31 agosto 2020
Una pagina significativa di sei anni fa sul fine-vita (20-100)
Una pagina significativa di sei anni fa sul fine-vita. (20-100)
Finire. (14-147). Nella pagina precedente citavo una trasmissione televisiva su Tiziano Terzani. Il figlio di Terzani ricordava che suo padre, dopo che si era ammalato di cancro, aveva passato un lungo periodo in India, avendo solo rapporti con un vecchio saggio indiano. Dopo la morte di Terzani il figlio era andato a coscere l'indiano. Nell'intervista ricordava che successivamente anch'egli era morto:”Quando pensò che la sua fine fosse giunta, smise di mangiare e morì.”
Alcuni anni fa in un'altra trasmissione si intervistava una suora indiana che assisteva degli anziani, prima della loro morte. La suora viveva in una struttura che accoglieva anziani moribondi. Alcuni di essi avevano deciso di por fine alla loro vita, smettendo di mangiare.
È evidente che in India c'è una lunga tradizione. Chi non vuol più vivere può farlo.
Nel modo più semplice possibile: smettendo di alimentarsi.
Se penso a come ci comportiamo in occidente, la distanza è enorme.
Mi viene in mente la pratica aberrante dell'alimentazione forzata attraverso un sondino gastrico. Quando un anziano non riesce più a deglutire, invece di prendere questa perdita come un segnale che la fine è arrivata, si costringe il povero vecchio a vivere ancora, col sondino.
Anche tutta la discussione (etica, medica, giuridica) che c'è in occidente sull'eutanasia, è poca cosa rispetto alla pratica indiana di smettere semplicemente di mangiare.
Non è la stessa cosa , lo capisco.
Ma che differenza fra una pratica naturale e la sofisticata tecnologia occidentale!
Una domanda: che coraggio si deve avere per smettere di mangiare?
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
29 agosto 2020
Il signor Silvio (20-099)
Il signor Silvio. (20-099)
Tengo d'occhio alcuni anziani in età molto avanzata. Per carpir loro qualche informazione sull'ultimissima parte della vita. Fra questi il mio vicino di pianerottolo, il signor Silvio, novantatreenne.
Non esce più di casa. Stenta a camminare, a causa di varie patologie, fra le quali forse il diabete. Fino a uno-due anni fa, dalla primavera inoltrata all'autunno, si metteva in terrazza seduto a un tavolino a fare i suoi solitari di carte, o a leggere.
Dall'estate scorsa non lo fa più.
Mi ha spiegato che il caldo eccessivo degli ultimi anni gli fa venir mal di capo e così è costretto a restare in casa con l'aria condizionata. Adesso, in questo ultimo scorcio di agosto il caldo si è attenuato e qualche volta compare all'aperto. Ha cambiato posizione, e ora mi vede distintamente quando anch'io esco in poggiolo. Siccome è sordo, mi limito a salutarlo con ampi gesti delle braccia, ai quali risponde nello stesso modo. È ancora lucido e presente: si informa su quanto ho nella terrazza. Si è accorto della scomparsa di due alberelli di mimosa che mia moglie ha regalato a un'amica, delle tende da sole che apro ogni giorno, dei rami di origano che puntualmente mi regala ogni estate, perchè io lo possa seccare e conservare in vaso. Talvolta viene a trovarlo il fratello o la nipote, coi quali conversa a lungo all'aperto.
In questi giorni si limita a guardare l'esterno, a osservare quanto succede attorno a casa. Niente letture, niente solitari. So che in casa guarda molto la tv, seduto in poltrona.
Insomma è ancora presente a se stesso e agli altri, ma il corpo è in difficoltà.
Così è la vita degli ultimi anni.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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28 agosto 2020
L'ultima volta, altri motivi (20-098)
L'ultima volta: altri motivi. (20-098)
Ho scritto (vedi 20-089) che non andrò più in futuro a camminare col mio amico in montagna, da rifugio a rifugio. Ho addotto motivi fisici e anche psicologici. Mi soffermo ancora su questi ultimi.
Nei vent'anni di camminate, motivo di piacere era anche l'organizzazione del viaggio. Raccordare le prenotazioni dei rifugi, dotarsi di un piano B nel caso che non si riuscisse a raggiungere un certo rifugio, organizzare i mezzi pubblici per giungere sul posto, preparare con cura lo zaino, con tutto ciò che avrebbe potuto servire, pesando in aggiunta ogni oggetto inserito, per non superare gli 8-9 kg complessivi: tutto ciò mi dava soddisfazione e le difficoltà mi spronavano a trovare soluzioni.
Anche quest'anno l'ho fatto. Per la prima volta non ne ho provato piacere. Anzi mi è pesato. Ho sentito come un fardello gravoso la parte precedente il viaggio. Invece di darmi piacere mi ha contrariato, perchè avrei voluto che fosse tutto più semplice.
Ho constatato che sto sempre più detestando le cose complicate.
Sì, è stata proprio l'ultima volta.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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27 agosto 2020
Due stecchi (20-097)
Due stecchi. (20-097)
Non mi osservo molto spesso allo specchio. Per lo più si tratta di occhiate fuggevoli in qualche specchio di casa, mentre gli passo davanti seminudo.
Ieri stavo cercando un paio di pantaloni adatti alla nuova temperatura (dovuta a dei temporali estivi) e mi sono visto con le gambe nude: due stecchi! Sono rimasto impressionato dalla loro magrezza ed esilità.
È tipico delle persone molto anziane, soprattutto maschi, l'avere gambe sottili, spesso sproporzionate rispetto al resto del corpo. Ho perso massa muscolare in questi ultimi tempi. Nonostante che faccia almeno 10.000 passi al giorno e che abbia preso l'abitudine di fare le scale di casa in salita a due gradini per volta. Insomma mi muovo.
Ma non basta.
Del resto di questa nuova situazione mi sono reso conto quando sono andato a camminare in montagna, due settimane fa: per la prima volta in ogni salita provavo una fatica fuori dal consueto.
L'anno scorso il geriatra mi aveva detto che avevo poca massa magra e aveva prescritto una serie di esercizi fisici quotidiani e almeno due ore e mezzo di camminata veloce alla settimana. L'ho fatto soltanto per qualche mese, poi me ne è mancata la motivazione, soprattutto perchè ero convito che i 10.00 passi bastassero. Non è così.
Sono a un bivio: o seguo scrupolosamente le indicazioni del medico, oppure mi rassegno e lascio che il corpo segua il suo declino naturale.
È una scelta gravida di significato.
Significa: o mi arrendo al declino naturale del mio corpo, cioè mi arrendo alla vecchiaia e dunque alla fine della vita; oppure mi oppongo, combatto per rubare brandelli ulteriori di vita 'normale' al decorso inevitabile della vecchiaia.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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24 agosto 2020
Pensieri e ripensamenti (20-096)
Pensieri e ripensamenti. (20-096)
Impareggiabile vicina di casa novantenne!
Dice: "Ci vedo molto poco, non riesco più a leggere. Ho le gambe deboli, non esco più di casa. Ci sento ancora, ma la musica non mi attrae più. Che cosa mi resta da fare? Pensare. Ho cominciato a pensare molto. Alla mia vita per esempio ..."
E continua: "Da giovane stavo in una città molto bella, sul mare e con le colline vicine. Anche d'estate non faceva mai troppo caldo. Avevo un ottimo lavoro. Poi ho conosciuto mio marito. Ho lasciato città, lavoro e mi sono trasferita in Italia, in una città meno bella, senza un lavoro, a parlare una lingua che non era la mia. Chi me lo ha fatto fare?"
Una vita lunga permette di pensare molto.
E di fare analisi impietose delle proprie scelte.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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23 agosto 2020
La fragilità del mio ultimo vecchio cane (20-095)
La fragilità del mio ultimo vecchio cane. (20-095)
Ha ormai 13 anni il mio ultimo cane sopravvissuto. Più o meno la mia età, traducendola in anni umani (74). Non certo di primo pelo.
Da alcuni mesi ha mostrato segni di debolezza, nuovi per lui, che è sempre stato sano e vivace.
Ha cominciato alla fine dell'anno scorso con dei mugolii, ogni volta che si muove, specialmente di notte quando cambia posizione. L'ho inteso come segno di un qualche dolore o fatica nel fare i movimenti normali. Proprio come i vecchi umani che alzandosi da seduti emettono qualche sospiro o qualche piccolo gemito.
In primavera poi ha avuto un improvviso comportamento anomalo ossessivo, che non accennava a scomparire, tanto da doverlo ricoverare in una clinica per animali. Si è ripreso senza che gli sia stata diagnosticata una qualche forma patologica. Comunque l'ho interpretata come incapacità a far fronte senza danni a qualcosa che è successo nella sua psiche o nel suo cervello. Temo che si ripresenti.
Infine qualche mese fa ha ingerito un osso che si è bloccato nell'esofago: non è stato più capace di rimuoverlo. Anche stavolta è stato ricoverato in clinica, per l'asportazione.
Tutti segni di un'aumentata debolezza.
I vecchi diventano fragili.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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22 agosto 2020
Vita lunga (20-094)
Vita lunga. (20-094)
Vi sono vantaggi e svantaggi a vivere a lungo.
Spesso in questo diario ho scritto dei vantaggi, quali per esempio una maggior conoscenza della vita. Oppure uno sguardo d'insieme migliore sulla vita. O ancora la possibilità di aver vissuto anche la sua ultima parte (il quinto ventennio), un'esperienza non di tutti.
Ma gli svantaggi non sono minori.
L'ultima parte vede non solo il drastico affievolirsi delle forze, bensì la perdita frequente dell'autonomia, lo scomparire di conoscenti e amici, la diminuzione della propria capacità di comunicare con gli altri.
Da una locandina funebre letta in quartiere ho appreso che è defunta la vecchia proprietaria di un ufficio che avevo affittato una ventina d'anni fa. Aveva 96 anni. Età ragguardevole. Non conosco il suo livello di salute o di autonomia e quindi non so valutare se quei dieci e più anni vissuti dalla signora rispetto all'età media delle donne in Italia, siano stati un vantaggio o uno svantaggio. Ma ho saputo che due o tre anni fa era morto suo figlio.
Dolore non piccolo e sicuramente raro.
Ecco, in una vita lunga può accadere di sopravvivere ai figli.
La vita lunga può anche dare tale sofferenza in più, normalmente assente nella popolazione normale, se non in caso di disgrazia.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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16 agosto 2020
Seimila anni (20-093)
Seimila anni. (20-093)
La figlia della mia compagna e suo marito mi hanno intercettato con l'auto mentre passeggiavo col cane. Hanno accostato e si sono fermati.
"Ti abbiamo riconosciuto dal cane, ma prima ancora dal passo e ci siamo detti che con quella andatura vivrai ancora seimila anni!"
Iperbole paradossale, che voleva significare che mostro ancora un'energia che non corrisponde al 75° anno di vita in cui sono entrato di recente.
Mi ha fatto piacere, ma non è così.
Non può essere così.
Proprio quest'anno (vedi 20-089) ho registrato l'affievolirsi delle mie forze fisiche, tanto che non continuerò più a organizzarmi una settimana annuale di camminate in montagna da rifugio a rifugio.
Ma c'è dell'altro.
Invecchiare non significa soltanto diminuire l'energia fisica. C'è anche la psiche che cambia e fa essere più timorosi, meno desiderosi di piccole avventure, di sforzi e fa dire: "Chi me lo fa fare?"
Vecchiaia significa anche perdita di motivazioni.
E poi c'è il cervello, che invecchia: meno attenzione, meno lucidità.
Tutto questo non si vede dalle gambe.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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15 agosto 2020
Supermercati (20-092)
Supermercati. (20-092)
Sono numerose le volte che in questo diario ho descritto scenette viste al supermercato (vedi ad esempio n. 20-090). In qualche occasione ho anche riflettuto sul fatto che la vita sociale degli anziani si restringe al punto che le uniche occasioni per incontrare gente sono le chiese e, appunto, i supermercati. Anche perchè l'attività lavorativa residua per un vecchio è quella di andar a far la spesa.
Non avevo ancora riflettuto che probabilmente anche per me sta succedendo lo stesso. I supermercati rappresentano la società alla quale appartengo, il luogo in cui incontro persone, scambio parole, osservo il mondo.
Eh sì, perchè sono vecchio anch'io.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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14 agosto 2020
Solitudine (20-091)
Solitudine. (20-091)
Quest'anno ho fatto parzialmente da solo l'annuale camminata in montagna di una settimana. Il mio amico tergiversava, non se la sentiva più e così abbiamo raggiunto il compromesso di limitare a tre sole giornate il nostro sodalizio. Io, non volendo rinunciare ad altri tre giorni, ho deciso di percorrerli da solo. Non avrei fatto salite impegnative, nè percorso passi impervi, nè mi sarei spostato da rifugio a rifugio con i circa dieci kg di zaino sulle spalle. Ciononostante sarei stato da solo, cosa che in montagna è meglio non fare, soprattutto se si è vecchi, perchè si è lontani da ogni aiuto e soccorso.
Ma forse volevo mettermi alla prova (vedi 20-089). Così per il secondo giorno ho scelto un percorso breve e facile. Ma era nuvolo e minacciava pioggia. A un certo punto mi si è parato davanti un ponte tibetano, per attraversare un torrente: nulla di pericoloso, ma comunque un ponte sospeso alto una trentina di metri, lungo un centinaio e il cui fondo era costituito da lamiera traforata, che permetteva di vedere il salto che si stava compiendo, inquietante se uno soffre di vertigini. Giunto felicemente sull'altra sponda le indicazioni
del percorso erano ambigue. Ho dovuto fermarmi per consultare la carta topografica. In quel momento ha cominciato a piovere. Ho dovuto indossare mantella e ghette: la consultazione della carta è stata difficoltosa. Tutto molto normale per chi si muove per sentieri. Ma ho sentito il peso di essere da solo.
Non so perchè, ho collegato quella situazione alla solitudine della morte.
Ciò che stavo vivendo mi ha ricordato che a morire si è soli.
Anche se qualcuno ci tenesse la mano.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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13 agosto 2020
Bei gesti (20-090)
Bei gesti. (20-090)
In coda alla cassa del supermercato.
Ero preceduto da un anziano di prima fascia (60-65 anni) e da una anziana anziana. Quest'ultima aveva fatto un modesto acquisto, ma all'atto del pagamento aveva aperto il borsellino pieno di monete delle vecchie lire e non di euro e voleva pagare con queste. La cassiera gentilmente le spiegava che non erano più in corso legale e non poteva accettarle. La vecchia, dopo un debole tentativo di resistenza, non ho capito se per mancata comprensione o se per grave indigenza, ha rinunciato all'acquisto. Stava dunque andandosene, quando chi mi precedeva le ha detto: "Posso pagare io per questa bella signora?" L'anziana ha accettato e ringraziato, ha preso il suo acquisto ed è uscita.
Quello che poteva essere un gesto di elemosina è stato trasformato da quel signore in un gesto di galanteria e come tale è stato accolto, senza alcuna parvenza di umiliazione.
Che generosità e finezza d'animo!
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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11 agosto 2020
L'ultima volta, davvero (20-089)
L'ultima volta, davvero. (20-089) (11/08/20)
Dopo tre anni di sosta sono tornato in montagna col mio amico a camminare per sentieri. Per motivi vari, i primi tre giorni sono stato da solo. Complici un tempo nuvoloso e piovoso, la mancanza di compagnia e le forze fisiche diminuite, non è stata una esperienza gratificante. Per la prima volta in tanti anni lo sforzo fisico non è stato soddisfacente, la motivazione ad andare avanti si è affievolita, la fatica ha prevalso sul piacere.
Quando è arrivato il mio amico, la situazione è migliorata, ma non al punto da cancellare la prevalenza della fatica sul godimento. Affrontando una salita ero contrariato dalla sua lunghezza, dalla ripidezza, che mi pareva sempre eccessiva, dall'asperità che mi costringeva a una grande attenzione nella scelta del punto d'appoggio. E salendo pensavo alle difficoltà del cammino di ritorno, perchè la discesa non è meno impegnativa della salita.
Sono nel settantacinquesimo anno di vita: è stata l'ultima volta di queste camminate.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
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02 agosto 2020
Gli errori dei figli (20-088)
Gli
errori dei figli. (20-088)
Mio
figlio ha quasi 50 anni. Si è formato una sua famiglia da circa 5
anni ed è alle prese con tutti i problemi di una famiglia giovane.
In questo periodo ha dovuto fare scelte importanti e altre più
semplici. Come tutti.
Agli
inizi della sua vita familiare ho cercato di assisterlo con i miei
consigli, soprattutto per quanto riguarda i figli, ma ha reagito
malamente, nel senso che mi ha detto esplicitamente di stare al mio
posto di nonno e non sostituirlo nel suo ruolo di genitore.
È
giusto, mi son detto.
E
mi sono ritirato.
Ebbene
in questo periodo ha fatto una serie di scelte che ho disapprovato,
ma sono stato zitto. Eppure è incredibile la quantità di errori
plateali che ha compiuto (hanno compiuto, lui e sua moglie). Partendo
da quando si è licenziato da un lavoro a tempo indeterminato (in
tempi di crisi!) e da quando dopo un anno anche sua moglie si è
licenziata, rinunciando anche lei a un tempo indeterminato. O quando,
con due figli piccoli, hanno voluto a tutti i costi prendersi un
cane. Che è una cosa bellissima, soprattutto per i bambini, ma ha i
suoi notevoli impegni. O quando ancora si è messo a fare spese
elevate contando sulle due liquidazioni, che naturalmente sono finite
subito.
Insomma,
a posteriori, mi sembra impossibile che abbia fatto una serie nutrita
di scelte tutte sbagliate! Scelte che io vedevo già prima quanto
fossero sbagliate.
Mi
è venuto in mente quando ero giovane anch'io e mio padre mi dava
consigli che ho sempre disatteso. Sto ripercorrendo i tempi di
allora, a ruoli invertiti.
Non
c'è niente da fare. Ogni età deve fare la sua esperienza, fare i
propri errori. Non contano nulla le opinioni di chi è più vecchio.
L'esperienza
non si trasmette.
Gli
errori bisogna farli in proprio, per imparare.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una
sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi
annuale il 31 dicembre.
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