Il cane vecchio corre.(94) (un altro 22/10/12).
Il mio cane mi fa riflettere spesso. Ha la mia stessa età, in proporzione. Vedo in lui le mie difficoltà. Le caratteristiche della vecchiaia.
Per esempio quando andiamo al parco, e lo libero, ama correre. Come faceva da giovane. Con la bella coda rilassata dalla corsa, in posizione aereodinamica. Ciò mi meraviglia. E' lo stesso cane che quando usciamo dal parco e prendiamo la macchina, mi chiede un aiuto per salire in auto. E' lo stesso cane che, quando sale le scale, lo fa con difficoltà, lentamente.
In vecchiaia non perdiamo tutte le facoltà della maturità. E non le perdiamo tutte in un colpo. Alcune le manteniamo, pur ridimensionate, adattate alla nuova età.
Per esempio io ho sempre amato camminare. Ancora adesso lo faccio (o meglio l'ho fatto fino a quest'estate). Naturalmente mi devo adattare alla nuova età. Non posso più camminare da rifugio a rifugio con dodici chili di zaino sulle spalle, in faticose marce di trasferimento su e giù per le cime.
Adesso mi adatto a scegliermi un rifugio come posto tappa e dal rifugio percorrere dei sentieri che mi riportino in serata alla base.
Per questo non mi sento menomato.
E' il ramo discendente della vita.
Il mio cane mi fa riflettere spesso. Ha la mia stessa età, in proporzione. Vedo in lui le mie difficoltà. Le caratteristiche della vecchiaia.
Per esempio quando andiamo al parco, e lo libero, ama correre. Come faceva da giovane. Con la bella coda rilassata dalla corsa, in posizione aereodinamica. Ciò mi meraviglia. E' lo stesso cane che quando usciamo dal parco e prendiamo la macchina, mi chiede un aiuto per salire in auto. E' lo stesso cane che, quando sale le scale, lo fa con difficoltà, lentamente.
In vecchiaia non perdiamo tutte le facoltà della maturità. E non le perdiamo tutte in un colpo. Alcune le manteniamo, pur ridimensionate, adattate alla nuova età.
Per esempio io ho sempre amato camminare. Ancora adesso lo faccio (o meglio l'ho fatto fino a quest'estate). Naturalmente mi devo adattare alla nuova età. Non posso più camminare da rifugio a rifugio con dodici chili di zaino sulle spalle, in faticose marce di trasferimento su e giù per le cime.
Adesso mi adatto a scegliermi un rifugio come posto tappa e dal rifugio percorrere dei sentieri che mi riportino in serata alla base.
Per questo non mi sento menomato.
E' il ramo discendente della vita.
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