una mia buona conoscente, defunta. La visione della cassa ha reso concreta questa idea vaga che è la morte.

La morte sfugge, non si lascia afferrare. 
Anche perchè nella vita sono poche le persone che vediamo morire o che vediamo morte: quelle sono le uniche occasioni in cui la morte si fa presente in modo molto reale. Per il resto del tempo ne possiamo parlare, ne possiamo sentir dire alla tv, possiamo richiamarla vedendo passare un funerale: nulla di tangibile, concreto, realmente reale.

La morte è un'aporia, un problema senza soluzione.
La morte è quanto di più contraddittorio ci possa essere, per uno che sia vivo.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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11 marzo 2019

Meglio affrettarsi (19-031)

Meglio affrettarsi. (19-031)
La mia con-suocera, 72 anni (la mia età), donna attiva coi nipoti (comuni) e nel sociale: sette giorni fa sviene in casa. La ricoverano in ospedale e le diagnosticano un linfoma ai polmoni. Ma in ospedale rapidamente peggiora. Le trovano anche un'infezione ai polmoni (polmonite?). Non riesce a respirare. La intubano.
È morta stamattina!
Siamo tutti increduli.
La rapidità con la quale da una apparente stato di salute è passata alla morte ci ha lasciato esterrefatti.

Un pensiero continua a venirmi in mente: alla sua/mia età la morte è molto più vicina di quanto crediamo. Meglio averlo bene in mente e agire di conseguenza. Mettere a posto le nostre cose e concludere quello che stiamo facendo. Il tempo a nostra disposizione potrebbe essere molto poco, senza che vi siano segnali che la situazione sia questa.

È da mesi che mi arrabatto nel tentativo di acquistare un appartamento coi soldi ricavati dalla vendita della casa di famiglia. È da mesi che sto cercando di concludere un libro sul cibo che raccolga tutte le mie scoperte degli ultimi 5-7 anni.
È meglio che mi sbrighi!


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09 marzo 2019

Rallentano (19-030)

Rallentano. (19-030)
La vecchiaia non procede continuativamente. Bensì a balzi.
Quando ho compiuto i fatidici 65 anni, mi è sembrato che segni di vecchiaia comparissero quasi quotidianamente. Forse si trattava di una percezione psicologica.
O forse no.
Fatto sta che col passare degli anni quei segni, che tanto mi avevano preoccupato, o sono rimasti stabili o addirittura sono regrediti. Mi riferisco soprattutto a mali e disturbi vari.
Negli anni successivi ai 65 ho cambiato molto lo stile di vita (soprattutto alimentare): quindi ho attribuito quel risultato alla mia nuova dieta.
Ora penso che la vecchiaia, come ho scritto, proceda a salti: si scende sì, e non si torna più indietro, ma vi sono periodi nei quali il declino si arresta.
O almeno alcuni segni del declino cessano di procedere.
(per esempio le macchie scure sulla pelle delle mani).


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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08 marzo 2019

Incertezza (19-029)

Incertezza. (19-029)
Il mio cane è così vecchio che ormai è incapace di scendere o salire le scale.
Pertanto, quando usciamo, lo prendo in braccio (pesa solo 8 chili).
Di solito, quando non devo trasportare pesi, scendo le scale con disinvoltura: non mi pesa farlo e continuo a muovermi in modo automatico, senza troppa attenzione. Invece da quando ho il cane in braccio mi sento più incerto, mi viene da essere guardingo, di prestare attenzione a dove metto i piedi, soprattutto accendo la luce in quel tratto di scale che è in penombra.
Non è tanto la paura di cadere: è che non mi sento più sicuro al cento per cento delle mie gambe e dei miei piedi.
Non mi sento più così sicuro del mio corpo.


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06 marzo 2019

Tutto è relativo! (19-028)

È relativo! (19-028)
In auto: mi fermo a un passaggio pedonale per dare la precedenza a un anziano che si muove molto lentamente lungo le strisce. Guardandolo da vicino mi accorgo che deve avere la mia età. Si muove lentamente a causa di una evidente malattia (Parkinson, Alzheimer o altro).
Sbotto dicendo: "Non è tanto vecchio! Avrà la mia età."
La mia compagna di rimando: "Ma allora è vecchio!"

Più invecchio, più tendo a spostare in avanti la demarcazione della vecchiaia.
Ma questo gioco dovrà necessariamente cessare quando arriverò a ottant'anni (se mai ci arriverò!).


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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05 marzo 2019

Segni di vecchiaia (19-027)

Segni di vecchiaia. (19-027)

Nel continuo tentativo di discriminare fra malattie che dipendono dallo stile di vita e segni autentici di vecchiaia, ho scoperto uno inequivocabile fra questi ultimi.
Potevo già immaginarmelo, leggendo testi di paleontologia: la dentatura, per diana!
I denti hanno una loro vita che non è necessariamente quella del ... proprietario.
I denti invecchiano per conto loro.
Nel colore, per esempio: ingialliscono.
Ma soprattutto nel numero. I 32 denti canonici dell'essere umano adulto, da vecchi diminuiscono progressivamente.
Per quel che mi riguarda, già la mia formazione di denti in età giovanile si è fermata a 30: due denti del giudizio non mi sono mai spuntati. Col risultato che il mio dentista d'allora mi consigliò di estrarre i due terzi molari che non avevano il corrispondente sottostante. Così sono rimasto con 28. In età adulta persi un altro dente cariato con un'estrazione: 27.
In questi giorni ho effettuato l'estrazione di un dente che che mi si era spezzato: me ne restano 26.
Ma la mia dentatura attuale è malandata. Devo estrarre almeno altri due denti che mi dolgono. Resterò con 24.
Temo che passando gli anni ne perderò ancora.
Non è un classico immaginarsi i vecchi come sdentati?

E sì che un'alimentazione ricca di zuccheri e amidi (concentrati, quelli dei cereali)) induce proprio la carie.
Come dire: senza zuccheri e cereali i denti si conservano più a lungo.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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