Vecchi di terza fascia. (103)
Sotto di me abita una
coppia di anziani “giovani”. L'uomo ha una madre anziana.
Ovviamente di terza fascia. Ultranovantenne.
Saltuariamente abita con
loro. Si muove a fatica. Ma sale le scale. Si lamenta dei dolori. Il
mal di schiena, il male ai piedi. Quando arriva davanti alla porta
d'ingresso del figlio chiede se è lì che deve entrare. E'
disorientata.
Ho colto brandelli di
frasi. La nuora ha un atteggiamento insofferente. Anche il figlio. Si
capisce: prendersi cura di un anziano è faticoso, oltre che
deprimente. Quel che si sopporta di meno è la perdita di facoltà
mentali. Non c'è più relazione. Le parole dell'ultra-vecchio non si
comprendono nel loro significato.
Mi fa pena questa
vecchia-vecchia. Un po' maltrattata, poco ascoltata, non creduta
nelle sue lamentele. Condotta come una marionetta. Vive una vita per
nulla gratificante.
Ha senso tutto questo?
A questo io non vorrei
arrivare.
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