31 dicembre 2012

Fine anno. E di seguito l'indice del 2012. (107)
Ultimo dell’anno. Da giovane era il giorno delle promesse. “Non farò più…”. Dei buoni propositi.
Ero contento della fine di un ciclo. Un anno che mi buttavo alle spalle. Passato.                                                                                                                                            Guardavo all’anno nuovo con aspettative. Davanti a me c’era un futuro senza limiti. Vivevo nel futuro. Avevo tantissimi anni ancora da spendere.

Da vecchio è cambiato tutto.                                                                                                                       Il futuro è limitato, anche se in modo vago. Il futuro mi preoccupa. Lo sento ostile.                                       Il passato invece è sicuro, accogliente. Penso agli ultimi vent’anni. Quanta vita! Ne avrò altri venti?            Sarei al limite. Non saranno come gli ultimi venti. Gli anni a venire sono contati. Forse ci saranno, forse no. Saranno in numero limitato. Non posso più contarli a decine.

Oggi conto un altro anno che è passato. Ne restano di meno. Pochi anni da spendere.


Indice 2012.
Un indice per argomento. Le voci sono una trentina. Chi è interessato può scorrerle e trovare quella che più interessa. Accanto trova i numeri delle pagine che trattano l'argomento.
E' semplice. Può essere utile. ("v." sta per vecchiaia)
(aggiornato fino al 31/12/2012)

Aiuti alla v. : 25,
Arrivo della v. : 4, 83,
Blog (questo): 1, 36, 71, 100,
Cani: 5, 24, 47, 81, 94,
Corpo: 20, 28, 37, 59, 67, 75, 95,
Cultura della v. : 35
Donne: 81, 96,
Esempi di vecchi: 31,
Età della v. : 7, 39, 43, 84, 103, 106,
Giovani: 53,104,
Immagine: 2,26,
Indicatori di v.: 58
Lavoro: 40,74,
Letture: 11,51,69,
Malattie e rimedi: 30,42,79,85,87,90,91,
Manie da vecchi: 27,
Modi di vivere la v.: 55,62,72,76,77,82,101,102,107,
Morte: 19,51,54,86,89,88,99,
Motivazioni: 9,13,88
Paure: 23,33,56,60
Perdite: 3,6,10,15,17,18,22,34,41,48,57,63,64,65,66,
Positività: 21,45,46,49,50,68,70,73,78,93,97,
Quel che resta di noi: 12,32
Relazioni: 38,52,54,92,105,
Significati della v. : 44,80
Soddisfazioni: 8,16
Tempo: 14,29,61


30 dicembre 2012

Intervista. (106)
Ho deciso di intervistare dei vecchi di terza fascia. Difficile che leggano questo blog. Ancor di più che commentino. Allora vado a casa loro. E chiedo. 
Maria, quasi novantenne.
“Non mi posso lamentare” mi dice “Sono fortunata. Ho vissuto bene. Non ho malattie. Vivo a casa mia, vicino a mio figlio. Ho una persona che mi accudisce. Ormai non esco più di casa. Le forze sono poche, ma leggo ancora. Mi muovo in casa con il girello, però salgo ancora le scale da sola.”                                     Continua:“Le mie sorelle sono morte. Io ero la più giovane. Ora tocca a me."                                            Aggiunge che sarà tra poco. Ma non ci pensa. Ha vissuto bene. Non ha di che lamentarsi.                       "Tutti dobbiamo morire. Felice di morire, no. Serena, sì.”           
A una domanda specifica, risponde che si aspetta di vivere ancora poco. La sua aspettativa non è di anni, ma di mesi.                                                                                                                                           Maria non mi parla di aldilà.

29 dicembre 2012

Il posto in tram. (105)
Mi è capitato ancora. Oggi in tram una ragazza si è offerta di cedermi il posto a sedere. Era successo anche un mese fa. Segno di quanto i giovani (e non solo...) mi vedono vecchio. E malfermo.
Ricordo che l'altra volta avevo la barba lunga, bianca. E anche i capelli più lunghi. Ovviamente bianchi. L'offerta gentile, in cuor mio, l'avevo attribuita a quello. 
Oggi invece ho barba e capelli corti. Ma sempre bianchi.
Dopo la rasatura qualcuno mi aveva detto:”Dieci anni di meno”. Mi ero lusingato. Non è bastato. Continuano a offrirmi il posto in tram.

Ho rifiutato, con cortesia. Anche perchè mi sento capace di viaggiare in piedi.
Ma è un fatto acquisito. Non è più la prima volta.
Passo successivo sarà quando accetterò l'offerta.

28 dicembre 2012

Tanti vecchi. (104)
Oggi in centro, tanti vecchi. Si sa, i più giovani, se se lo possono permettere, sono sugli sci (o in vacanza).
I vecchi no. Stanno in città.
Siamo tanti. La società ci difende. Moriamo più tardi. Siamo più dei giovani.
E' un guaio. Una società senza giovani ha poco futuro.

Mi fermo a un banchetto politico. Un giovane ci illustra un programma. La mia consorte chiede se ne vale la pena. Il giovane risponde: "Ho una speranza."
Folgorati. Una lezione di vita. 
Ecco la differenza. I giovani sono portatori di speranza. Hanno un futuro. Noi vecchi non abbiamo futuro. Dobbiamo salire su quello dei giovani. Dobbiamo avere la speranza per loro.  
Avere la loro speranza.

Questa è solidarietà fra generazioni. Possiamo essere disillusi, perchè il tempo è poco, per un cambiamento vero. Ma guai se facciamo prevalere la nostra delusione. La società non finisce con noi. La società continua nei giovani.
Tutta la vita che ci resta deve essere orientata al consolidamento di una società per i giovani.
Glielo dobbiamo, vista la società scadente che gli lasciamo.

27 dicembre 2012

Vecchi di terza fascia. (103)
Sotto di me abita una coppia di anziani “giovani”. L'uomo ha una madre anziana. Ovviamente di terza fascia. Ultranovantenne.
Saltuariamente abita con loro. Si muove a fatica. Ma sale le scale. Si lamenta dei dolori. Il mal di schiena, il male ai piedi. Quando arriva davanti alla porta d'ingresso del figlio chiede se è lì che deve entrare. E' disorientata.
Ho colto brandelli di frasi. La nuora ha un atteggiamento insofferente. Anche il figlio. Si capisce: prendersi cura di un anziano è faticoso, oltre che deprimente. Quel che si sopporta di meno è la perdita di facoltà mentali. Non c'è più relazione. Le parole dell'ultra-vecchio non si comprendono nel loro significato.

Mi fa pena questa vecchia-vecchia. Un po' maltrattata, poco ascoltata, non creduta nelle sue lamentele. Condotta come una marionetta. Vive una vita per nulla gratificante.
Ha senso tutto questo?
A questo io non vorrei arrivare.

26 dicembre 2012

Ancora feste. (102)
In condominio abita una coppia anziana. Entrambi sono oltre gli ottanta. Hanno ancora autonomia. Abitano al terzo piano e fanno le scale. Si sforzano anche di portar a casa i fardelli della spesa o dell'acqua minerale. Col fiatone, ma ci riescono. A volte, soprattutto il vecchio è imprudente,  come quando va in bicicletta sotto la neve.
Oggi il genero è venuto a prelevarli, per portarli a casa sua a mangiare. Erano contenti. L'essere invitati è un evento sociale. Stare con la propria famiglia, è piacevole. Perchè, se non si lavora, se si stenta ad uscire, se fa freddo, gli unici incontri sociali sono quelli coi condomini, lungo le scale.
Per noi vecchi gli incontri con altre persone, per qualunque ragione, diminuiscono rapidamente. Facilmente ci si isola, soprattutto se si è di terza fascia.
Gli incontri coi parenti sono dunque degli eventi. Gli incontri tout court, sono degli eventi. Anche le due chiacchiere lungo le scale con un condomino.
Gli anziani più giovani dovrebbero avere questa sensibilità verso i più vecchi. Non per loro, ma per noi più giovani. Non per mantenerli in un tessuto sociale. Ma per averne opinioni, pareri, storie. Perchè i molto anziani sono un pezzo di storia che scompare.
Quando muoiono è una perdita per la società.

25 dicembre 2012

Feste. (101)
E' Natale. Per alcuni, festa religiosa. Per altri, festa del consumismo. Regali, spese, vacanze (quest'anno magari di meno o niente del tutto).
Per noi vecchi? Ricordi e famiglia.
Ricordi. Depurati del negativo della vita: restano solo ricordi di momenti di felicità. E dunque belli.
Ricordi dell'infanzia. O ricordi di persone che non ci sono più.

Noi vecchi, di natali, ne abbiamo visti tanti. Le feste ci annoiano.
I primi natali, da giovanissimi, erano eccitanti. Pieni di novità. Pieni di sentimenti amorosi. Pieni di famiglia, appunto. Oggi la novità non c'è più. C'è una ripetizione vuota di simboli che non distinguiamo più.
Ma c'è la famiglia, un valore che con gli anni cresce. Perchè famiglia significa stare insieme in modo rilassato, fra gente che ci capisce (dovrebbe!). Comunque non ostile.
Famiglia è il branco d'appartenenza. 
Per noi vecchi, festa è sinonimo di famiglia.

24 dicembre 2012

Cento. (100)
Sono cento gli scritti (brevi) che ho pubblicato finora. Sono soddisfatto. Perchè, scrivere un diario tematico, aiuta a far chiarezza. Prima nella testa, poi nella vita. Certo, mi piacerebbe che altri scrivessero le loro idee. Non succede.  Va bene lo stesso.
Prima mi chiedevo: per quanto andrai avanti? prima o poi si esaurirà la serie dei pensieri sulla vecchiaia.
Non credo. Finchè vivo e sarò vecchio... I pensieri vengono di continuo. Perchè sono un vecchio e perchè ho deciso di scrivere un diario. Gli spunti di riflessione ci sono ogni giorno. E prima? Non so. Restavano per lo più a livello di fuggevole impressione. Oppure come sottile stimolo all'inquietudine. Davano inquietudine perchè non erano espressi.
Invece, ogni volta che viene un pensiero, un abbozzo di riflessione, un'idea collegata alla vecchiaia, scrivo qualche riga. Se non lo facessi, dopo un giorno sparirebbe tutto.

Mi sono accorto che, col passare dei mesi, qualche idea sta cambiando.
Su alcuni temi torno più volte. E ogni volta il punto di vista cambia un poco. Dopo tre-quattro ritorni, l'idea è cambiata.

Scrivere un diario è importante. Scrivere è importante.
Per esempio la storia della propria vita. Da lasciare magari ai nipoti.

23 dicembre 2012

Testamento biologico. (99) (altro il 29/10/12)
Sembra una cosa ovvia. Lascio le mie volontà, se perdo coscienza in una malattia. Normale.
No. S'innesta una straordinaria battaglia ideologica. C'è chi vuole decidere al posto mio. In nome della sacralità della vita.
E se non sono credente? Decide qualcun altro al posto mio. Naturalmente qualcun altro di credente.
Mi pare assurdo e violento e prevaricatore.
Questo mio corpo è mio. Non è dello Stato. O di altri. E' l'unica ultima vera proprietà.
Se la vita non mi sta più bene (a esempio vita solo vegetativa), potrò ben decidere io, prima, di porvi fine. O no?
No. E se poi ti risvegli?
Vabbè, vorrà dire che mi saro privato di una parte di vita. Ma ormai sono vecchio. I due terzi  o i tre quarti o gli otto noni, li ho già vissuti. E comunque anche se non fossi vecchio...

Problema del fine-vita. I vecchi sono lasciati soli. E sono senza forze. Non hanno l'autonomia di fare quel che desiderano. Neppure di andare a morire dove si può farlo con umanità. Esempio la Svizzera.
E' una crudeltà che quelli di mezza età, che governano, fanno sui più anziani. Magra consolazione sapere che anch'essi subiranno la stessa sorte, quando saranno vecchi.

Colpisce sapere che i medici, quando hanno una malattia senza speranza, escono dall'ospedale e se ne tornano a casa, a morire. Rifiutano le cure. Rifiutano soprattutto di cadere nelle mani di una struttura che spesso ti tiene in vita contro ogni logica. E usando ogni cavillo legale per farlo.

22 dicembre 2012

Accontentarsi. (98) (un altro il 10/12/12)
Sono puntiglioso. Voglio fare le cose al meglio (almeno alcune). Soprattutto se devo farle di fronte ad altri, che mi stanno a guardare.  Quindi mi impegno molto. Comincio per tempo. Non sopporto di fare una cosa malamente.
Adesso che sono vecchio, sto cambiando.  Mi permetto delle defaillance. Mi perdono, se non sempre sono al meglio. Faccio quello che posso. Il che sarebbe una cosa normale. Per una persona normale. E' che tutti abbiamo le nostre piccole manie, i narcisismi, le rigidità. In vecchiaia abbiamo la possibilità di porvi rimedio. Possiamo diventare più sciolti. Più flessibili. Perchè abbiamo meno forze. Minore capacità di tenere tutto sotto controllo.
Da vecchi possiamo imparare a lasciar correre. A lasciarci andare. Ad arrendersi agli eventi, se non è possibile cambiarli.
Sembra un eccesso psicologico. Ma è molto di più. Da vecchi dobbiamo imparare a lasciarci andare. Dobbiamo imparare a lasciarci andare alla morte, quando arriva.
Perchè solo così possiamo morire.

21 dicembre 2012

Non strafare. (97) (prudenza: altro il 21/11/2012)
Sono stato al mercato ortofrutticolo. Si risparmia e si compra bene. Ma devi comprare cassette per ogni prodotto. Tanta roba. Sei-sette cassette, qualcuna di 8-10 chili. Scaricate in garage, la sera devo portarle in terrazza al fresco. Abito al terzo piano, senza ascensore. Da giovane, un lavoro veloce, un pò faticoso.
Adesso sono vecchio. Comincio con baldanza, due cassette per volta. A metà scale devo fermarmi e lasciarne una. Non è soltanto che mi viene il fiatone. E' che sento un malessere. Come se il cuore non ce la facesse. Allora salgo lentamente. Ne porto una per volta. Invece di tre viaggi, ne faccio sei.
Mi adeguo alla nuova condizione di vecchio. Una condizione con meno forze. Posso fare meno.
E' realistico. E' prudente. E' saggio.

18 dicembre 2012

Donne anziane.(96) (un altro 19/11/12).
Sabato scorso ero in centro, a passeggiare. Ho visto tre donne anziane. Non si muovevano speditamente. Anzi, una sembrava zoppicare. Erano ben vestite. Curate. Quando le ho incrociate ho notato che erano avanti con l'età. Sugli ottanta. Mi hanno dato una sensazione diversa da quella di maschi della stessa età. Come se si trattassero meglio. I vecchi maschi sono più malmessi. Più trascurati.
In altri pensieri mi sono chiesto dove fossero le donne vecchie. Mi sembrava che fossero sparite dalla circolazione. Comincio a capire. Per esempio escono meno, ma ben preparate. Stanno più in casa. Escono per occasioni più importanti che non il giro in quartiere. Se sono avanti cogli anni.
Se invece sono più giovani, diciamo prima fascia, 65-75, sono ancora attive. Svolgono un ruolo sociale che i maschi non svolgono. Cioè accudiscono i nipoti piccoli. Hanno mantenuto un'occupazione. Oppure governano ancora la casa.
Donne anziane e uomini anziani hanno destini diversi. Vivono vite diverse.

17 dicembre 2012

I vecchi puzzano. (95)
Inevitabile. Abbiamo un organismo che si evolve continuamente. Che emette scorie. Solo noi vecchi? No, anche i giovani. Solo che l'odore caratteristico dei vecchi è associato all'ultima fase della vita e dunque è più sgradevole.
E' un odore particolare, dovuto ai cambiamenti del metabolismo.
Da qualche tempo a me puzza l'ombelico. Evidentemente una serie di grassi sono eliminati e trasudano proprio lì. Basta lavarsi.  Proprio come d'estate quando puzzano le ascelle. Ma i vecchi si lavano poco. Perchè se ne curano poco. Perchè si dimenticano. Molto più i maschi delle femmine. E poi la puzza propria non la si sente. E così la casa si impregna anno dopo anno di un odore caratteristico. L'odore di persona vecchia.
Basta arieggiare. Basta deodorare. Basta profumarsi (e lavarsi!).
Ma bisogna avere la motivazione per farlo.

16 dicembre 2012

Il cane vecchio corre.(94) (un altro 22/10/12).
Il mio cane mi fa riflettere spesso. Ha la mia stessa età, in proporzione. Vedo in lui le mie difficoltà. Le caratteristiche della vecchiaia.
Per esempio quando andiamo al parco, e lo libero, ama correre. Come faceva da giovane. Con la bella coda rilassata dalla corsa, in posizione aereodinamica. Ciò mi meraviglia. E' lo stesso cane che quando usciamo dal parco e prendiamo la macchina, mi chiede un aiuto per salire in auto. E' lo stesso cane che, quando sale le scale, lo fa con difficoltà, lentamente.
In vecchiaia non perdiamo tutte le facoltà della maturità. E non le perdiamo tutte in un colpo. Alcune le manteniamo, pur ridimensionate, adattate alla nuova età.
Per esempio io ho sempre amato camminare. Ancora adesso lo faccio (o meglio l'ho fatto fino a quest'estate). Naturalmente mi devo adattare alla nuova età. Non posso più camminare da rifugio a rifugio con dodici chili di zaino sulle spalle, in faticose marce di trasferimento su e giù per le cime.
Adesso mi adatto a scegliermi un rifugio come posto tappa e dal rifugio percorrere dei sentieri  che mi riportino in serata alla base.
Per questo non mi sento menomato.
E' il ramo discendente della vita.

Accelerazioni.(93)
Noi vecchi non viviamo sempre alla stessa velocità. Vi sono momenti in cui la vita accelera. Si vive più intensamente. Cioè si comprende. La comprensione della vita è fondamentale per vivere. Si vive meglio quando si comprende il significato di ciò che avviene.  Ebbene i vecchi possono accorgersi di queste comprensioni. Di queste accelerazioni. Di questi salti.
Le accelerazioni non sono patrimonio dei vecchi. Bensì della vita stessa. Anche i giovani vivono delle accelerazioni. Ma non se n'accorgono. I vecchi dovrebbero accorgersene. Dico "dovrebbero", perchè le caratteristiche stesse del ramo discendente della vita facilitano la presa di coscienza. Ma è molto soggettivo.
La comprensione non è un processo intellettuale. Non c'entra l'intelligenza. Non si sa spiegarlo. Non si capisce come ci si è arrivati. Si capisce e basta.
In vecchiaia ci sono questi momenti di chiarezza. Si capisce la vita. E non c'è bisogno di nient'altro.

15 dicembre 2012

Il posto in tram. (92)
E' successo. Prima o poi doveva succedere. Ieri mattina in tram una ragazza seduta si è alzata e mi ha ceduto il posto. Gesto gentile. Ha reso evidente la mia vecchiaia. Anzi, ha riconosciuto la mia vecchiaia. I giovani (educati) cedono il posto agli anziani. E' la prima volta che mi succede.
Arrivato a casa, mi sono guardato allo specchio. Sarà per la barba bianca, sarà per i capelli bianchi: fatto sta che sembro proprio un vecchio. E' che sono un vecchio!
Nel mio intimo non ci credo ancora.

14 dicembre 2012

Vecchi doloranti.(91)
Li vedo camminare lentamente. A volte con le ciabatte ai piedi anche in inverno. Segno che qualcosa duole. Altre, fermarsi per strada per un appoggio. O ancora uscire dalle auto con difficoltà. Movimenti lenti per superare una torsione dolorosa.
Quello che noto è l'espressione del volto. Esprime dolore, fisico. E' il volto, più che altre parti,
a rivelare che c'è del patimento nei movimenti. Un volto raccolto nella sofferenza.
Anche dei giovani sono dolenti. Ma è cosa breve, più rara.
Per i vecchi invece è una costante. Un dolore fisico invalida subito e a lungo. Si guarisce più lentamente. Si permane nel dolore. Quasi una meditazione.

I vecchi convivono col dolore. Le articolazioni, i reumatismi, le sciatiche, la lombaggine. Tutto si trasforma in dolore. Soprattutto i movimenti. Sembra quasi che la vecchiaia induca a star fermi. a non muoversi. Pena il dolore.
Verrebbe da dire:"Se devi star fermo, almeno rifletti". Ma quando c'è il dolore è fatica fare qualunque cosa, anche il pensare. L'unica è stare nel dolore, viverlo fino in fondo.

11 dicembre 2012

Stanchezza.(90) (altro 29/11/2012)
Il primo segno che ricordi dell'arrivo della vecchiaia, fu la stanchezza pomeridiana e serale. Avvenne qualche anno prima che compissi i sessantacinque. Ho cominciato a sentirmi stanco, sfinito, a fine giornata. Non quella stanchezza che avevo da giovane. Stanco, sì, allora, ma mai sazio di vita.
Da vecchio, quando sono stanco, sono proprio finito. Desideroso del letto e del sonno, più di ogni altra cosa. E' una stanchezza profonda, che non ho al mattino. Arriva al pomeriggio, alla sera. E' una stanchezza che mi fa trascinare i piedi. Nulla riesce a sovrastarla. Non l'idea di uscire per uno spettacolo, per un incontro con amici. Non certamente una bella serata d'amore e di sesso.
La stanchezza fisica del vecchio trascina con sè la stanchezza psichica. Stanchezza per molte delle cose che un tempo mi davano eccitazione e gioia. Non solo per uscire, ma anche per avviare un progetto, sia pur piccolo.
Mi sento stanco di esistere. Se poi mi si chiudono gli occhi per il sonno, figuriamoci se ho desiderio di ascoltare musica o di leggere libri. Con questa stanchezza, tutto ciò che mi fa vivere perde d'interesse.
Combattere contro ciò? Sì, perchè ciò che ci farà morire è il disinteresse per la vita.
Morirò quando perderò gli interessi per la vita.

10 dicembre 2012

Non voglio morire? (89) (altro il 7/12/12)
Hanno scoperto che è impossibile non morire. Cioè nella biologia umana vi sono dei meccanismi  che portano alla morte. Ma io voglio morire? No. Allora voglio essere immortale, voglio non morire? Neppure questo. Accetto (!) di morire. Spero solo di non ammalarmi.
Come si può morire se non ci si ammala? Questo è il problema. Nel corpo bisogna avere qualche punto debole su cui si innesti la rottura della morte. Altrimenti come si può morire?
Benedetta quindi la malattia, in vecchiaia, perchè è una situazione che favorisce la morte.
E' troppo?

09 dicembre 2012

Motivazioni che se ne vanno.(88)
Nell'ultima camminata in montagna di quest'estate, per la prima volta mi sono chiesto: ne vale la pena?
Giustificazioni: era breve (solo 2 giorni), tutta oltre i 2000, senza boschi, sempre al sole. O la fatica, o la mancanza del mio compagno di sempre. Fatto sta che ne ho tratto meno piacere. Anche il mio compagno, che ha dato forfait per malattia, ne ha meno voglia.
Tipico della vecchiaia. Perdere motivazione per ciò che un tempo ci piaceva.
Lo stesso per il viaggiare, lo spostarsi, il visitar luoghi.
Alcuni anni fa sono stato in ospedale per (apparenti) motivi cardiaci. Ebbene non sarei mai stato disposto a rinunciare alle camminate, neppure se ci fosse stato il rischio di restarci secco.
Oggi è diverso.
Perdere le motivazioni. E' naturale. Perchè altrimenti morire sarebbe più doloroso. Invece con naturalezza le cose che ci interessano diminuiscono sempre di più. La vita perde di attrattiva. Si lasciano volentieri ad altri compiti e impegni.
Ricordo mia nonna che diceva: "Per che cosa resto in vita? per semenza?" (cioè per fare semi, l'ultima funzione di una pianta orticola vecchia, prima di morire).

08 dicembre 2012

Polifenoli.(87) (altro il 29/11/2012)
Parola oscura. Uguale: antiossidanti. Ne ho parlato fra i rimedi della stanchezza dell'anziano. Soprattutto la curcuma. La fonte migliore. Ma non l'unica. Perchè a forza di prendere curcuma, si rischia di diventare sensibili a tale spezia. Meglio alternarla ad altre.
Mirtilli per esempio. Anche sotto forma di marmellata (frutto puro, però, senza aggiunta di zuccheri o altro). Non so la dose ottimale. Comunque almeno due cucchiaini alla volta. Due volte al giorno. Poi ognuno provi per se'.
Più semplice il succo fresco di arancia. Un tempo veniva raccomandato per la vitamina C. Oggi per i polifenoli. Temo che non basti una spremuta al dì.
Non ho detto che tutti questi prodotti devono essere coltivati come dio comanda. Biologici, dunque. Altrimenti le proprietà (i polifenoli) non sono garantiti in quantità ottimale.
Un'altra: il tè verde. E si può usare la bustina più volte (tre), perchè si perde teina, ma  polifenoli ne restano, dopo la prima e la seconda infusione.
E, in stagione, ciliegie. Meglio quelle selvatiche. Piccole e poco dolci. O quelle biologiche. Anche in marmellata (vedi sopra).
Ah, i polifenoli non si accumulano nell'organismo.
Per cui bisogna assumerli ogni giorno, meglio due volte al dì.

07 dicembre 2012

Come si muore?(86) (altro il 29/10/12)
Un amico, morto di cancro ai polmoni. La moglie era spaventata, oltre che addolorata. Che cosa sarebbe successo nei pressi della morte? Come si sarebbe accorta che stava morendo? Un medico le spiegò che i polmoni avrebbero pompato sempre meno ossigeno. Il cuore avrebbe dovuto spingere sempre più. Prima di morire soffocato, il cuore avrebbe ceduto. In realtà il cuore cedette prima, per gli antidolorifici che il malato assumeva: morfina.
Mi piacerebbe conoscere i vari modi di morire. Perchè è questo che mi spaventa. Il modo. Conoscere il modo diminuisce l'angoscia.
Già stare vicino a chi muore, fa aumentare la conoscenza. Abbiamo mai visto qualcuno morire?
Gli anziani confusamente sentono che è bene conoscere di più sulla morte. Per questo seguono i funerali. Sfortunatamente, il funerale avviene dopo. Ma è il prima che ci aiuterebbe.
Siamo restii a stare con i moribondi.
Eppure gran parte dell'angoscia nasce proprio da questa mancanza di conoscenza.

05 dicembre 2012

Prostata.(85)
Ho visto un tale orinare per strada, davanti a un cespuglio. Di giorno. Era un vecchio. Ne avevo visti altri  in quest'ultimo anno. Spesso giovani extracomunitari. Qualche volta vecchi nostrani.  Una volta persino davanti ai cassonetti delle immondizie, sotto casa mia: era un vecchio terza fascia.
Mi chiedevo: a parte i giovani che lo fanno perchè ubriachi o con educazione diversa, che cosa spinge a orinare per strada? Si può entrare in un bar o attendere di arrivare a casa. Poi è capitato anche a me. Di avere impellente necessità di orinare. Di non poter attendere il rientro a casa e neppure di cercare un bar. E' la prostata, ingrossata.
L'ipertrofia della prostata colpisce quasi la metà dei vecchi. Cause? Ignote. Rimedi? Inesistenti. Oppure i rimedi ci sono, ma è un'operazione chirurgica. Se posso la ritardo. Per il momento posso.
Negli ultimi tempi ho fatto tutte le analisi di routine per la IPB (così si chiama la prostata ingrossata) e sono stato dall'urologo. Risultato, assunzione di farmaci. Che hanno effetti collaterali. Al diavolo i farmaci, non ho mai preso nulla. Solo un prodotto erboristico, che finora non ha dato grandi effetti. Ho deciso di farmi comunque le analisi ogni anno, per seguire l'evoluzione della IPB. Compreso il PSA (un'analisi che dice se la patologia si sta evolvendo verso un cancro), compresa la visita urologica. Ma farmaci, per il momento, no.
A volte, quando arriva lo stimolo a orinare, è così forte che se non orino, me la faccio addosso.
Ho cominciato a capire i vecchi che la fanno per strada.

04 dicembre 2012

Relatività.(84)
Mia zia ha ottantotto anni. Mi ha detto: "Magari avessi la tua età!"
Chi è dentro la terza vecchiaia, può guardare con invidia chi, come me, è appena entrato nella prima.
Ciò dà il segno di come la vecchiaia sia multiforme. Se un ultra-vecchio invidia un giovane-vecchio, significa che vi è una bella differenza fra le due età. Ha senso racchiuderle tutte in un'unica classe? Non sono età distinte? Mi sto convincendo di sì.
Chiacchiero molto sulle mie presunte perdite di capacità. In realtà sono le  perdite reali degli ultra-vecchi che mi fanno leggere le mie, come anticipazione di vecchiaia. Se così non fosse, se le mie abilità di adesso, pur diminuite, restassero sempre a questo livello, non mi sognerei di chiamarle vecchiaia. Sarebbero diverse da quelle dell'età matura. Così come quelle dell'età matura sono diverse da quelle della giovinezza. 
Qual è vecchiaia? Quando perdi autonomia. Dello spostarti, del pensare. Quando non riesci più a badare a te stesso.
Se così è, allora vecchiaia è solo la terza fase della vecchiaia.

03 dicembre 2012

Tutte le foglie sono cadute.(83)
Oggi nel parco, mi sono accorto che gli alberi non hanno più foglie. Fino a qualche giorno fa ne avevano. E cadevano copiosamente. Oggi non più. Alberi spogli. Autunno inoltrato, che prelude all'inverno.
Troppo chiaro il segnale. Il collegamento con la vecchiaia.
Sono anch'io nell'autunno della vita. Le mie foglie stanno cadendo. Uno di questi giorni saranno cadute tutte.
Puoi passare molti anni nella zona di confine fra maturità e vecchiaia. A un certo punto (a settanta?) sei di là, non più sul confine. Sei vecchio.

02 dicembre 2012

Come li porta bene.(82)
Un complimento gentile. Di un giovane verso un vecchio. Come dire: hai tanti anni ma non li dimostri.
Che significa "portare bene i propri anni"? Prima di tutto essere in buona salute fisica. E poi essere ancora lucidi, mentalmente. Non significa certo dimostrare vent'anni di meno. Vale a dire: porti bene i tuoi anni, perchè non avrei detto che sei vicino agli ottanta; ma non pensavo certo che ne avessi cinquanta o sessanta. Per essere vecchio, sei vecchio. Ma sei in forma.
In forma da vecchio.

Ci sono vecchi che non dimostrano l'età che hanno. Genetica. O una vita curata. Esempi ce ne sono.
C'è il vecchio alpino, grande sportivo, parco mangiatore, impegnato nel sociale: dicono che solo una fucilata potrebbe stenderlo. C'è Veronesi, che ci invita a una vita sana, che lavora in ricerche mediche d'avanguardia. Qui sono i progetti che aiutano lo stato di forma.
C'è il presidente della repubblica, già in terza fascia, ma ancora lucido e in salute. Qui propendo per la funzione che svolge. Alta funzione sociale. Rappresenta milioni di persone.

Una domanda: non è che questi signori semplicemente non pensano alla loro vecchiaia? perchè impegnati in altro che li distrae? Come il grande imprenditore che è così occupato (e preoccupato) della propria fabbrica da non accorgersi che domani morirà?
Ma allora il segreto è impedirsi di pensare a morte e vecchiaia, così gli anni si portano bene?
Forse è così. Ma d'istinto non mi pare che vada bene. Abbiamo un'età, la vecchiaia, che costringe quasi tutti a fare i conti col numero di anni e le sue conseguenze sulle abilità, sulla lucidità. Se mi sottraggo e non ci penso, non va bene. Devo pensarci. Devo vivere la sfida. E' questo il portato di quest'età. Non altro.
Meglio non barare: che gli altri vedano l'età che abbiamo.

01 dicembre 2012

La vecchia e il cane.(81)
Nel negozio di prodotti per animali. Un'anziana (seconda fascia?) fa acquisti. L'accompagna la sua cagnetta. Vecchia anche lei. Cagnetta scura, con molto pelo bianco sul muso, insignificante. Sta vicino alla sua  padrona, la segue lentamente. Quando si ferma, si siede sulle zampe posteriori. Con difficoltà. Le zampe le scivolano, si allargano. Non riesce a tenerle in posizione.
Alla cassa scambio due parole. Mi dice che la cagna ha tredici anni. Vecchia, dunque. Si vede. Ha cominciato a perder colpi a dieci anni. La padrona l'aiuta. Conscia che la cagna è invecchiata.
"Comunque, per me, resta sempre la mia Lilli." A significare un affetto che non è legato al tempo.
"E' così anche per noi" le dico"di colpo invecchiamo".
Mi guarda perplessa.
Forse non aveva pensato che la cagnetta era vecchia e indebolita proprio come la padrona è vecchia e indebolita.