15 marzo 2019

La cassa (19-032)

La cassa. (19-032)
Ho partecipato al funerale della mia con-suocera, mia coetanea.
Partecipazione, commozione, toccanti ricordi di suoi ex alunni (era stata maestra di scuola elementare).
Ho abbracciato suo marito, impietrito dalla sorpresa ancor prima che dal dolore (questo subentra più tardi).
Ma il momento più scioccante è stato l'ingresso della bara: sapevo che là dentro c'era una mia buona conoscente, defunta. La visione della cassa ha reso concreta questa idea vaga che è la morte.

La morte sfugge, non si lascia afferrare. 
Anche perchè nella vita sono poche le persone che vediamo morire o che vediamo morte: quelle sono le uniche occasioni in cui la morte si fa presente in modo molto reale. Per il resto del tempo ne possiamo parlare, ne possiamo sentir dire alla tv, possiamo richiamarla vedendo passare un funerale: nulla di tangibile, concreto, realmente reale.

La morte è un'aporia, un problema senza soluzione.
La morte è quanto di più contraddittorio ci possa essere, per uno che sia vivo.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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