30 giugno 2020

Lenzuola (20-073)

Lenzuola. (20-073)
Vi sono situazioni e oggetti nei quali tocco con mano quanto io sia vecchio.
Stavo aiutando la mia compagna a piegare le lenzuola asciugate. La mia compagna ha osservato quanto fossero leggere e ha ricordato quanto invece fossero pesanti quelle di un tempo. Un tempo in cui le lenzuola erano un bene prezioso, che si forniva specialmente alle donne per il corredo del matrimonio, ma anche ai maschi. Mi sono ricordato che la mia zia più anziana mi aveva fatto un corredo di ben sei paia di lenzuola matrimoniale, di cotone spesso, che mi ha regalato quando mi sono sposato. Non le ho quasi mai usate, tanto erano un bene d'altri tempi.
Vi è un altro aspetto che le riguardava: il lavaggio. 
Era faticoso e impegnativo. Si faceva in mastelli con la lisciva. Cose dell'ottocento, si penserà. Eppure io le ho viste fare. Certo, ero piccolo, ma non tanto da non essere impressionato dai grandi mastelli e da una donna che svolgeva quel compito.
Io le ricordo.
Sono proprio tanto vecchio.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 giugno 2020

Stanchezze (20-072)

Stanchezze. (20-072)
Primo caldo estivo. E subito a sera ero molto stanco. Il mio corpo si adatta con sempre maggior fatica allo stress del caldo. E ciò genera stanchezza.

Ormai sono vari anni che di pomeriggio devo recuperare energie con una dormita di almeno un'ora, altrimenti arrivo a sera che sono uno straccio.

Anche la mia psiche si stanca di più di un tempo. Non regge impegni su più fronti. E neppure un singolo impegno troppo gravoso, come quello di vendere la casa, due anni fa oppure di comprarne una nuova e poi affittarla, come l'anno scorso.

Vedo in lontananza anche l'arrivo di una stanchezza esistenziale. Non solo mi sono venute a noia molte ritualità della società (feste di compleanno, natale, capodanno eccetera), ma anche alcuni atti più normali della vita stessa, come il prepararsi da mangiare, il fare ogni giorno le stesse cose.
Stanchezza di vita.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 giugno 2020

Dirimpettaio ultra-ottantenne (20-071)

Dirimpettaio ultra-ottantenne. (20-071)
Abita davanti a casa mia.
L'anno scorso lo vedevo, alla mattina presto, mentre pedalava sulla sua cyclette. Viveva solo. Talvolta guidava l'auto, entrando a fatica nell'abitacolo. Era autonomo. Poi è scomparso. 
Per molti mesi la sua casa è rimasta chiusa. Pensavo fosse morto, quando qualche tempo fa ho rivisto le tapparelle alzate e gente nell'appartamento. Ecco, ho pensato, è morto e gli eredi stanno per affittar casa. Invece qualche giorno dopo è arrivata un'aurolettiga. E qualcuno in barella trasportato nella casa. Il vecchio non era morto. Chissà, forse si era ammalato gravemente e ora tornava. In casa c'era evidentemente più d'una persona. Una badante insieme a lui?
Stamattina l'ho visto uscir di casa e camminare lentamente con un bastone. Il vecchio è tornato e, sia pur più fragile, ancora in vita e parzialmente autonomo.
Un altro squarcio sull'ultima età della vita.

La perdita di autonomia mi assilla. L'idea che nell'ultima età dovrò essere accudito nelle mie occupazioni più elementari, mi preoccupa.
Non so rassegnarmi.
Ma, per quanto in là nel tempo, pavento che tale sarà anche la mia sorte.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 giugno 2020

Comincio a intravedere (20-070)

Comincio a intravedere. (20-070)
Vorrei conoscere per bene come vive un ottantenne o un novantenne. 
Qualche volta ne interrogo qualcuno, ma le informazioni che ricevo sono superficiali, o per scarsa propensione a confessarsi dei molto vecchi, o per mia incapacità a domandare e comprendere.
Ma ora mi sembra di intravedere qualcosa di quelle età maggiori.
Intuisco confusamente che, avanzando gli anni, l'interesse per le faccende della vita diminuisce sempre più.
Anche la stanchezza cresce e il letto viene visto come un toccasana perchè permette il riposo; a meno che lo stare a letto non si trasformi in problema. Cioè, fin che posso riposare va tutto bene, ma se a letto cominciano dei doloretti, se il riposo non è completo, allora cambia tutto, anche il letto può diventare un problema.
Ancora. Mi sembra che crescendo gli anni aumenti la noia per la routine quotidiana. Talvolta anche adesso, a meno di 75 anni, mi viene a noia prepararmi da mangiare, tre volte al giorno.

Insomma comincio a percepire qualcosa che succederà dopo gli ottant'anni.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

24 giugno 2020

Colpi di clacson (20-069)

Colpi di clacson. (20-069)
Quando ero più giovane, mi innervosivo se chi mi precedeva in auto andava piano, nonostante  la strada fosse libera e talvolta suonavo un colpo di clacson per invitarlo ad accelerare. Diventato vecchio, mi innervosisco ancora, ma non suono più, perchè l'autista dell'auto che mi precede (e va piano) potrebbe essere un anziano: ho imparato che da vecchi si va più piano senza accorgersene.
L'altro giorno ero alla guida in un tratto di strada un po' stretta. Discutevo con la mia compagna e non mi preoccupavo più di tanto della strada. Giunto in un rettilineo, mi son visto superare da quattro o cinque auto. Due di queste sorpassandomi mi hanno suonato.
Ero diventato io il tappo che impediva loro di procedere celermente.
Non mi ero accorto di andar così piano!

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

23 giugno 2020

Una terza! (20-068)

Una terza! (20-068)

Raccontare. (14-143)
Raccontami una storia.” Questa la richiesta frequente che i nonni si sentono fare dai nipoti.
Ricerca affannosa di qualche fiaba classica, lettura di nuove fiabe prese da qualche libro.
Qualcuno riuscirà a inventarsene (i migliori). Altri non si sentiranno all'altezza.
Tutto questo non è necessario.
I bambini non conoscono le fiabe, non le desiderano. Vogliono delle storie. Non importa che ci sia magia ed eventi straordinari. Meglio se hanno come protagonisti i nonni, gli zii, i genitori.
I vecchi nonni hanno vissuto molto. Hanno visto tante cose. Vissuto tante cose. Che cosa c'è di più semplice che raccontare pezzi della loro vita ai nipoti?
Si può raccontare una vacanza felice. Oppure la nascita dei nostri figli (loro genitori).
O qualunque altro pezzo delle nostre vite, meglio se con la partecipazione dei nostri figli.
I nipoti saranno rapiti da questi racconti. Succederà che ri-racconteranno le nostre storie ai genitori, immedesimandosi nel ruolo di protagonisti.
Le storie che raccontiamo possono sembrarci normali, noiose.
Non importa.
La potenza d'immaginazione dei bambini le trasformerà in racconti meravigliosi.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.

22 giugno 2020

Un'altra pagina d'anni fa (20-067)

Un'altra pagina d'anni fa. (20-067)

Domande e risposte. (14-142)
I bambini fanno domande. Genitori indaffarati e frettolosi rispondono poco e male.
Ancora oggi ricordo la frase sbrigativa con cui mio padre eludeva le mie domande di bambino.
Per esempio, se chiedevo:”Perchè quell'automobile va veloce?” rispondeva: ”Glielo domanderemo.” Ironia fuori luogo (mai ironia e sarcasmo coi bambini: non capiscono).
Ma ci sono i nonni. Che non lavorano più, che hanno più tempo.
Noi vecchi dobbiamo rispondere alle domande dei bambini con attenzione, precisione, rispetto. Le loro domande sono una richiesta di spiegazione. Ma sono anche una richiesta di relazione. Infatti spesso ripetono la domanda, dopo che hanno avuto la risposta.
Con le domande il bimbo chiede affetto, sicurezza. Chiede di essere tenuto in considerazione.
Compito dei nonni è di rispondere, anche con parole difficili, magari rimandando la risposta a quando ci si è documentati (che meraviglia se il nonno per poter rispondere apre l'enciclopedia o il vocabolario!).
Non importa se capiscono la risposta: l'importante e che ci siamo per loro.
Che siamo presenti.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

18 giugno 2020

Una pagina di sei anni fa (20-066)

Una pagina di sei anni fa. (20-066)
Ristampo talvolta pagine dei primi anni di diario. 
O perchè poco lette. 
O perchè particolarmente significative.

Nonno: un ruolo sociale. (14-141)
Quando si diventa anziani, si cessa di lavorare. E si perde il ruolo sociale. Si perde cioè la propria parte di contributo alla società.
Ma si diventa anche nonni, spesso. Ai più sembra quasi di rinchiudersi entro un guscio, quello della famiglia. Siamo felici di diventare nonni, ma dispiaciuti di perdere il nostro ruolo nella costruzione della società. Ci sembra quasi di essere sprecati in questo nuovo ruolo di accudimento dei nipoti.
Non è così.
Occuparsi di un nipote non è solo far da supplenti alle carenze della società nell'assistenza all'infanzia. È molto di più, se lo si interpreta correttamente. I bambini da zero a tre anni hanno enormi possibilità. Se ricevono l'affetto dei nonni, che giocano con loro, che li accompagnano al parco giochi, che vivono una parte di vita con loro, saranno sicuramente dei cittadini migliori. Più equilibrati, più disposti a vivere con gli altri, pieni di valori civili. Tutto ciò glielo possono trasmettere i nonni. E se ciò accadrà saranno anche bambini più intelligenti (l'intelligenza fra zero e tre anni si sviluppa soddisfacendo i bisogni affettivi).
Noi nonni abbiamo un'occasione unica, quella di contribuire a costruire un nuovo essere umano e a inserirlo nella società.
Straordinario ruolo sociale, quello dei vecchi-nonni.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

15 giugno 2020

Inattesa convergenza (20-065)

Inattesa convergenza. (20-065)
Non sopporto la digitalizzazione della società. L'invadenza dell'elettronica nella vita civile è quantomeno eccessiva (vedi 18-002). Prima di tutto perchè è condita con molta retorica: si vuol far credere che tutto funzionerà meglio con le soluzioni elettroniche. 
Falso.
Poi perchè costringe tutti a perdere tempo per impadronirsi di procedure e metodologie. 
Infine perchè si tratta di un banale sistema di trasferimento su utenti e clienti di una serie di operazioni che un tempo venivano svolte da impiegati. Perciò è un modo per mantenere i prezzi invariati, ma impiegare meno manodopera: cioè fare più profitto.
Mio figlio è stato invece un entusiasta utilizzatore di smart- phone, strumenti elettronici, call center e via dicendo. Ora ha cambiato casa. C'era il problema di fare l'allacciamento alla rete del gas. Un poco per il corona virus, un poco per la tendenza a digitalizzare tutto, non è riuscito a fare un contratto on line e così è rimasto più di una settimana senza gas. Mi ha confessato che il sistema era rigido, non accettava la specificità del suo caso. Optando per il contatto telefonico, non riusciva a entrare in contatto.
Si sta ricredendo sui sistemi odierni di far contratti, acquisti, vendite e quant'altro on line.
Proprio un cambiamento inatteso.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

13 giugno 2020

Rassegnazione (20-064)

Rassegnazione. (20-064)
Non è una bella parola. 
Indica che si è costretti a subire qualcosa, ma che non lo si accetta. 
Qualche volta ho accennato a una parente (della mia età) che rifiuta ostinatamente la vecchiaia. E ho commentato che invece l'unico atteggiamento possibile è quello di accettarla. Ma un conto è accettare qualche aspetto deteriorato in un quadro di sostanziale tenuta, un altro conto è osservare che tutto il terreno stia franando.
Ecco, è la situazione in cui mi trovo adesso.
Nessun aspetto particolarmente pesante, ma è l'intera mia vita che sta invecchiando, a una velocità percepibile.
Non c'è nulla che possa fare.
Devo rassegnarmi.

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

11 giugno 2020

A volte accelera (20-063)

A volte accelera. (20-063)
Due o tre anni fa scrivevo con meraviglia che la vecchiaia in certi momenti sembra rallentare. Quasi sospendersi.
Negli ultimi mesi invece ho la sensazione che stia galoppando.
Problemi urinari accentuati (vedi 20-062), più difficoltà a gestire situazioni complesse, stanchezza maggiore nel tenere i nipoti (e sì che ormai sono 'grandini'), la vista che si indebolisce, insieme a una certa tendenza a rinchiudermi, mi fanno pensare che in questo momento la vecchiaia abbia ripreso il suo corso accelerato.
Sono quasi giunto alla conclusione del primo decennio (fra poco compio 74 anni): è normale; ma mi ero illuso di poterla tenere a bada fino agli ottanta.
Un conoscente che ha subito una importante operazione al cuore (e che probabilmente è verso gli ottanta) mi ha confessato che stenta molto a riprendere le forze e concludeva dicendomi: "Sono invecchiato di colpo. Prima non sentivo gli anni."
A volte la vecchiaia rallenta, ma a volte accelera di brutto.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )