31 luglio 2017

Dolori e fastidi vari (17-116)

Dolori e fastidi vari. (17-116)
Per costruire la casetta di legno dei miei nipoti, ho lavorato al sole nelle ore più calde della giornata, a torace nudo. Inevitabilmente la pelle della schiena si è arrossata e sono stato colto da un fastidioso eritema solare, con tanto di prurito.
Nei giorni successivi mi sono grattato spesso la schiena.
Stupore: nessuna difficoltà nel farlo. Le mie mani arrivavano agevolmente dove era localizzato il prurito. Soprattutto senza alcun dolore di ossa e giunture.
Dove sono finiti i dolori (talvolta molto forti) di alcuni anni fa a spalle e braccia?
Dov'è finita l'incapacità di girare la testa nel fare retromarcia in automobile?

Mi sono accorto che sono scomparsi, da qualche settimana, i dolori ai pollici di entrambe le mani. Erano cominciati circa due anni fa. Negli ultimi mesi si erano attenuati. Ora sono del tutto scomparsi.
È scomparsa anche una fessurazione sull'unghia del pollice destro.

Piccoli fastidi questi che accompagnano i vecchi e per i quali non si può far nulla, tanto che i vecchi li considerano un male inevitabile connesso semplicemente con l'età.

E se fosse il prodotto di uno stato infiammatorio generale, causato dallo stile di vita (cibo fumo alcol)?
O è il gran caldo che asciuga le ossa come si dice dalle mie parti?

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

30 luglio 2017

Stanchezza (17-115)

Stanchezza. (17-115)
Una settimana fa ho cercato di montare la casetta di legno per i miei nipoti.
Dopo alcune ore di lavoro ero giunto quasi al tetto, senza riuscire a completarlo, a causa di alcune difficoltà tecniche. Erano le quattro del pomeriggio. La mia compagna di lavoro spingeva per finirla.
Invece io ha dato forfait.
Non ce la facevo più.
Ero stanco di una stanchezza totale. Così esausto da provare un senso di nausea.
Ho approfittato del letto di uno dei bambini e mi sono sdraiato.

Non è stata tanto la stanchezza per il lavoro ad esaurirmi; forse neppure il caldo (la giornata più calda del mese), o la parziale esposizione al sole del luogo di montaggio.
Sono certo che sia stato il mancato recupero di forze con la solita dormita di metà giornata.
Sperimento sempre più spesso l'esaurimento delle forze dopo otto ore di veglia. 
E la necessità di un recupero con il sonno.
Ecco un tipico indicatore di vecchiaia.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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28 luglio 2017

Nonno e due nipoti (17-114)

Nonno e due nipoti. (17-114)
Mio figlio mi ha chiesto di tenergli i due figli per un paio d'ore.
I due bambini hanno 15 mesi l'uno e un po' più di due anni e mezzo l'altro.
Ho accettato, ma ero preoccupato. 
I bambini mi conoscono, separatamente li ho accuditi più volte. Ma non li ho mai tenuti insieme.
E invece è andato tutto bene. I due nipoti sono stati bravi (e il tempo è stato limitato). Sono anche riuscito a cambiarne uno e a dar loro da mangiare.

Finalmente è arrivata la loro zia a darmi il cambio. Si è stupita per la tranquillità della situazione. I bambini giocavano (con me o per conto loro).
Dopo qualche minuto è arrivato il loro cuginetto (8 anni) e lo zio. La situazione è cambiata. 
I bimbi hanno alzato il volume di parole e richiami. Si sono scatenati anche col cugino e lo zio.

Perchè con me sono stati tranquilli?
Non credo di avere particolari doti. Quando li devo tenere, io gioco con loro. Cioè gioco continuamente con loro (e per questo mi stanco). Interagisco, rispondo a ogni minimo richiamo o proposta di gioco. Stabilisco una relazione che loro apprezzano, prendo iniziative di passatempi. Mi occupo interamente di loro. 
Forse sentono che il nonno è lì esclusivamente per loro.

Mi vengono in mente i nonni e i genitori che incontro al parco giochi.
Molto, molto spesso sono attaccati allo smart-phone, o chiacchierano con altri genitori e solo se insistentemente richiesti si occupano dei bambini.

Che sia tutto qui il segreto?
Occuparsi veramente dei bambini, come persone e non come inciampi?

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27 luglio 2017

La casetta di legno (17-113)

La casetta di legno. (17-113)
Tutti i bambini hanno un sogno: una casetta di legno a loro misura.
Un paio d'anni fa mi ero quasi deciso a costruirla per i miei nipoti, ma le competenze di falegnameria richieste erano troppo grandi. Così ho lasciato perdere.
Al compimento dei due anni della terz'ultima nipote, la mia compagna ha deciso di regalarle una casetta di legno, acquistandola già preformata.
Mi ha solo chiesto di montarla.
Ho accettato con entusiasmo.

Immaginavo che non si trattasse di una passeggiata, cioè che anche l'assemblaggio del piccolo prefabbricato avrebbe richiesto tempo e competenze, ma l'avrei fatto volentieri, al pensiero della gioia dei bambini.
Arrivato il pacco, mi ci è voluta più di un'ora fra disinballo e controllo dei pezzi presenti (ben 137!). Altro tempo ci è voluto per leggere le istruzioni generali (scritte in un corpo tipografico piccolissimo, quasi illeggibile), scegliere il luogo e trasportarvi il materiale. Bisognava anche attendere un paio di giorni per permettere al legno di stabilizzarsi all'aria.
Finalmente una domenica mattina ero pronto e ho cominciato a montarla con l'aiuto della madre della bambina.
Abbiamo cominciato in tarda mattinata, al sole, e in una delle giornate più calde del mese!
Ma l'entusiasmo ci aiutava.
Le difficoltà sono cominciate fin da subito: istruzioni imprecise, incastri che non si adattavano, piccole deformazioni che impedivano ai pezzi di combaciare perfettamente. 
Lentamente, i problemi sono stati superati e siamo arrivati, dopo alcune ore, alla copertura della casetta: cioè a dover costruire il tetto.
E ci siamo bloccati.
Uno dei problemi che l'umanità ha dovuto risolvere fin dalla costruzione di capanne, ci ha trovati impreparati. Abbiamo dibattuto a lungo. Non abbiamo trovato una soluzione soddisfacente.
E così ho proposto di fermarci (dopo sei ore di lavoro) e di finire la casetta la domenica successiva, previo studio del problema.
La casetta è rimasta incompleta, ricoperta di telo di plastica perchè non prenda la pioggia.
I miei nipoti non l'hanno vista.

Non ho potuto gustare la loro gioia.

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25 luglio 2017

La sorella del sonno (17-112)

La sorella del sonno. (17-112)
Carlo Rovelli, autore del libro L'ordine del tempo, di cui ho scritto ieri, conclude il suo lavoro con un capitoletto dal titolo La sorella del sonno. Si tratta di un capitolo su vita e morte, inevitabile conclusione di un lavoro sul tempo.
Ne riporto un brano.
È testimonianza di un individuo non ancora formalmente vecchio, ma prossimo ai fatidici 65 anni. E riguarda la morte.

Penso alla morte come a un meritato riposo. Sorella del sonno, la chiama Bach nella meravigliosa cantata BWV 56. Una sorella gentile che verrà presto a chiudere i miei occhi e accarezzarmi la testa.

Giobbe è morto quando era sazio di giorni. Espressione bellissima. Anch'io vorrei arrivare a sentirmi “sazio di giorni” e chiudere con un sorriso questo breve cerchio che è la vita. Posso gustarne ancora, sì; ancora della luna riflessa sopra il mare; ancora dei baci della donna che amo, della sua presenza che dà senso al tutto; ancora dei pomeriggi delle domeniche d'inverno, sdraiato sul divano di casa a riempire pagine di segni e formule sognando di strappare un altro piccolo segreto ai mille che ancora ci avvolgono… Mi piace la prospettiva di gustare ancora questo calice d'oro; la vita che pullula tenera e ostile, chiara e inconoscibile, inaspettata... ma ho già bevuto molto a questo calice dolce e amaro, e se proprio ora arrivasse l'angelo a dirmi: “Carlo, è ora”, non gli chiederei di lasciarmi finire la frase. Gli sorriderei e lo seguirei.”


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24 luglio 2017

Il tempo (17-111)

Il tempo. (17-111)
Un mese fa ho acquistato un libro: L'ordine del tempo, di Carlo Rovelli, un fisico, noto per essere anche un eccellente divulgatore (vedi 17-101).
Ho appena terminato di leggerlo. Non sono stato affatto deluso dalla lettura, anzi.
Il libretto (uso il diminutivo perchè non è molto lungo, ma è denso denso) parla del tempo dal punto di vista della fisica, ma inevitabilmente giunge a impostare anche questioni filosofiche ed esistenziali (l'ultimo capito riguarda la morte!).
L'autore non dice perchè il tempo scorra in un'unica direzione, ma imposta il problema.
E discute sul problema stesso.
Il che non è poco.

L'immagine del tempo che ci è familiare è: qualcosa che scorre uniforme e uguale in tutto l'universo. Esiste un presente che è la realtà, il passato è fisso e immutabile. Il futuro è indeterminato. La realtà scorre dal passato al presente al futuro. Questa è la struttura di base del mondo.
Non è così.
Questa è un'idea di Newton, di trecento anni fa, che è entrata a far parte del patrimonio di pensiero di tutti, ma che oggi (XXI secolo) appare infondata.

Il presente comune a tutto l'universo non esiste. Gli avvenimenti non sono tutti ordinati in passati presenti e futuri. C'è un ordine solo parziale. E vicino. Cioè esiste un presente per il nostro sistema solare o per qualcosa di un po' più distante, ma non è lo stesso presente di una galassia lontana.
Inoltre il tempo scorre a velocità diverse a seconda che siamo più vicini alla terra, in pianura, o che siamo sull'Everest o su un aereo o su una base che ruota attorno alla terra a 400 km di distanza. E dipende anche dalla velocità alla quale andiamo: più velocità, meno il tempo scorre velocemente.
Non c'è una durata unica fra due eventi, ce ne sono molte possibili!

Infine, in fisica, c'è poco che somigli al tempo della nostra esperienza.
A livello fondamentale il mondo non è fatto di cose, ma di accadimenti.
La fisica può descrivere il mondo anche senza usare il tempo.

Da questo modo senza tempo, come emerge la nostra sensazione che il tempo scorra inesorabile?
Rovelli dice che dipende dalla nostra prospettiva e dal fatto che la realtà la vediamo in modo sfocato, parziale. In sostanza, della realtà vediamo solo una piccola parte: ne siamo ignoranti (della vera realtà). 
Da questa indeterminatezza nasce l'orientamento del tempo: il passato e il futuro.

Non continuo. Anche perchè non ho capito tutto.
Ne ho scritto qui per invogliare qualcuno degli anziani a leggere questo bel libro, nel quale troverà anche pagine sul ruolo della memoria (folgorante è la descrizione di come tempo, memoria e permanenza del ricordo (di una nota appena sentita), ci consenta di apprezzare un brano musicale).
Forse a più d'uno sarà capitato di percepire che il tempo scorre più veloce durante la vecchiaia: interessante saperne di più (sul tempo).

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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21 luglio 2017

Paure (17-110)

Paure. (17-110)
Registro un aumento dei miei timori.
Mentre organizzavo la mia annuale camminata in montagna (che poi non ho fatto per altre ragioni) è affiorato in me il timore di non farcela. Ne è seguita la scelta di mete poco impegnative. È un'evidente distanza dal mio amico che, tutto entusiasta per la nuova valle dolomitica prescelta, desiderava percorrere le vie più spettacolari (ma anche più impervie e faticose). Si sono rovesciati i nostri ruoli: in tutte le camminate precedenti ero io a spingere per imprese più ardue, mentre lui frenava sistematicamente.

Un altro timore. Devo vendere la mia casa e acquistarne un'altra più adatta a due vecchi. 
Temo i contatti che si devono avere coi potenziali clienti, le difficoltà burocratiche, le trattative per fissare i prezzi. Mi spaventano anche tutte le fatiche legate al cambio di casa, soprattutto il trasloco, che, in anni recenti, mi auguravo di fare annualmente (magari per qualche parente o amico) come occasione di un grande bello sforzo fisico, che faceva tanto bene alla salute.

Infine, poiché le mie finanze non me lo permettono, dovrò darmi da fare manualmente per ridipingere l'appartamento che venderò: altra fatica che mi sento sulle spalle.

È cambiato il mio modo di valutare gli sforzi che mi aspettano, sia fisici che psichici.
Ora li temo.

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19 luglio 2017

Scherzetto (libro) (17-109)

Scherzetto (libro). (17-109)
Qualche tempo fa ho comprato questo romanzo. E l'ho letto (vedi 17-091).
Il libro è gradevole e coinvolgente. Mi aveva interessato perchè trattava del rapporto fra un vecchio nonno (più o meno della mia età) e suo nipote quattrenne. Ero incuriosito dal fatto che l'autore avesse l'età del protagonista: mi attendevo che avrebbe travasato nel libro anche la sua, di vecchiaia.
E così è stato.
Sono numerosi i passi che mostrano come l'autore ne sappia di vecchiaia.

Più volte l'autore sottolinea la stanchezza del protagonista:
... ero stanchissimo, avevo tenuto in braccio il bimbo tutto il giorno …”
... le palpebre mi si chiudevano, mentre giocavo col nipotino ...”
Lessi quattro favole: ero sfinito …”
“ … ero stremato.”

In altre pagine affiora la debolezza:
“ … è lo stato di debolezza in cui mi trovo, è la vecchiaia a rendermi insicuro ed esposto.”
“ … il cervello era labile, dovevo fare attenzione.”
“ … non avevo neppure un po' di energia per lavorare.”
Nonno, che cos'è il vuoto? ... non avevo né la pazienza né la forza per spiegarglielo.”

Qua e là poi vi sono nel testo riflessioni più profonde:
Vidi di colpo un vecchio senza qualità, forze scarse, passo incerto, vista offuscata, svogliatezza crescente: i segnali del declino non posso più ignorarli.”
La vita è passata; ciò che sapevo fare l'avevo fatto: che fosse molto, poco, niente, che importanza aveva?”
Con la vecchiaia mi spaventano anche le ferite, che si possono infettare … O forse è il terrore della morte lunga: preferisco cedere tutto d'un colpo, un attimo, e non respirare più.”
Ecco un'altra cosa sparita [con la vecchiaia]: avevo perso la coordinazione dei gesti, avevo perso la disinvoltura.”

E' presente anche il senso di libertà, ma raramente:
Nonno, non si fuma!”
Il nonno è vecchio, fa quello che gli pare.”

Insomma il romanzo contiene spunti sulla vecchiaia.
E io ne sono assetato.


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16 luglio 2017

Calo di energia (17-108)

Calo di energia. (17-108)
Quest'anno non sono andato in montagna a camminare.
E quest'anno già a giugno ha fatto un gran caldo e sta continuando anche in luglio.
Da una ventina di giorni mi sento spossato. Ho le gambe molli.
Il caldo debilita i vecchi.
Quest'anno, a differenza di due anni fa, il caldo lo sento molto.
Ricordo quanto scritto nel 2015: il caldo non lo sento (vedi 15-098 e 15-106).
In quell'anno, sia per gli sforzi in montagna, sia per una sospensione di vecchiaia (che capita talvolta), stavo benissimo.
Oggi non posso più dirlo.
La vecchiaia ha ripreso il suo corso, dopo la sosta di due anni fa.

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14 luglio 2017

Il cane vecchio (17-107)

Il cane vecchio. (17-107) (14/07/17)
Possiedo un cane, che fra poco compirà 16 anni. Corrispondenti a 85-90 dei nostri anni umani. Siamo entrati più o meno insieme nella terza età, ma per lui la vecchiaia ha galoppato. Mi ha nettamente distanziato, è già nell'ultima fase della sua vita, mentre la mia vecchiaia è appena cominciata (ho settant'anni).
Nei giorni scorsi, in contemporanea col gran caldo, è stato male. Soffre di cuore.
Si muove ancora, ma è penoso vederlo salire le scale: non ce la fa; così, spesso, lo prendo in braccio.
Il mio cane è la fotografia di come potrei stare io fra 15 anni. Anche per me sarà faticosissimo salire le scale, anch'io probabilmente soffrirò di cuore (un punto debole ci deve pur essere, per poter morire).

Il mio cane mi sta facendo un regalo: mi fa vedere come sarà l'ultima fase della mia vita.
Morte compresa.

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13 luglio 2017

Ristrettezze (17-106)

Ristrettezze. (17-106)
D'improvviso mi sono accorto di non avere più denaro. 
Sapevo che sarei arrivato a questo punto, prima o poi. Pensavo di arrivarci fra qualche mese.
Invece succede ora.
Così ho dovuto cominciare a fare delle rinunce.
A monte le mie camminate estive di una settimana per boschi e montagne. Riduzione delle leccornie, che mi permettevo, di prodotti biologici e vegani. Molta attenzione nelle spese, anche di pochi euro.
Quel che mi colpisce è che non posso cambiare la situazione, guadagnando di più, perchè non ho altre fonti di reddito oltre alla pensione (modesta) e all'affitto di un appartamento. Trovare qualche lavoretto part time, è difficile; tornare al lavoro che svolgevo l'anno scorso impossibile, anche perchè sono vecchio e il lavoro è impegnativo.
Sia chiaro, non sono in miseria, ma devo stare attento a quel che spendo.
Talvolta capita che gli anziani si impoveriscano, ma diminuiscono anche le loro esigenze: non si muovono, non viaggiano, non frequentano pizzerie, mostre d'arte, piscine.

Quando mi sono accorto che i soldi erano finiti, mi sono spaventato. 
Poi pian piano ho capito che ce la posso fare. Anche perchè con la mia compagna c'è solidarietà: abbiamo deciso di affrontare questa situazione come una sfida, come una prova della vita.
Perchè, in fin dei conti, non siamo in miseria.
Ma, in ristrettezza, sì.

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11 luglio 2017

Inadeguato (17-105)

Inadeguato. (17-105)
Il parco che frequento quotidianamente, coi cani, è fonte di dispute e di problemi. L'amministrazione comunale uscente (vi sono state le elezioni il mese scorso) lo ha concesso in gestione a una società che vi ha costruito un maneggio per pony, sottraendo quasi un terzo del parco all'uso di tutti. Vi sono state proteste e manifestazioni un paio d'anni fa, senza risultato. Ora la società ha cominciato le attività, che interferiscono con noi frequentatori del parco, riducendo l'area che possiamo frequentare, ma soprattutto usando il parco in modo sfacciatamente privato.
Si è costituito un comitato di difesa e ieri si è riunito un gruppo ristretto per stilare un appello sul quale raccogliere firme. Sono stato invitato al gruppo ristretto.
Ero il più vecchio.
La coordinatrice ci ha rifatto la storia, producendo documenti su documenti. Erano presenti anche un avvocato, un architetto esperto in pratiche amministrative e piano regolatore e altre tre persone fra le quali io.
Non ho aperto bocca per tutto l'incontro. Sinceramente il livello di complessità della faccenda era grande e non avevo alcuna competenza in merito.
Mi sono sentito del tutto inadeguato.
In realtà vi ho partecipato perchè la mia esperienza avrebbe potuto dare qualche consiglio da vecchio. E invece non avevo nulla da dire.
In altre occasioni avevo sempre qualcosa di originale da esprimere. Anche solo un punto di vista diverso.
Stavolta no.

Sono giunto a un punto nel quale i giovani hanno più competenza di me. Certo, si tratta di competenze specifiche, inerenti alla loro professionalità. Ma io ho la competenza del vecchio. Forse anche questa scompare con l'età.
La mia esperienza dovuta ai tanti anni vissuti non è più in grado di dare qualcosa in più, che possa essere utile a un gruppo.
Vecchio inadeguato.

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09 luglio 2017

Raggiri (17-104)

Raggiri. (17-104)
D'estate, la polizia mette in guardia le persone anziane da imbrogli, truffe, raggiri dei quali potrebbero essere vittime. I mariuoli che metteno in atto tali inganni contano sul fatto che gli anziani sono deboli di memoria.
Quando ascolto questi appelli, il primo pensiero va ai miei vicini quasi novantenni e scatta un istinto di protezione. Questo automatismo nasconde un altro pensiero: a me non capiterà, perchè sono ancora giovane, vigile e so difendermi.
E invece sono stato raggirato anch'io.

Scendevo dall'auto con mio nipote di due anni e mezzo per entrare in un parco giochi.
Ero quindi occupato dal bambino. Si ferma un'auto e un ragazzo dall'interno mi saluta cordialmente. Non lo conosco, ma rispondo al saluto. Il giovane insiste e mi chiede se mi ricordo di lui. Gli rispondo di no, ma lui continua, mi da nomi e cognomi, professione del padre. Intanto parcheggia accanto a me. Mi dice di aver aperto una gastronomia in quartiere e mi invita a visitarla, dicendo: “Venga la prego, ci tengo. Le faremo un omaggio.” 
Nel frattempo scende dall'auto, prende una cassetta di pomodori ciliegino e me la porge dicendomi: “Non si offende, vero, se gliela do?! È roba buona che viene dalla Sicilia.”
Cerco di rifiutare, sempre col bambino da gestire, ma lui me la deposita nel bagagliaio. 
Alla fine lo ringrazio e lui mi incalza:”Frutta ne mangia?”
Rispondo incautamente di sì e così mi ritrovo nel bagagliaio due cassette di meloni e un plateau di pesche.
Il giovane aggiunge:”Se vuol darmi qualcosa per la frutta ...”
Di fronte a tanta generosità, metto mano al portafoglio che per fortuna era quasi vuoto e gli dico: “Ho solo cinque euro, li prenda, ma non posso accettare tutta questa roba!”
Li accetta e in un batter d'occhio si riprende tutto il resto lasciandomi solo una cassetta di meloni. Mi saluta e si dilegua in un attimo.

Non si è trattato di una truffa (il valore della cassetta di meloni era più o meno sui 5 euro), ma di un raggiro sì, perchè non avevo intenzione di acqistare meloni, né tanto meno meloni non biologici.

La tecnica di vendita è stata perfetta. Il giovane un ottimo attore, molto capace.
Ha puntato tutto sulla mia età, sulla situazione di difficoltà (mio nipote), sul fatto che gli anziani non ricordano bene.

Noi vecchi siamo deboli.

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07 luglio 2017

Sotto il sole (17-103)

Sotto il sole. (17-103)
Quest'anno, sulle strade attorno a casa mia, sono fatti dei lavori di rifacimento dei marciapiedi. Lavori faticosi, anche se facilitati da macchine potenti.
Nei giorni scorsi la temperatura è salita fino a 35 °C. Ebbene, gli operai che svolgevano i lavori hanno continuato a lavorare sotto il sole, nelle ore più calde della giornata. Ho temuto che si sarebbero sentiti male. Ho portato loro dell'acqua fresca. Mi hanno ringraziato e hanno continuato a lavorare. Così per più giorni. Fortuna ha voluto che, poi la temperatura fosse diminuita.
Gli operai erano giovani. Sono riusciti a farcela, in quelle condizioni difficili.
Io non ce l'avrei fatta. Perchè non sono forte di muscoli.
Ma soprattutto perchè sono anziano.
Le capacità di adattamento di un vecchio sono nettamente inferiori rispetto a un giovane.
Da vecchi molte cose non si possono più fare.
Come lavori di fatica sotto il sole cocente.

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05 luglio 2017

Paolo Villaggio (17-102)

Paolo Villaggio. (17-102)
E' morto nei giorni scorsi, ultra ottantenne.
Attore comico italiano, famoso per aver inventato personaggi quali Fracchia e Fantozzi, che più che comici erano tragici. 
In Russia era stato paragonato addirittura a Gogol, come scrittore.
Lucidissimo, caustico, lapidario, iperbolico.
Ieri un suo amico ricordava che talvolta Villaggio gli telefonava e gli chiedeva:
Io sono vivo o sono morto?”
Al che l'amico rispondeva:
Credo che tu sia vivo!”
Villaggio allora replicava:
Ecco, vedi, anche tu lo credi soltanto. Allora vuol dire che sono morto. Addio.”

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04 luglio 2017

Il tempo (17-101)

Il tempo. (17-101) 
Quando smisi di lavorare, pensavo che non avrei avuto molto da fare, durante i giorni della settimana. Sapevo che ci sarebbero stati i nipoti a occuparmi, ma forse non mi avrebbero occupato tutta la settimana (credevo).
Invece dopo un anno mi accorgo che sono sempre occupatissimo.
Ogni giorno ha il suo fardello da portare (a termine).
È vero che faccio le cose con più calma.
È vero che, non lavorando, mi sono caricato di altri interessi e che li conduco in porto.
Ma pensavo di avere almeno un po' di tempo per … non far niente.
Pia illusione.
E il tempo continua a scorrere inesorabile e, mi pare, più rapidamente.
Una settimana finisce in un batter d'occhio. Il tempo letteralmente vola.
Sensazione comune fra gli anziani.
Così quando mi è capitato fra le mani il libro L'ordine del tempo di Carlo Rovelli, mi sono precipitato ad acquistarlo.
Tratta del tempo da un punto di vista fisico (cioè della fisica), ma tenta di andare al profondo del concetto e di chiarire perchè il tempo scorre in un'unica direzione. E lega lo scorrere del tempo alla forza di gravità (cosa che non sapevo). E alla velocità (questo lo sapevo). Finora ho capito che deve entrarci la percezione personale.
L'ho cominciato: è gradevolissimo, affascinante, esprime concetti, senza formule matematiche.
In pochi giorni ben tre anziani miei conoscenti me ne hanno parlato.
Ne scriverò ancora alla fine della lettura.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )
17-101) (04/07/17



(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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