27 dicembre 2012

Vecchi di terza fascia. (103)
Sotto di me abita una coppia di anziani “giovani”. L'uomo ha una madre anziana. Ovviamente di terza fascia. Ultranovantenne.
Saltuariamente abita con loro. Si muove a fatica. Ma sale le scale. Si lamenta dei dolori. Il mal di schiena, il male ai piedi. Quando arriva davanti alla porta d'ingresso del figlio chiede se è lì che deve entrare. E' disorientata.
Ho colto brandelli di frasi. La nuora ha un atteggiamento insofferente. Anche il figlio. Si capisce: prendersi cura di un anziano è faticoso, oltre che deprimente. Quel che si sopporta di meno è la perdita di facoltà mentali. Non c'è più relazione. Le parole dell'ultra-vecchio non si comprendono nel loro significato.

Mi fa pena questa vecchia-vecchia. Un po' maltrattata, poco ascoltata, non creduta nelle sue lamentele. Condotta come una marionetta. Vive una vita per nulla gratificante.
Ha senso tutto questo?
A questo io non vorrei arrivare.

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