14 agosto 2020
Solitudine (20-091)
Solitudine. (20-091)
Quest'anno ho fatto parzialmente da solo l'annuale camminata in montagna di una settimana. Il mio amico tergiversava, non se la sentiva più e così abbiamo raggiunto il compromesso di limitare a tre sole giornate il nostro sodalizio. Io, non volendo rinunciare ad altri tre giorni, ho deciso di percorrerli da solo. Non avrei fatto salite impegnative, nè percorso passi impervi, nè mi sarei spostato da rifugio a rifugio con i circa dieci kg di zaino sulle spalle. Ciononostante sarei stato da solo, cosa che in montagna è meglio non fare, soprattutto se si è vecchi, perchè si è lontani da ogni aiuto e soccorso.
Ma forse volevo mettermi alla prova (vedi 20-089). Così per il secondo giorno ho scelto un percorso breve e facile. Ma era nuvolo e minacciava pioggia. A un certo punto mi si è parato davanti un ponte tibetano, per attraversare un torrente: nulla di pericoloso, ma comunque un ponte sospeso alto una trentina di metri, lungo un centinaio e il cui fondo era costituito da lamiera traforata, che permetteva di vedere il salto che si stava compiendo, inquietante se uno soffre di vertigini. Giunto felicemente sull'altra sponda le indicazioni
del percorso erano ambigue. Ho dovuto fermarmi per consultare la carta topografica. In quel momento ha cominciato a piovere. Ho dovuto indossare mantella e ghette: la consultazione della carta è stata difficoltosa. Tutto molto normale per chi si muove per sentieri. Ma ho sentito il peso di essere da solo.
Non so perchè, ho collegato quella situazione alla solitudine della morte.
Ciò che stavo vivendo mi ha ricordato che a morire si è soli.
Anche se qualcuno ci tenesse la mano.
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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