Serve
più cultura. (19-039)
Nessuno
meglio di un medico di base ha conoscenza di come vive, si ammala e
muore la gente.
Una
buona conoscente, appunto medica di base, mi dice che non le capita
di rado assistere a pazienti che muoiono. La colpisce soprattutto la
morte delle persone molto anziane. Perchè spesso i parenti non
accettano la fine del parente, neppure quando questo è molto in là
negli anni. Neppure quando i segni della fine imminente sono
numerosi. Neppure se il paziente manifesta oggettivamente la sua
propensione a finire la vita: per esempio smettendo di mangiare.
La
medica, proprio per questa vicinanza col fine vita, dice una
cosa ovvia: la vita ha un inizio e una fine. Tutto ciò è naturale:
naturale l'inizio ed estremamente naturale la fine.
L'atteggiamento
dei parenti (e spesso anche dei vecchi) la fa arrabbiare, proprio per
questa mancanza di ragionevolezza: è tutto finito, perchè
continuare ad accanirsi?
La
nostra società è gravemente carente di cultura della fine.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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