Il
Manifesto "Cibo per la Salute" (Food for Health)
(continuazione). (19-064)
Riprendo
il discorso sul Manifesto cominciato alla pagina 19-059.
Si
tratta di un lavoro corposo (un centinaio di pagine): provo a farne
una sintesi perchè la lunghezza dello scritto ostacola la sua
diffusione. Parto dall'introduzione che contiene già il nocciolo
della questione.
Nel
mondo c'è una crisi sanitaria che ha a che fare con il peggioramento
del cibo.
L'attuale
modello produttivo del cibo è basato sull'uso abbondante di prodotti
chimici e sulla tendenza a produrre sempre di più. Non tiene in
nessuna considerazione la scarsa qualità nutritiva e gli effetti
nocivi per la salute e per gli ecosistemi.
Gli
effetti nocivi per la salute non riguardano solo la nostra
generazione, ma anche le future attraverso effetti epigenetici
trasmissibili.
Nel
futuro, i nostri figli e nipoti saranno privati della sicurezza
alimentare, a causa di interessi commerciali e della sostanziale
inattività di governi e altre istituzioni civili.
L'agricoltura
industriale è orientata alla massima resa con la scusa di dover
alimentare una popolazione mondiale in continuo aumento. In realtà
il cibo prodotto col sistema industriale è povero di nutrienti,
carico di veleni e danneggia la salute. Non solo: consuma energia
fossile, produce gas serra, contribuisce al cambiamento climatico.
L'abbandono
dei metodi agricoli tradizionali e la mancanza di investimenti per la
ricerca da parte di istituzioni scientifiche e governi è dovuto
all'influenza di una serie di mega-aziende sovranazionali,
interessate solo al massimo profitto (immediato) e a garantirsi
normative minime da parte di stati e organismi internazionali.
La
produzione dell'agroindustria serve per produrre mangimi animali e
biocarburanti.
Il
settore agricolo è parte consistente della globalizzazione (cioè controllo e gestione dell'economia mondiale) da parte di grandi
gruppi economici per assicurare l'efficienza del capitale e non il
benessere dei popoli e del pianeta.
Le
mega aziende economico-agricole rifiutano di riconoscere che il
diritto alla salute e al cibo sono fondamentali diritti umani. Le
qualità nutrizionali del cibo sono sacrificate sull'altare della
massima quantità.
Il
sistema agroindustriale in definitiva produce effetti nocivi sulla
qualità e varietà dei semi, sulla biodiversità di tutte le specie,
contamina suolo e falde acquifere, contribuisce al cambiamento
climatico.
Gli
elevati costi finanziari, ecologici e sanitari di tale modello
produttivo sono esclusi dalla determinazione del prezzo degli
alimenti, creando l'illusione che il cibo così prodotto sia
economico.
La
produzione su larga scala di derrate agricole è attuata da grandi
imprese che operano principalmente nel continente americano, in asia
e in africa, usando anche ogm.
Ciononostante
sta sorgendo una nuova generazione di agricoltori organizzati in
cooperative, che si occupano di difesa di terra, ambiente e cibo
sano. Ma si prendono anche cura delle comunità rurali, promuovendone
lo sviluppo sociale.
Il
diritto alla salute può diventare effettivo solo se anche il diritto
a una buona alimentazione viene riconosciuto e rispettato.
Il
Manifesto lancia un appello per una cittadinanza responsabile capace
di riconoscere le dimensioni planetarie della sfida attuale, invoca
un rinnovamento basato su nuove conoscenze e un impegno morale per la
giustizia alimentare e la salute umana.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )