30 novembre 2019

Luce (19-134)

Luce. (19-134)
La mia compagna si è lamentata di avere un luce scarsa in cucina (lei cucina molto e ama cucinare). Ho cambiato la lampadina, quasi triplicando i lumen di emissione.
Che bella luce!
Già che c'ero ho cambiato anche la lampadina del bagno. Intendo cambiare quelle dell'ingresso e del soggiorno.
Più luce, per diana!
Invecchiando, si perde vista. 
Occorre più luce per vedere come quando si era nell'età di mezzo.

La luce ha anche un significato simbolico. È sinonimo di vita.
Più luce, più vita, dunque.
Ricordo mia nonna che, nonostante fosse molto vecchia, diceva: 
"Mi piace ancora questa lucetta!"


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 novembre 2019

Un sms (19-133)

Un sms dall'Unità Locale Sanitaria. (19-133)
Ho ricevuto un messaggio telefonico dall'Usl della mia provincia. 
Mi invitava a vaccinarmi contro ... l'influenza! Ho saputo che tale messaggio è stato inviato a tutte le decine di migliaia di abitanti anziani della mia provincia. La vaccinazione è gratuita (mi pare).
Non l'ho fatto.
E non lo farò neppure in futuro.
Capisco che l'influenza possa essere facile causa di morte per un anziano. Soprattutto perchè i vecchi hanno difese immunitarie molto basse. Capisco che un anziano ammalato costituisca un aggravio di spese per la collettività. Ma faccio due considerazioni.
Prima.
Un anziano, molto anziano, in qualche modo deve morire: l'influenza è un buon modo di por fine alla nostra esistenza di vecchi. Rapido e relativamente indolore. Quindi la vaccinazione prolungherebbe un'esistenza già ridotta al lumicino. Meglio lasciar fare alla natura: se l'anziano supera la crisi influenzale significa che ha ancora qualche strumento per sopravvivere, altrimenti non ha mezzi e soccombe. Meglio che soccomba.
Seconda.
Non sarebbe meglio aumentare le difese immunitarie piuttosto che ricorrere a un vaccino? Quali interessi economici sono in ballo in questa smania di vaccinare tutti e di più, almeno qui in Italia?

Le difese immunitarie si migliorano prima di tutto con un'adeguata alimentazione di vegetali freschi (e non con cibo industriale conservato), poi con una supplementazione di alcune vitamine delle quali gli anziani sono gravemente carenti (la D3 e la B12), infine con un potenziamento della flora batterica intestinale, che si può ottenere facilmente con l'assunzione di kefir, da fare comodamente a casa propria.
Senza spese, senza farmaci, senza vaccini.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 novembre 2019

Un'altra pagina di cinque anni fa (19-132)

Un'altra pagina di cinque anni fa. (19-132)
Ancora per un confronto.
 
Le ore della sera. (14-134) (11/07/14)

Qualche sera fa siamo usciti a mangiare una pizza con mio figlio e la sua compagna. Era tardi, perchè mio figlio aveva finito tardi. Confesso che avevo già sonno quando sono arrivato in pizzeria. E così, nei discorsi sui cognomi delle nostre famiglie, ho fatto qualche confusione fra gli eventi della famiglia di mia moglie e quelli della famiglia di mia nuora.

Errore innocente, ma sono stato colto in flagrante. I presenti hanno sorriso. Io sono stato imbarazzato. Non l'hanno detto, ma tutti avranno pensato:”... ecco il vecchio che perde colpi ...”


Fa parte della nostra età, essere meno lucidi di sera.

Alla sera non riesco più a leggere. Mi addormento subito, o, peggio, continuo a leggere senza trattenere. Mi è poi impossibile studiare qualche testo impegnativo, sempre di sera. Inoltre di sera scompare anche il desiderio di uscire, incontrare gente, fare una telefonata.

Non c'è nulla da fare. Questa è la realtà.

Contro-misure: faccio al mattino quello che dovrei fare la sera. Al mattino comprendo tutto, ricordo bene, sono vigile.

Oppure nel tardo pomeriggio mi prendo un caffè: allora un po' di lucidità rimane anche in serata.


Noi vecchi non siamo fatti per le ore piccole.


Da allora non è cambiato niente!


27 novembre 2019

Talvolta (19-131)

Talvolta. (19/131)
A volte mi sembra di star pacificandomi con l'idea di finire la vita, cioè di morire.
Perchè tale sentimento? Sono moderatamente soddisfatto di ciò che ho fatto nella vita.
(ho scritto moderatamente perchè qualche rimpianto ce l'ho)
Non ho progetti importanti da concludere (oddio, qualcuno ci sarebbe, ma poi non così determinante per la mia vita). Sono contento dei miei quattro nipoti. Ho un rapporto affettivo che recentemente si è stabilizzato.
La mia vita è già compiuta così.
Meglio se vivo ancora un poco (come dice la mia vecchia zia di 95 anni), ma in fin dei conti quella che ho vissuto è una vita già buona in sè (sono stato fortunato).

Pacificarsi con la propria fine è buona cosa, anche se per il momento mi capita solo di tanto in tanto.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

26 novembre 2019

Sono vecchio? (19-130)

Sono vecchio? (19-130)
E che diamine!
Una domanda così non può che essere retorica per uno come me che ha già 73 anni.
Però, complice l'attività fisica che conduco ormai da sei mesi in modo regolare, complici gli integratori che assumo abbastanza regolarmente, complice anche la constatazione che nell'ultimo anno mi sono ammalato poco (e se mi è capitato tutto si è risolto in breve tempo), mi pare di non essere ancora entrato nella vecchiaia! (dimenticavo: complice anche il kefir che assumo da cinque mesi)
Eppure i segni di anzianità ci sono tutti, e non sto qui a ripeterli.
Vivo la presenza contemporanea di elementi certi di vecchiaia e potenzialità dell'età di mezzo. Ripenso alla conclusione di non so che società di geriatria: oggi la vecchiaia comincia a 75 anni, non più a 65.
Ho cominciato questo diario troppo presto!
O forse incarno proprio la bipolarità di una vecchiaia intermedia.
Come nell'adolescenza, in cui non si è ancora adulti e contemporaneamente non si è più bambini.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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20 novembre 2019

Una pagina di Massimo Recalcati (19-129)

Una pagina di Massimo Recalcati. (19-129)
"Gli animali sono immortali"
Nel mondo animale non ci sono cimiteri, non ci sono sepolcri, non esiste culto dei morti, non esistono giorni celebrativi dedicati ai morti. Gli animali sono, per certi versi, eterni, immortali; essi non fanno mai esperienza della morte. […] Diversamente, l’umano è radicalmente mortale. […]
Diversamente dal carattere immortale della vita animale, la forma umana della vita è, dunque, assediata dalla morte, dalla presenza sempre presente della sua fine. Non solo e non tanto dall’approssimarsi inesorabile della morte come fine ultimo della vita, come spegnimento finale, senza ritorno possibile, della vita, ma, soprattutto, dalle ferite che essa incide sul corpo e sull’anima di chi è ancora vivo. […] La ferita della morte ha infatti sempre due facce: riguarda chi muore e chi resta vivo di fronte a chi muore; colpisce il morto e colpisce chi resta, che deve sopportare il peso del morto, di chi, non essendo più tra noi perché è entrato nel regno dei morti, ha scavato un buco nel mondo. [...]
La ferita della morte definisce la forma umana della vita in quanto tale; il trauma reale della morte di chi ci è stato caro ci costringe ad impattare contro il reale della morte che nessun esercizio simbolico – nemmeno quello dell’arte – ha il potere di neutralizzare.
Massimo Recalcati (a cura di), "Burri - la ferita della bellezza", Magonza, Arezzo 2019, pp. 13-14.


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19 novembre 2019

Un'altra vecchia pagina di diario (19-128)

Un'altra vecchia pagina di diario. (19-128)

Farsi aiutare. (14-132) (09/07/14)
La mia vicina di casa, ottantacinquenne, ieri mi ha chiesto di accompagnarla al Pronto Soccorso. Nulla di grave, ma aveva un occhio gonfio, molto infiammato. L'ho accompagnata di buon grado, contento che finalmente mi avesse chiesto aiuto.
Più volte in questi mesi le ho proposto di farle piccoli servizi, quelli che lei alla sua età fatica a fare (e il marito è ancora più anziano).
Noi vecchi siamo nella fase calante della vita. Ma proveniamo da un'età nella quale facevamo tutto. Non avevamo bisogno d'aiuti. O, se ne avevamo bisogno, chiedevamo a nostri pari. Giunti nella vecchiaia, stentiamo a chiedere aiuto. Perchè stentiamo a riconoscere di esserci indeboliti. Ci rendiamo conto che l'aiuto che chiediamo non è più fra pari.
Pudore, orgoglio, abitudine a far da soli?
Dovremmo imparare dai bambini. Chiedono aiuto agli adulti, senza complessi, come cosa naturale.
Dobbiamo imparare a far ridiventare normale la richiesta d'aiuto.

18 novembre 2019

Una battaglia (19-127)

Una battaglia. (19-127) 
Dato che un mese fa sono stato colpito da herpes zoster, praticamente senza dolore, ho passato in rassegna tutti gli interventi di medicina preventiva ai quali mi ero sottoposto nei mesi precedenti.
Ho cominciato un anno fa con vitamine B12 e D3; poi vitamine del gruppo B e acido lipoico (protegge le guaine mieliniche del sistema nervoso, sembra portentoso). A gennaio ho assunto il Mac 5, un ricostituente ayurvedico, e alla fine Microflorana, un prodotto che migliora la flora intestinale. A marzo di nuovo le vitamine succitate e ancora acido lipoico; ad aprile   una moderata attività fisica; a maggio scorso omega 3 e un antinfiammatorio: ribes nigrum. 
A giugno ho cominciato ad assumere il kefir di latte (vasta letteratura sui suoi benefici). Col kefir ho continuato fino a oggi prima con quello da latte intero, poi con quello da latte totalmente scremato e infine da un mese col kefir d'acqua. Da due mesi ho cominciato a far ginnastica ogni mattina (non più di 20 minuti). In questo mese ho ripreso l'acido lipoico e il complesso vitaminico B.
E' impressionante la quantità di integratori che ho assunto! E anche l'attività fisica che svolgo (ogni giorno almeno 10.000 passi).
Mi sembra di aver intrapreso una battaglia per impedire il degrado del mio fisico.
Scopro così che ho iniziato, quasi inconsapevolmente, una lotta contro la vecchiaia.

Non sarebbe meglio lasciar deperire il mio corpo, così come natura vorrebbe?

Per il momento, no.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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10 novembre 2019

Una pagina di cinque anni fa. Ancora attuale (19-126)

Una pagina di cinque anni fa. Ancora attuale. (19-126)

Cassandra. (14-131) (08/07/14)
Era una delle figlie del re di Troia, secondo Omero, nell'Iliade.
Prevedeva il futuro, ma era inascoltata.
In questi giorni di ferie ho provato a raccontare le mie scoperte in fatto di vecchiaia, alimentazione e malattie. Ho raccontato che vecchiaia non significa malattia. Che una sana alimentazione può prevenire le cosiddette malattie della vecchiaia. Che si può morire di vecchiaia e non di malattia.
L'ho raccontato ad amici, conoscenti, sconosciuti.
Ho fornito ricerche, testi, concetti.
Risultato: incredulità, sorrisi, scarsa accettazione.
O anche peggio:” Ah, ormai mangio carne solo due volte a settimana. Poco formaggio e uova.” C'è una gran distanza fra l'essere vegani e questa scimmiottatura di stile salutistico.

L'idea che la vecchiaia porti necessariamente malattie come diabete, infarto, ictus, cancro, è fortemente radicata nella testa della gente.
Eppure basterebbe leggere il libro The China Study di Colin Campbell, per cambiare idea.
Il fatto è che non si vuole cambiare idea. Perchè non si vuole cambiare stile di vita.
Soprattutto non si vuole cambiare tipo di alimentazione. Non si vuole diventare vegetariani (senza uova e latticini, cioè vegani).
Si può essere vegetariani per principi etici. Ma anche per mantenere la salute.
Non importa la motivazione: basta diventarlo per risparmiarsi le malattie della vecchiaia.

Mi sento come Cassandra (sì, sì, è un po' esagerato!).
Solo che le mie profezie, non sono di sventura.
Servono a vivere meglio l'ultima età della vita.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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09 novembre 2019

La mia anziana vicina di casa (19-125)

La mia anziana vicina di casa. (19-125)
Ha novant'anni. Ed è ancora autonoma, almeno un poco: si muove in casa, prepara i pasti anche per suo marito, viene ancora a suonarmi al campanello di casa, se necessita di qualcosa. Ma nell'ultimo anno i nostri incontri si sono rarefatti: un poco perchè ha un'assistente in casa tutte le mattine, per le faccende domestiche e per le necessità più immediate, un poco perchè si è ritirata ancor più.
La vedo poco in terrazzo, pochissimo sulle scale. Alcuni mesi fa l'ho incontrata sulla lettiga, mentre l'ambulanza la stava portando in ospedale. Pensavo che sarebbe stata l'ultima volta che la vedevo. 
E invece no. In ospedale l'hanno "tirata su" ed è tornata a casa in forma sufficiente.

L'ho rivista ieri sulla porta di casa. Le ho chiesto come andava. Mi ha risposto con un'espressione sconsolata: "Va male, ci vedo sempre meno. E sono piena di dolori che non mi danno tregua."
Si è ritirata quasi in lacrime.

Domanda: tutti i vecchi finiscono la loro vita fra i dolori?


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04 novembre 2019

Una pagina di 5 anni fa (19-124)

Una pagina di 5 anni fa. (19-124)
Per un confronto con ciò che pensavo agli inizi della vecchiaia.

Coetanei. (14-117 del 15/06/14)

Da vecchi è un gran regalo poter frequentare dei coetanei. Se li frequenti spesso, puoi comunicare difficoltà, paure, stati d'animo riguardanti la vecchiaia (con le altre età non lo puoi fare).

Se li incontri sporadicamente, addirittura ogni tot di anni, ti fanno da specchio. Li vedi invecchiati. Vedi in loro la tua di vecchiaia. Visione preziosa, perchè anche da vecchi ci si continua a vedere con le fattezze di quando si era giovani.

Perchè sostanzialmente il nostro spirito aumenta sì gli anni, ma non invecchia.

Lo scambio di informazioni che vi può essere con i coetanei dà conforto.

Opinioni diverse sugli stessi argomenti ci sollevano.

Socializzare le difficoltà ci alleggerisce.

È vero che si avrebbe più giovamento a frequentare anziani più esperti, tipo quelli di terza fascia. Ma proprio questi ultimi hanno più difficoltà di comunicazione. L'incontro potrebbe essere sterile.

Invece coi nostri coetanei ce la possiamo giocare fino in fondo. Non avremo illuminazioni sugli anni più avanzati, ma almeno ci facciamo le stesse domande, viviamo gli stessi dubbi, siamo presi da timori simili.


 
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

02 novembre 2019

Tanti anni (19-123)

Tanti anni. (19-123)
Ho una certa passione per il cibo.
Mi piace scoprire contenuti sempre nuovi, leggere le più recenti pubblicazioni, fare collegamenti e creare opinioni personali.
Ogni tanto sono invitato da associazioni culturali locali per tenere "incontri" su quest'argomento o addirittura cicli di conferenze.
Non mi sottraggo e mi piace.
Recentemente mi è capitato, alcune volte, che qualche concetto che presento non sia compreso a dovere da chi mi ascolta o sia addirittura frainteso. Posso fare sicuramente autocritica e attribuirmi la responsabilità di tali incomprensioni. Ma a spiegare sono abbastanza abile e chi non comprende non sempre è uno sprovveduto consumatore, bensì un intellettuale.
Pian piano allora mi son reso conto che la frequentazione dei temi che riguardano gli alimenti mi ha fatto assimilare concetti complessi, che nel tempo son diventati per me assai semplici. Ma non lo sono in assoluto. Anzi presentano un discreto livello di difficoltà.
Mi son chiesto da che cosa dipenda questa mia facilità.
Ho trovato la risposta.
Sono quarantacinque anni che me ne occupo!
Detto in altro modo: poichè sono vecchio ho avuto molto, molto tempo per interessarmene.
Per rifletterci.
E per impadronirmene.


Talvolta sento dei 40-50enni che letteralmente pontificano sugli stessi argomenti.
Sorrido: non perchè mi ritenga più intelligente di loro o più colto.
Ma semplicemente perchè ho avuto almeno il doppio di anni per occuparmene.
Ah, la vecchiaia!


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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