24 febbraio 2021

Memoria, ancora (21-022)

Memoria, ancora. (21-022) Ne scrivo di tanto in tanto (vedi 20-101 e 21-013). Perchè temo di perderla, sia per motivi di vecchiaia, sia per motivi di familiarità: mia madre dopo gli ottant'anni l'aveva persa in modo significativo. Nell'ultima pagina su quest'argomento avevo scritto che attendevo il ciclo annuale di lezioni per valutarla. Ebbene è arrivato. Nella prima lezione in presenza per due volte ho perduto il filo del discorso. Cioè, mentre spiegavo un concetto, ho fatto un inciso, ma al momento di rientrare nel concetto principale ho scordato qual'era. Proprio non c'era più e, soprattutto, nonostante mi sforzassi, non c'è stato verso di recuperarlo. Mi hanno aiutato gli allievi, ma ho accusato il colpo. In pratica, ho vissuto un momento in cui è apparso evidente come la memoria si sia indebolita. Generalmente, quando per la prima volta verifico una perdita di abilità, la mia mente trova sempre delle scusanti. In questo caso l'impegno emotivo di una didattica in presenza mi ha distratto dal filone dei miei pensieri. Da questo ho dedotto che in realtà non si tratta di perdita di memoria, bensì di aumentata difficoltà a gestire le emozioni. Ma, poche ciance, il risultato finale è lo stesso: ho più difficoltà a ricordare. E dire che a fronte delle osservazioni della mia compagna sulla mia progressiva perdita di memoria nella vita familiare, mi ero sempre difeso, sostenendo che, quando invece sono impegnato in compiti impegnativi, la mia memoria non vacilla! (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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