28 febbraio 2021

Una verniciata di verde (21-024)

Una verniciata di verde. (21-024) Il nuovo governo italiano avrà un ministero che si chiama "per la transizione ecologica". In realtà sostituisce il ministero dell'ambiente, con, in aggiunta, una delega sull'energia. A guidarlo, un tecnico, Roberto Cingolani, che attualmente lavora per Leonardo, un'azienda aerospaziale e produttrice di armi, al 30% di proprietà dello stato italiano. Già questo la dice lunga sulla persona del nuovo ministro. Parliamoci chiaro: io non sono nessuno, e nessuno mi cercherà mai, ma ho una coscienza etica: mai e poi mai lavorerei per un'azienda di produzione di armi, neanche se fossi alla fame. Anzi mi batterei perchè almeno lo stato ne uscisse. Il neo ministro è sicuramente persona abile e docente universitario, capace di navigare nel mare della politica e di farsi finanziare i progetti (dallo stato e senza gara). Che sia un cattedratico di fisica sperimentale che garanzie mi dà a riguardo delle importanti scelte che il governo deve fare per ri-orientare la produzione italiana verso una transizione ecologica? Nessuna. Le sue idee sull'energia sono prive di una solida base culturale filosofica su che cosa sia società, giustizia, democrazia. È un tecnocrate, non certo un democrate. E del resto il governo è guidato da un economista: di larga fama, ma pur sempre un tecnico abituato alle leve del potere, alle banche, al ... (diciamolo almeno una volta!) capitalismo, cioè a quella forma di società che ci ha condotti a inquinamento, cambiamenti climatici, pandemie, povertà, ingiustizia, fame (a proposito, da qualche anno chi soffre la fame nel mondo ha ripreso ad aumentare). Fiducia in Draghi e Cingolani? Neanche un pò. Sono troppo vecchio per continuare a illudermi su tecnici falsamente neutrali che diventano politici, in pratica per mantenere lo status quo. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

27 febbraio 2021

Sofia Loren (21-023)

Sofia Loren. (21-023) Qualche mese fa è uscito il suo ultimo film, La vita davanti a sè, a sette anni dalla precedente pellicola. Ma se nel 2013 aveva 79 anni, oggi di anni ne ha 86. Età ragguardevole per tutti, non soltanto per un'attrice. Complimenti alla donna prima di tutto (il film non l'ho visto). Ci vuole molto coraggio per affrontare un lavoro faticoso e impegnativo come quello di fare un film, ad un'età così avanzata. E ci vuole lucidità, energia fisica e soprattutto psichica (immagino). In un'intervista diceva, più o meno, che a quel punto della sua carriera (!) sceglieva soltanto copioni di alta qualità, che sono molto pochi. Sembrava che quel film fosse stata una scelta di qualità piuttosto che il canto del cigno di una attrice. Insomma non ha detto: "è il mio ultimo film, non ho più l'età per fare certe cose" bensì "non trovo copioni di qualità, se no ne farei ancora di film". Grande Sofia! che non si pone limiti, nonostante l'età. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

24 febbraio 2021

Memoria, ancora (21-022)

Memoria, ancora. (21-022) Ne scrivo di tanto in tanto (vedi 20-101 e 21-013). Perchè temo di perderla, sia per motivi di vecchiaia, sia per motivi di familiarità: mia madre dopo gli ottant'anni l'aveva persa in modo significativo. Nell'ultima pagina su quest'argomento avevo scritto che attendevo il ciclo annuale di lezioni per valutarla. Ebbene è arrivato. Nella prima lezione in presenza per due volte ho perduto il filo del discorso. Cioè, mentre spiegavo un concetto, ho fatto un inciso, ma al momento di rientrare nel concetto principale ho scordato qual'era. Proprio non c'era più e, soprattutto, nonostante mi sforzassi, non c'è stato verso di recuperarlo. Mi hanno aiutato gli allievi, ma ho accusato il colpo. In pratica, ho vissuto un momento in cui è apparso evidente come la memoria si sia indebolita. Generalmente, quando per la prima volta verifico una perdita di abilità, la mia mente trova sempre delle scusanti. In questo caso l'impegno emotivo di una didattica in presenza mi ha distratto dal filone dei miei pensieri. Da questo ho dedotto che in realtà non si tratta di perdita di memoria, bensì di aumentata difficoltà a gestire le emozioni. Ma, poche ciance, il risultato finale è lo stesso: ho più difficoltà a ricordare. E dire che a fronte delle osservazioni della mia compagna sulla mia progressiva perdita di memoria nella vita familiare, mi ero sempre difeso, sostenendo che, quando invece sono impegnato in compiti impegnativi, la mia memoria non vacilla! (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

21 febbraio 2021

Didattica a distanza (21-021)

Didattica a distanza. (21-021) Ho provato una seconda volta la didattica a distanza (vedi 21-014). In tempi di chiusura sociale, di quarantena, capisco che sia un mezzo importante per conservare un qualche rapporto. Ma che delusione! E io ho la fortuna di insegnare ad adulti. Penso a chi debba insegnare ad adolescenti, o peggio a bambini. Non ci siamo proprio. È un mezzo per l'emergenza estrema. Non può sostituire neppure per sogno la didattica in presenza. Eppure temo che a qualcuno, entusiasta delle nuove tecnologie, venga in mente di cominciare a introdurlo nelle scuole, come complemento, certo. Ma non va bene neppure a piccole dosi. La didattica ha assoluto bisogno della presenza fisica. Soprattutto se chi deve imparare è giovane o giovanissimo. È proprio necessario giustificarlo? È una verità lampante. Se qualcuno la mette in dubbio significa che non è un insegnante. O è un insegnante troppo giovane. Anche in questo caso la vecchiaia aiuta a capire di più. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

19 febbraio 2021

Selettività (21-020)

Selettività. (21-020) Da vecchi si diventa più esigenti. Stamane ho preso un caffè al bar vicino a casa, l'unico in zona che serva caffè biologico. Buono. Al momento di uscire la titolare mi ha chiesto: "Come era il caffè, oggi?" le ho risposto: buono. Ha insistito nella domanda e allora le ho detto: "Guarda, se vuoi sapere anche le sfumature, il caffè era buono, ma quello di mercoledì mattina era perfetto." Infatti avevo colto una diminuzione di intensità. Allora mi ha confessato che avevano cambiato caffè e voleva sapere l'opinione dei clienti. Ha aggiunto: "L'ho chiesto a te, perchè so che sei più attento. Molti non si accorgono di nulla." Sono più attento nel senso che non mi va bene tutto, anzi a questa età sono diventato molto selettivo. Ormai da dieci anni non festeggio più il compleanno e quindi pochi mi fanno gli auguri. Nessuno mi fa regali. Non è che i regali mi facciano dispiacere: succede che è diventato molto difficile indovinare i miei gusti. E poi ho tutto. Di che cosa avrei bisogno? Forse un libro, un disco. Ma come fanno gli altri a sapere quale libro, quale disco? (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

18 febbraio 2021

Qualche squarcio (21-019)

Qualche squarcio. (21-019) Qualche apertura, nella nebbia fitta che avvolge l'ultima fase della vita. Molti, molti anni fa si doveva tenere un referendum sul divorzio. Ero rappresentante di lista di un partito favorevole, in un seggio vicino a casa. Il mio compito era anche quello di andare a far visita agli anziani del mio partito per portarli a votare. Ebbene uno di questi, anch'egli ultra-ottantenne, che in gioventù era stato un attivista, declinò la mia offerta dicendomi: "Sono troppo vecchio, queste cose le lascio a voi giovani!" Due conoscenti, padre e figlio, il padre quasi novantenne. L'anziano, persona vivace, interessata alle cose della vita, pieno di iniziative, verso la fine degli ottanta comincia un declino significativo: è meno vitale, dorme di più, è più distaccato. Il figlio non si rassegna al cambiamento, lo sprona, lo spinge a continuare a impegnarsi nella vita. Il padre reagisce malamente. Due amiche, madre e figlia, molti anni fa. La madre è molto anziana, si muove poco. La figlia desidera comunque farle fare esperienze. Ricordo che durante un'estate, nei giorni delle stelle cadenti, la figlia la caricò in macchina di notte e la condusse sui colli vicino alla mia città, per farle vedere quello spettacolo. Io, ammirato per tanta intraprendenza della figlia, chiesi alla madre se era stata contenta. La sua risposta: "Marisa ha tanto insistito che ho accettato, per farle un piacere, poverina. Ma io sarei rimasta più volentieri a casa. L'ho fatto per lei." La mia vecchia zia, appassionata di politica, quando superò gli 85 anni, perse interesse per quell'aspetto della vita e diventò più tiepida verso le malefatte che un noto uomo politico del mio Paese infliggeva alla società e che qualche anno prima la infiammavano. In età molto avanzata cambia tutto. Ciò che per noi, vecchi più giovani, è ancora importante, per i "molto anziani" perde di significato. Del resto è naturale che, verso la fine dell'esistenza, ci si orienti verso altri obbiettivi. È naturale il distacco dagli affetti e dalla vita. Bisogna imparare a rispettare questa evoluzione. Bisogna imparare a lasciar andare quelli prossimi alla fine. Non trattenerli. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

14 febbraio 2021

Ministero della transizione digitale (21-018)

Ministero della transizione digitale. (21-018) Mio figlio mi ha telefonato, arrabbiato nero, perchè in banca, domani, finirà in rosso. Era arrabbiato perchè in realtà avanza una discreta somma per i lavori già fatti e dunque non sarebbe in debito, ma non riesce a inviare le fatture elettroniche, che gli permetterebbero di incassare ciò che gli spetta. Digitale. Fino a qualche decennio fa era il nome di una pianta dalle notevoli proprietà cardiotoniche, se assunta in piccole dosi, ma anche mortale in dosi maggiori. Oggi indica l'uso dell'informatica, dell'elettronica, per semplificarci la vita: il più delle volte ce la complica a dismisura. Nell'ultimo governo italiano è stato costituito perfino un ministero, per spingere al massimo la digitalizzazione: cioè costringere quanti più cittadini possibile a dotarsi di strumenti adeguati (spendendo denaro), a imparare procedure complicate (perdendo tempo), a cimentarsi in astruse navigazioni (perdendo la pazienza). Il bello è che non se ne può fare a meno. La macchina dello stato sta prendendo quella direzione anche per dotare i cittadini di documenti importanti, come per esempio lo SPID, senza il quale non si riuscirà più ad avere vari servizi presso la pubblica amministrazione. Tre considerazioni. Prima: i sistemi digitali sono molto rigidi, non ammettono deroghe dai casi previsti, per cui se non rientri nella casistica normale non riesci a far nulla (altrochè maggiore efficienza!). Seconda: i sistemi digitali vogliono far compiere agli utenti una serie di operazioni che un tempo erano svolte da impiegati agli sportelli; il risultato è quello di eliminare personale, licenziarlo, col solo scopo di fare più profitto. Non si tratta di un sistema per rendere più veloci operazioni varie, bensì un sistema per far più soldi. Terza: il tutto ci viene raccontato come passo avanti per una maggiore efficienza, per una razionalizzazione, per seguire la modernità. Quanta retorica per coprire uno sporco interesse economico! E noi dovremmo soggiacere a tale scelta capitalistica senza protestare? Almeno noi vecchi dovremmo fare resistenza a tale stravolgimento della vita e della società. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

13 febbraio 2021

Si dà per scontato (21-017)

Si dà per scontato. (21-017) Mio dio, quante cose si danno per scontate nel dibattito politico, economico e sociologico attuale! Quante situazioni non sono fatte passare al vaglio di un pensiero critico! Invece si ripete all'infinito il mantra della crescita del pil come condizione necessaria per la salvezza della nazione. Oppure si dà per scontata la necessità della digitalizzazione sempre più spinta della società. O ancora che il mercato sia in grado di autoregolarsi e produrre benessere per tutti. O infine che bisogni finanziare le imprese per far sì che producano più ricchezza e, in cascata, più benessere per tutti (è stato calcolato che con questo sistema, ferme restando le condizioni generali, occorrerebbero 215 anni per avere un reddito minimo di pura sopravvivenza per tutta la popolazione mondiale). Insomma che l'unica forma di vita sociale sia il capitalismo. Come negli Usa, dove agli studenti, all'ingresso delle scuole superiori, si fornisce un libretto che spiega che lo stato in cui vivono è basato sul capitalismo. Nella Costituzione italiana per fortuna non si giunge a tanto. Però il pensiero unico nel quale siamo immersi è quello. E tutti a disperarsi o rallegrarsi se il pil cala o cresce. E a stupirsi quando si sente che in Bhutan (!) è posta la felicità dei cittadini alla base dell'agire di quello stato: che gente strana! Ecco il risultato: occorre un economista a guidare l'azione del governo. Per esempio il direttore della banca europea, come Draghi, per salvare l'Italia. E perchè non un idraulico? (almeno ci aiuterebbe a sottrarci dal dissesto idrogeologico del nostro paese) Non viene in mente a nessuno che un economista è già preda di un pensiero unico e userà soltanto quello per modificare lo stato dei fatti? A nessuno viene in mente che invece sarebbe necessario un filosofo, cioè un individuo che ha ben saldi in mente gli elementi dell'agire, le idee del bene comune, i principi di giustizia e di equità? Mai avrei pensato, anche soltanto dieci anni fa, che sarei giunto ad avere queste idee. Idee di ragionevole convivenza fra gli uomini e le donne del mio paese. Per fortuna che sono diventato vecchio: più tempo per pensare e più lucidità. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

08 febbraio 2021

Attualità politica: che ne pensa un vecchio (21-016)

Attualità politica: che ne pensa un vecchio. (21-016) In questi giorni è stato dato incarico a Mario Draghi di formare il nuovo governo italiano. Tutti a sperticarsi in lodi del personaggio, che ha invero un curricolo di tutto rispetto. Ma è proprio così? Può bastare il rigore per essere utili al Paese? Come dimenticare che Draghi è stato il promotore delle privatizzazioni del patrimonio dello stato? O che in passato è stato sostenitore del liberismo più sfrenato, al punto di ammirare quasi Margaret Thatcher? O che nella durissima situazione del crollo economico della Grecia abbia sostenuto con rigore la necessità del pagamento dei debiti greci, a favore delle banche tedesche e francesi? Quanta sofferenza e morti ha causato quella scelta? È possibile che il suo rigore (non etico, bensì economico liberista) abbia messo nel conto quella sofferenza e abbia deciso che comunque quella fosse la strada da seguire? Oggi a distanza di una decina d'anni alcuni esponenti politici europei ammettono che con la Grecia si sia sbagliato tutto. E' questo l'uomo che salverà l'Italia? Non credo proprio. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

07 febbraio 2021

Segni di vecchiaia: uno nuovo (21-015)

Segni di vecchiaia: uno nuovo. (21-015) Vi è uno stimato personaggio televisivo, un intellettuale di chiara fama, che si connota per arrabbiarsi spesso durante le interviste. Negli ultimi tempi, si arrabbia sempre. Ha la mia età. È quello che sta succedendo anche a me, nella vita quotidiana. Mi sono accorto ultimamente di perdere sempre più spesso la pazienza, anche in circostanze di non molto peso. Di fronte a un forte stress emotivo, non sono in grado di mantenere la calma, perchè ho perduto l'abilità di gestire le mie emozioni. In realtà ne avevo scritto la scorsa estate e forse anche qualche anno fa: la vecchiaia colpisce non soltanto la parte fisica, bensì anche quella emozionale. Allora era stata una sorpresa. In questi giorni si è ripresentata nettamente, mostrando che il deterioramento emotivo fa parte integrante del processo d'invecchiamento. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

05 febbraio 2021

Remi in barca (21-014)

Remi in barca. (21-014) Ho cominciato il breve corso d'insegnamento che ancora svolgo. Otto serate di circa tre ore ciascuna. A causa della pandemia le lezioni si tengono secondo la didattica a distanza. Più che impegnative, sono state frustranti. La mancanza di contatto impedisce di conoscere se gli allievi capiscono o no, se la lezione è stata convincente o no. Come ogni insegnante sa, dalla cattedra si capisce tutto, a video non si comprende nulla. Mi sono chiesto se ho ancora il desiderio di far lezione. Il mio sapere ormai l'ho condensato in un paio di libri (anche se stento a trovare editori). Potrei smettere di dire a voce quanto ho accumulato in oltre 40 anni di esperienze. È già scritto, potrebbe bastarmi. Mi accorgo di desiderare ormai di tirare i remi in barca. Vecchiaia. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)