31 maggio 2016

Progetti (16-079)

Progetti. (16-079)
I progetti tengono in vita.
Più precisamente: avere dei progetti, fa dimenticare la morte, anche se anagraficamente ci è molto vicina. Progetto è la traduzione moderna del dono di Prometeo, cioè l'incoscienza, la cecità dell'uomo di fronte alla propria morte.
Chè se ne avesse chiara percezione, resterebbe paralizzato, non riuscirebbe più a vivere.
E non è necessario che i progetti siano eclatanti, ambiziosi, grandiosi.
Anche allevare i propri nipoti è un progetto magnifico, per chi lo comprende.

Progetti, dunque, cioè vita fino alla fine.
Albertazzi (vedi 16-078) aveva in mente di portare in scena un Romeo e Giulietta, recitato da lui e da Valeria Valeri, altra grande attrice, anziana. Dando della tragedia una nuova versione: i due amanti sarebbero stati dei vecchi.
Albertazzi non è riuscito a dar seguito al suo progetto.
È morto prima.

Un progetto dietro l'altro ti fa vivere fino all'ultimo.
Poi di colpo si muore.
E l'ultimo progetto non va in porto.
Ma si è vissuto pienamente fino all'ultimo giorno.

L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
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30 maggio 2016

E' morto Giorgio Albertazzi (16-078)

È morto Giorgio Albertazzi. (16-078)
Un grande attore italiano. Aveva 92 anni.
Ne scrivo qui come esempio di grande vecchio.
Ha calcato le scene fino a pochi mesi fa. È stato attivo fino all'ultimo.
In un'intervista di 15 giorni fa aveva dichiarato:
Sto andando via, lo so benissimo. Lo so, lo sento e non me lo nascondo. Ho il coraggio di dire che sto morendo … Io non ho paura, e non è una cosa strana, semplicemente la mia vita è alla fine. La vita inizia e poi finisce.”
Questo è un insegnamento, un modello, una luce, per noi vecchi superstiti.
Non è necessario morire di malattia.
Si può morire anche perchè ... si è alla fine.

Aveva anche detto: “La vecchiaia è più corporea della giovinezza, ti costringe a fare i conti col tuo corpo. Quando sei giovane non ti accorgi di averlo, il corpo. Ma poi arriva il momento in cui ti dice: no questo non lo puoi fare, perchè sei vecchio.”

Nella mia ricerca di testimonianze di vita vissuta da grandi vecchi, Albertazzi mi ha confortato.

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29 maggio 2016

Segni di vecchiaia* (16-077)

Segni di vecchiaia.* (16-077)
Tempo fa mi chiedevo:” Se le malattie non sono un segno di vecchiaia, quali sono i suoi segni autentici ?”(vedi 16-046).
Sicuramente la diminuzione degli interessi sessuali (un maschio lo nota subito).
Ma poi? Vi sono segnali che dicono: “è vecchiaia”?
Sì, certamente, e sono numerosi.
In questi giorni, più volte ho sfiorato un incidente in auto.
Non situazioni eclatanti, imprudenze gravi, rischio di morte.
Bensì piccole cose che comunque avrebbero portato danno.
Per esempio non accorgermi di qualche pedone o bicicletta quando faccio retromarcia. Oppure quando parto da fermo. Talvolta mi sfuggono dettagli della realtà circostante, che in caso di guida dell'automobile potrebbero essere gravi.
Tempo fa mi ero accorto di queste disattenzioni ed ero corso ai ripari: così, quando parcheggio l'auto a pettine sotto casa, faccio in modo di avere sempre la parte anteriore dell'auto nella direzione di partenza.
Oppure cerco di non guardare il paesaggio, quando guido: da giovane potevo permettermelo, anche se guardavo altro avevo sempre la vigilanza sulla conduzione del veicolo. 
Ora non più.
Se guido posso guardare soltanto la strada.
Questa è vecchiaia.

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25 maggio 2016

Il convegno di Be4Eat con Colin Campbell (16-076)

Il convegno di Be4Eat con Colin Campbell. (16-076)
Dopo meno di otto mesi si è ripetuto il convegno di ottobre ad Abano Terme (Padova): “Alimentazione vegetale e integrale”.
Non credevo che sarebbe stato un successo analogo al primo, perchè il tempo passato dal primo era limitato e tutto sommato il convegno sembrava una ripetizione.
Invece il successo è stato maggiore. Anche la qualità è stata superiore.
Con Colin Campbell (82 anni!) che si è superato per chiarezza, profondità e originalità.
La sala convegni era stracolma (600 posti a sedere, per tre giorni).
L'idea centrale è stata che le proteine animali (carne, uova, formaggio, latte, pesce) nella dieta dell'essere umano, producono gravi malattie, se sono superiori al 7-8% dell'apporto calorico quotidiano.
Gravi malattie: e cioè infarto, diabete, cancro, ictus, e altre malattie degenerative.
Numerose le testimonianze di medici che, facendo seguire ai propri pazienti una dieta vegetariana senza proteine animali (e senza prodotti raffinati industriali), hanno risolto casi di cancro (!!!), malattie cardiovascolari, diabete eccetera.
Che dire? Si tratta delle malattie della società occidentale. Che vengono al pettine in età avanzata. Occorrono decine di anni di dieta animale perchè le malattie si esprimano.
Sono le malattie degli anziani.
Ne ho parlato con qualche anziano.
Increduli.
Mi hanno chiesto come facevo ad assumere tutti i nutrienti mangiando solo vegetale.
Mi hanno detto che deve essere difficilissimo bilanciare i vegetali in modo da non andare incontro a carenze.
Tutti luoghi comuni, negati dalle ricerche scientifiche degli ultimi 100 anni.
Eppure ancora potentemente radicati nella testa della gente.
Ma soprattutto nella testa dei medici di base e specialistici.
Il fatto è che i medici non affrontano alcun esame di nutrizione durante i loro studi.
Cioè i medici sono sostanzialmente ignoranti in fatto di alimentazione.
Cosicchè agli ammalati di cancro che chiedono che cosa possono mangiare, viene risposto: “Un po' di tutto”.
Qualcuno durante il convegno ha proposto di denunciare penalmente quei medici.

Incredibile la testimonianza di un medico irlandese che ha lavorato per un anno all'ospedale delle isole Mauritius: si è accorto che nell'ospedale non esisteva un reparto di oncologia.
Cioè nessuno si ammalava di cancro.
La popolazione non mangia carne.


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24 maggio 2016

Ho partecipato al convegno con Colin Campbell (16-075)

Ho partecipato al convegno con Colin Campbell. (16-075)
Campbell è il più importante nutrizionista degli ultimi trent'anni. Non potevo perdermi l'ultima occasione di sentirlo dal vivo. Ha ottantadue anni e saggiamente ha dichiarato che questo era il suo ultimo convegno europeo (è statunitense).
Campbell è un esempio di anziano. Ha una lucidità sorprendente. Sa tenere la platea per un'ora e mezza con parole e concetti, senza seguire uno schema scritto. Usa le diapositive per illustrare alcuni passaggi del suo discorso, non per seguire il discorso. Soprattutto, i concetti che esprime sono di una eccezionale originalità.
Sa riflettere acutamente sulle sue ricerche, superando i limiti strettamente scientifici, per fare un discorso di sociologia della scienza.
Addirittura prefigura un nuovo tipo di scienza. Più sociale, dico io.
E questo per tre giorni di seguito.
L'avevo sentito in un altro convegno meno di un anno fa.
Dopo un anno mi sembra addirittura migliorato.
Miracoli della vecchiaia.

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15 maggio 2016

Libertà* (16-074)

Libertà.* (16-074)
Ho deciso: smetto di lavorare.
Decisione improvvisa, anche se ultimamente la stanchezza da lavoro era troppa.
L'ho deciso per migliorare la mia vita.
A settant'anni bisogna fare delle scelte. Bisogna decidere a che cosa si tiene e a che cosa no. Non c'è più l'energia della mezza età in cui si poteva far tutto.
Tutto sommato è espressione della libertà dei vecchi.

Ho preso questa decisione per migliorare la mia vita di coppia.
A parte il fatto che la mia compagna negli ultimi tempi era sempre più insoddisfatta della nostra relazione, in effetti la mia tendenza da vecchio è quella di isolarmi e fare le mie cose, non curandomi delle relazioni.
E questo non va bene.
Ho scelto di stare con lei in un tempo in cui ero maturo e non inesperto come un giovane.
Entrando nella vecchiaia ho scelto di nuovo, parendomi che con lei avrei potuto affrontare meglio l'ultima parte di vita, la più difficile.
Ora è il tempo di dar seguito a quelle scelte.
Liberare tempo per la nostra relazione.
Parlando con lei mi ha detto:”... ho investito molto nella nostra relazione ...”
Anch'io.

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14 maggio 2016

Insofferenza (16-073)

Insofferenza. (16-073)
Mi considero una persona paziente.
Ci vuole molto per farmi innervosire.
(meglio: mi innervosisco subito, ma non lo do a vedere e sopporto a lungo).
Ma le persone stupide non le sopporto da subito.
Dovrei definire che cosa intendo con stupidità.
Non ce l'ho con quelli chiaramente limitati, che non comprendono, poco intelligenti.
Bensì con coloro che comprendono normalmente, ma sono infarciti di luoghi comuni, idee superficiali, pregiudizi dettati da ignoranza.
Ci sto arrivando: non sopporto l'ignoranza e la banalità, che spesso sono accompagnate da arroganza.
Ecco il mix che mi manda fuori dai gangheri: superficialità e presunzione.
Non sopporto chi sputa sentenze su problemi giganteschi della società, non avendone fatto riflessione alcuna, ma semplicemente per idee orecchiate in giro, presumendo di avere già la soluzione in tasca.
Così, oggi, l'ennesimo padrone di cani che criticava il gruppetto di giovani che bighellona ai giardini (paventando terrribili commerci di droghe e dando già per scontato chi sono i colpevoli e volendo la mia solidarietà di giudizio), mi ha mandato in collera.
Gli risposto per le rime. Gli ho detto che prima di emettere sentenze bisogna avere delle prove, che non si può condannare chi ci appare diverso (giovane e magari extra-comunitari).
Mi sono mostrato insofferente.
Soprattutto perchè quell'individuo era un vecchio.
Non sopporto i vecchi superficiali.

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10 maggio 2016

Coetanei (16-072)

Coetanei. (16-072)
Ho incontrato due coetanei, stessa mia età. Buoni conoscenti della mia età giovanile e matura.
Due splendidi settantenni, marito e moglie.
Un incontro breve, qualche frase rubata per strada. Sufficiente però per cogliere la loro freschezza, la loro buona salute, il loro fisico tonico.
Ancora occupati (sono due lavoratori intellettuali), non hanno nessuna delle forme di degrado che talvolta vedo in vecchi della mia età.

Del resto, quando vado al parco coi cani, incontro spesso gruppi di anziani che fanno ginnastica. Anche loro sono in buona forma. Probabilmente senza diete rigorose, ma con un costante esercizio fisico.
Ci sono altri (oltre a me!) che vivono bene la vecchiaia. O almeno il suo inizio.
Altri che mantengono un buon fisico, una buona mente.
Invecchiare bene si può, dunque.
Non occorre essere dei maniaci della dieta come sono io.
Vi sono altri stili di vita che fanno invecchiare bene.
C'è speranza per tutti.
In fondo la vecchiaia è un'età come le altre (lo scrive Franca valeri).

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09 maggio 2016

La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia) (16-071)

La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia). (16-071)
Si tratta dell'ultimo libro di Franca Valeri, una grande attrice comica del mio paese.
Ha compiuto novantanni.
E scrive un libro di riflessioni in cui la vecchiaia è tema dominante (ma non unico).
Libro nient'affatto scontato.
Denso, originale, autentica miniera di frasi folgoranti. Quasi aforismi.
Sopravvivere è un lavoro. Bellissimo, secondo me ....
La giovinezza e la maturità sono età allo sbaraglio. Tutto può succedere. La vecchiaia no, si può programmare. A parte la conclusione …
La verità è che siamo propagandisti del passato …
A proposito, mi dispiace molto aver paura della morte ...
[ Ho ] consegnato all'eternità tutti (incredibile) i miei grandi amici …
Ma un vecchio senza amici “che ce sta a fa'?”

Come ho scritto altre volte, quello che manca a noi vecchi (ma anche all'intera società, solo che non se ne rende conto) sono i pensieri di quelli molto vecchi, che ci diano sprazzi di luce sugli ultimi anni di vita, e sulla vita.
Franca Valeri col suo libro ci illumina.

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07 maggio 2016

Floride, film (16-070)

Floride, film. (16-070)
Film coraggioso e bello  di P. Le Guay, sul rapporto fra un padre anziano e una figlia di mezz'età. 
Il padre presenta tutti i sintomi di una demenza senile incipiente, a tratti molto avanzata.
È il dramma di questo rapporto, in cui il vecchio sta perdendo contatto con la realtà.
La relazione si deteriora.
Il film presenta l'angoscia di questa situazione. Anche se il vecchio a tratti sembra quasi non averne coscienza, l'angoscia colpisce in pieno la figlia.
Il vecchio si dilegua, vive in un mondo tutto suo.

Non un film sulla vecchiaia, ma sulla vecchiaia malata.
E malata di una malattia delle peggiori, che tocca la mente e così mina le basi di qualsiasi rapporto umano.
Non può non toccare gli spettatori: quelli che hanno, o hanno avuto, un genitore in quelle condizioni e tutti gli altri che si possono identificare nel vecchio protagonista.

Ho detto alla mia compagna che dobbiamo risparmiare denaro per andare a morire in Svizzera, dove praticano l'eutanasia assistita.
Nelle condizioni dell'anziano protagonista non vorrei mai trovarmi.
Ma quando ciò accadesse, avrò il tempo per accorgermene?

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06 maggio 2016

Lasciar perdere (16-069)

Lasciar perdere. (16-069)
Negli ultimi tempi mi sono capitate varie contrarietà.

Nel lavoro, per esempio.
Per quanto lavori soltanto due giorni alla settimana, il mio lavoro è impegnativo. 
Quest'anno in modo particolare. Quando torno a casa sono uno straccio.
Si sta facendo strada nella mia testa l'idea di abbandonarlo.

Anche in famiglia ho difficoltà, a proposito di un nipotino. Mi sto impegnando perchè i genitori prendano provvedimenti. Ma i miei richiami cadono nel vuoto.
Mi è venuta l'idea di non insistere.

E sì che negli anni passati (da uomo maturo) ero tenace e caparbio.
Quando perseguivo un obiettivo, davo battaglia finchè non ottenevo risultati.
Mi sembra che stia cambiando qualcosa nel mio carattere.
Sono più disposto a lasciar correre.

Temo che sia un cambiamento dovuto alla vecchiaia.

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05 maggio 2016

Abitudini (16-068)

Abitudini. (16-068)
Alle nostre abitudini siamo affezionati. Spesso sono una seconda natura.
Addirittura una seconda pelle.
Così, cambiare consuetudini è difficile, difficilissimo.
Vero in generale, lo è ancor di più se si tratta di cibo.
Per cambiare occorre avere dei fortissimi motivi. Neppure una malattia è sufficiente. Occorre un insieme di conoscenze (sì, è necessario sapere), di motivazioni, di passione.
Spesso, di fronte ad analisi del sangue che indicano che stiamo mangiando male, ci rifugiamo nella scusa della genetica.
Non c'è niente da fare, la mia costituzione è questa, le mie malattie le avevano anche mio padre e mio nonno.” Fine di ogni possibilità.
Quale il passo successivo (avallato dai medici)?
Le pastiglie.
E pensare che basterebbe cambiare dieta.
Almeno provarci.

Che ciò succeda a un vecchio, è comprensibile.
Nei pensieri di un vecchio aleggia l'idea che la fine sia prossima.
Che vale sforzarsi?
È che oggi succede sempre più a uomini giovani.
Quarantenni (o poco più) che si rassegnano ad assumere farmaci per trenta o quarant'anni.
Che vecchiaia si stanno preparando?

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02 maggio 2016

Il vecchio collega, ancora (16-067)

Il vecchio collega, ancora. (16-067)
Ne scrivo ancora perchè è un anziano lucido e in forma.
Nella sua breve visita sul posto di lavoro di qualche giorno fa, ha parlato di altre cose oltre alla definizione lapidaria di morte come approdo.
Per esempio, sapendo della mia pratica vegetariana, ha detto: “L'altra sera mia moglie mi ha preparato delle cipolle al forno. Squisite!” Poi con un sorriso ha aggiunto: “Naturalmente le ho accompagnate da alcune fette di salame. Un piatto perfetto!”
Ha concluso con la solita trita battuta: non intende vivere da malato (cioè mangiando vegetariano), per morire da sano (cioè senza malattie).

Il vecchio collega mi ha dato da pensare.
È in buona forma, mentale e fisica, per quanto un po' appesantito.
È evidente che il suo stile di vita non è quello che io caldeggio.
È anche evidente che sta bene. O almeno che i disturbi della vecchiaia sono sotto controllo.
Pertanto lo stile non conta?
Vi è il fattore genetico (o meglio la flora intestinale, seguendo le ultime ricerche) da tener presente. La sua costituzione gli permette di avere uno stile di vita ancora spensierato a 85 anni. Probabilmente continuerà così fine alla fine. Disturbi potrebbe averne più avanti (quelli legati alle abitudini alimentari), ritardati rispetto a quelli che ho incontrato io e con me molti anziani.
O anche no.
Vi sono differenze fra anziano e anziano.
Chi è più fortunato, chi lo è meno.
Se si presenteranno inconvenienti più avanti nel tempo potrebbe benissimo adeguare il suo stile ai nuovi problemi.
Dubito che lo farà.
Cambiare in età avanzata è praticamente impossibile.
E così potrebbe morire per malattie che ascriverà alla vecchiaia avanzata.
Anche se dal mio punto di vista non è così.
Ho avuto la fortuna di avere magagne già a 65 anni.
E di cambiare di conseguenza.


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