20 novembre 2019

Una pagina di Massimo Recalcati (19-129)

Una pagina di Massimo Recalcati. (19-129)
"Gli animali sono immortali"
Nel mondo animale non ci sono cimiteri, non ci sono sepolcri, non esiste culto dei morti, non esistono giorni celebrativi dedicati ai morti. Gli animali sono, per certi versi, eterni, immortali; essi non fanno mai esperienza della morte. […] Diversamente, l’umano è radicalmente mortale. […]
Diversamente dal carattere immortale della vita animale, la forma umana della vita è, dunque, assediata dalla morte, dalla presenza sempre presente della sua fine. Non solo e non tanto dall’approssimarsi inesorabile della morte come fine ultimo della vita, come spegnimento finale, senza ritorno possibile, della vita, ma, soprattutto, dalle ferite che essa incide sul corpo e sull’anima di chi è ancora vivo. […] La ferita della morte ha infatti sempre due facce: riguarda chi muore e chi resta vivo di fronte a chi muore; colpisce il morto e colpisce chi resta, che deve sopportare il peso del morto, di chi, non essendo più tra noi perché è entrato nel regno dei morti, ha scavato un buco nel mondo. [...]
La ferita della morte definisce la forma umana della vita in quanto tale; il trauma reale della morte di chi ci è stato caro ci costringe ad impattare contro il reale della morte che nessun esercizio simbolico – nemmeno quello dell’arte – ha il potere di neutralizzare.
Massimo Recalcati (a cura di), "Burri - la ferita della bellezza", Magonza, Arezzo 2019, pp. 13-14.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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