Abitudini.
(16-068)
Alle
nostre abitudini siamo affezionati. Spesso sono una seconda natura.
Addirittura
una seconda pelle.
Così,
cambiare consuetudini è difficile, difficilissimo.
Vero
in generale, lo è ancor di più se si tratta di cibo.
Per
cambiare occorre avere dei fortissimi motivi. Neppure una malattia è
sufficiente. Occorre un insieme di conoscenze (sì, è necessario
sapere), di motivazioni, di passione.
Spesso,
di fronte ad analisi del sangue che indicano che stiamo mangiando
male, ci rifugiamo nella scusa della genetica.
“Non
c'è niente da fare, la mia costituzione è questa, le mie malattie
le avevano anche mio padre e mio nonno.” Fine di ogni possibilità.
Quale
il passo successivo (avallato dai medici)?
Le
pastiglie.
E
pensare che basterebbe cambiare dieta.
Almeno
provarci.
Che
ciò succeda a un vecchio, è comprensibile.
Nei
pensieri di un vecchio aleggia l'idea che la fine sia prossima.
Che
vale sforzarsi?
È
che oggi succede sempre più a uomini giovani.
Quarantenni
(o poco più) che si rassegnano ad assumere farmaci per trenta o
quarant'anni.
Che
vecchiaia si stanno preparando?
L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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