La cassa. (19-032)
Ho partecipato al
funerale della mia con-suocera, mia coetanea.
Partecipazione,
commozione, toccanti ricordi di suoi ex alunni (era stata maestra di scuola
elementare).
Ho abbracciato suo
marito, impietrito dalla sorpresa ancor prima che dal dolore (questo
subentra più tardi).
Ma il momento più
scioccante è stato l'ingresso della bara: sapevo che là dentro
c'era una mia buona conoscente, defunta. La visione della cassa ha
reso concreta questa idea vaga che è la morte.
La morte sfugge, non si
lascia afferrare.
Anche perchè nella vita sono poche le persone che
vediamo morire o che vediamo morte: quelle sono le uniche occasioni
in cui la morte si fa presente in modo molto reale. Per il resto del
tempo ne possiamo parlare, ne possiamo sentir dire alla tv, possiamo
richiamarla vedendo passare un funerale: nulla di tangibile,
concreto, realmente reale.
La morte è un'aporia, un problema senza soluzione.
La morte è quanto di
più contraddittorio ci possa essere, per uno che sia vivo.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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