31 dicembre 2020

Bilancio di un anno di vecchiaia: 2020 (20-150)

Bilancio di un anno di vecchiaia: 2020. (20-150) 150 pagine di diario in un anno sono tante, di seguito una breve sintesi delle idee più significative. Le file di bare viste in marzo e aprile sono forse l'immagine più forte che ci lascia quest'anno. Morti di 'molto anziani', dovute al corona virus. Peccato che nessuno abbia avvisato i vecchi (e il resto della popolazione) di rinforzare soprattutto il sistema immunitario (vedi 20-023 , -048 e -144). Avevo aperto l'anno con una riflessione sulle mie certezze riguardo a vecchiaia, malattie, vita lunga, vita dopo la morte. Certezze ispiegabili, eppur fortemente radicate dentro di me (20-001). Vantaggi e svantaggi di una vita prolungata li ho accennati in 20-041, -047 e -094 e un'idea originale sulla vita lunga, del premio Nobel I. Metchnikoff, a pag. 20-019. In dieci anni (quasi) di diario certe idee cambiano: per esempio sull'impossibilità di sapere anzitempo come saranno gli ultimi anni di vita (20-043, -079, -081) oppure sull'illusione che la vecchiaia in certi momenti sembri arrestarsi; vi sono altri momenti nei quali accelera di brutto e soprattutto avanza su tutti i fronti, nessuno ne è risparmiato (20-063 e -064, -072). Doloroso è stato scoprire che non posso più permettermi le camminate in montagna (20-089). Prostata: a 75 anni ormai ho deciso di farmi operare, vedi 20-062, è la mia personale sconfitta, speravo di vincerla con l'erboristeria, ma non è stato così. In quest'anno ho affrontato in modo nuovo il tema della cosiddetta solitudine dei vecchi vedi 20-083, -091, -132), solitudine che è radicale mancanza di contatto con le altre generazioni: non possono capire. Riflessioni seminuove le ho fatte sulla perdita di abilità e sul mio diventare obsoleto: anche se rivendico quest'ultimo, non c'è dubbio che sia un segno di invecchiamento (20-106, -108, -117). Su invecchiamento e malattie mi sto ricredendo, o meglio, ne ho fatto un'analisi più approfondita: ebbene sì, esistono (alcuni) stati patologici che riguardano direttamente la vecchiaia (20-128, ma anche le idee di Metchnikoff citate prima, 20-019). Quest'anno ho avuto un forte impulso verso la scrittura, nel senso che sono stato preso dal desiderio di lasciare memoria di fatti e pensieri per i discendenti (20-129, -130). Infine tre nuove idee originali: la morte è sempre una sorpresa, anche in tardissima età (20-135); dobbiamo ricordare agli altri che l'età che viviamo è quella prossima alla morte, dunque gli altri siano preparati (20-145), ma anche noi dobbiamo essere preparati; sto riscontrando una notevole resistenza a fare più movimento di quanto stia facendo, su suggerimento del geriatra: è un modo per lasciarsi andare verso la fine? (vedi 20-142) (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 dicembre 2020

E' morto Italo (20-149)

È morto Italo. (20-149) Era il mio maestro di vecchiaia. Quasi novantenne, mi testimoniava alcuni aspetti dell'età avanzata. L'avevo visto passeggiare con la sua assistente a maggio. Era affaticato e con poca memoria, ma ancora in sè. L'avevo sentito al telefono circa un mese fa. È morto pochi giorni dopo la mia telefonata. All'inizio di quest'anno gli avevo fatto visita a casa, portandogli una bottiglia d'olio, perchè apprezzava l'olio buono. In quell'occasione gli dissi che, se voleva, a inizio dell'anno prossimo, avrei potuto ordinargliene una lattina da 5 litri. Mi guardò e molto seriamente mi disse: "Io non arrivo all'anno prossimo, parto prima." Fui colpito da quella previsione, ma ero incredulo. E mi pareva che non si sarebbe realizzata quest'anno. Per questo gli telefonai un mese fa per chiedergli se voleva la lattina. Mi disse che gliene bastava una bottiglia. In prossimità della fine, forse sappiamo che presto moriremo. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

26 dicembre 2020

Conflitti (20-148)

Conflitti. (20-148) Un improvvido rappresentante di Confindustria (l'associazione degli industriali del mio paese) lo ha finalmente detto: dobbiamo rassegnarci ai morti da corona virus e continuare le attività economiche. Si tratta di un tipico esempio di contraddizione fra impostazione liberale della società e impostazione sociale. Nell'impostazione che tiene conto della società, un individuo ha un valore in quanto inserito nella collettività (mi ricordo di Aristotele, Rousseau, Marx). Nella impostazione liberale invece un individuo ha valore in sè, a prescindere dalle sue relazioni, e quindi il valore fondamentale è la sua libertà. La società occidentale ha una visione liberale e liberista; non solo: ritiene che questa sia l'unica società possibile. Col risultato che qualunque cosa disturbi il liberismo sia da eliminare in funzione della libertà dell'individuo (in questo caso, libertà dell'industriale di produrre, anche a scapito della salute dei suoi operai). È chiaro che si tratta di una stortura: erigere la libertà come valore fondamentale alla quale sacrificare alcuni appartenenti alla comunità, fa torcere le budella a ogni individuo sano di mente. Eppure questo è il gioco: conflitto fra Pil e salute. E non si venga a dire che non vi sono alternative. Cominciamo per esempio a chiedere denaro ai grandi proprietari di patrimoni, attraverso una tassa patrimoniale. Purtroppo dopo tre secoli di costruzione di società basate sulla libertà di impresa e di commercio (compresa l'ultima globalizzazione dei capitali), rifondare una società diversa richiede fatica, tempo, applicazione e fantasia. Affermare che questa sia l'unica società possibile, che sia necessaria una continua espansione economica, che il Pil debba sempre crescere, è semplicemente falso. Soprattutto è impossibile. Lo dimostra il corona virus: ci sono fattori che sfuggono all'economia. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

24 dicembre 2020

Malattie dei vecchi (20-147)

Malattie dei vecchi. (20-147) Ne ho scritto a lungo. Per giungere a dire che vecchiaia a malattia non sono sorelle. Però mi sono sempre riferito a patologie di ordine fisico. E la psiche? Così come c'è un innegabile deterioramento fisico nella vecchiaia, inevitabile che ve ne sia uno a carico della psiche. Anche di questo ho scritto più volte, per esempio riguardo l'affievolirsi delle motivazioni a fare certe cose. Ma vere e proprie malattie psichiche? Mi occupo di cibo da almeno quarant'anni. Non solo a livello culturale, bensì provando su me stesso alcune scoperte. Sono molto attento a ciò che mangio e dedico tempo a questo argomento e alla preparazione del mio cibo. Forse troppo. Tanto che la figlia della mia compagna, che è psichiatra, un giorno, scherzando (ma non troppo) dichiarò che ero affetto da ortoressia, una patologia contraddistinta proprio dall'eccessiva cura per ciò che uno mangia. Ho anche fatto un test di autovalutazione riguardante tale patologia: sono ai limiti. Non sono malato, ma sono vicino alla patologia. Una patologia psicologica che colpisce gli anziani è la depressione. Anzi la mia compagna dice che ne sono affetto. Malattia subdola, perchè chi ce l'ha non se ne rende conto. Infatti io nego di averla. Ma numerosi anziani ce l'hanno. Forse molte delle chiusure dei vecchi derivano da tale patologia, che non è riconosciuta e non è curata. Si attribuiscono certi suoi sintomi al peggioramento del carattere dell'anziano. Potrebbe essere invece una malattia vera e propria. Ho deciso, farò un test di autovalutazione sulla depressione. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

22 dicembre 2020

Brutti sogni (20-146)

Brutti sogni. (20-146) Ho fatto un brutto sogno. Ero con mia nipote piccola. Forse dovevo andare a prenderla a scuola, forse me ne ero dimenticato, o forse soltanto mi ero addormentato proprio all'ora dell'uscita da scuola. Non ricordo più bene. La sensazione del dopo sogno era cattiva. Avevo mancato a un dovere fondamentale del mio essere nonno. Non ero affidabile. Ha ragione la mia compagna che mi accompagna sempre a prendere i bambini a scuola. Fino a quando i genitori dei piccoli si fidano nell'affidarli ai nonni? Procedendo con l'età le capacità dei vecchi si affievoliscono, assolvere con responsabilità a compiti importanti è sempre più problematico. Ma vi è un fattore che aiuta: i bambini crescono e a un certo punto non hanno più bisogno dei nonni. Ecco risolto il problema: non ci sarà più bisogno di aver fiducia nei nonni semplicemente perchè i bambini saranno diventati autonomi (o quasi). (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

21 dicembre 2020

Ricordarlo agli altri (20-145)

Ricordarlo agli altri. (20-145) Qualche mese fa scrivevo che, arrivato a una certa età, sto vedendo morire miei coetanei (vedi n. 20-126). Ho anche scritto che talvolta l'apparenza inganna e il bell'aspetto di un vecchio non gli impedisce di morire improvvisamente (vedi l'attore Gigi Proietti, recentemente scomparso a 80 anni). Giunti nella vecchiaia (e ancor più superati i 75) bisogna essere guardinghi e aspettarsi che si possa morire da un giorno all'altro, perchè è questa l'età della fine. Inutile farsi illusioni, siamo nell'età della morte, noi vecchi. Dobbiamo convincercene noi, anche se abbiamo l'impressione che non tocchi adesso. Soprattutto dobbiamo convincere i nostri familiari più prossimi e più giovani, per i quali la morte è un evento lontanissimo e che spesso sono affetti da senso di immortalità. "State attenti, che il nonno può morire. State preparati. Mettetelo fra gli eventi possibili" (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

19 dicembre 2020

Batteri intestinali e corona virus 19 (20-144)

Batteri intestinali e corona virus 19. (20-144) Se ne parla poco. Si dimentica che la maggior difesa contro i virus è il nostro sistema immunitario (S.I.). Si dimentica che sono i batteri intestinali a rendere efficiente il sistema immunitario. Dunque la misura più intelligente contro il co.vi.19 è la selezione di un ottimo microbiota (cioè i batteri intestinali). E lo si può fare col cibo: se è vegetale e fresco (e biologico), alleva una flora batterica sana e vigorosa. Si preferisce battere la strada delle vaccinazioni (esattamente come con le altre influenze). Quando invece sarebbe ragionevole affidarci al S. I. Dopo quasi un anno dalla comparsa del co.vi.19 alcune ricerche sono state fatte e pubblicate, ma per lo più sono basate su piccoli numeri di pazienti. Ciononostante vi sono ricercatori che a livello di ipotesi enfatizzano il ruolo del microbiota. Una delle piste più battute dalla ricerca riguarda i lattobacilli e i bifidobatteri, che sembrano ridursi notevolmente nei pazienti affetti dalla malattia. Alla fine del 2020 i dati più interessanti ricavati dalle ricerche sono: il covid 19 è accompagnato da disbiosi, cioè pessima salute e composizione del microbiota; il bifidobacterium longum contrasta la forte reazione dell'organismo al virus (cascata citochinica); si stanno svolgendo ricerche sulla somministrazione di alcuni batteri, per esempio Lactobacillus Paracasei DG, per ridurre la disbiosi da corona virus; non si conosce quale composizione del microbiota sia protettiva; è molto probabile che un microbiota intestinale eubiotico protegga dal co.vi. 19; il peggioramento dei sintomi respiratori è correlato col peggioramento della situazione gastrointestinale. Concludendo si può fare una riflessione (in relazione alla situazione italiana). Bifidobatteri e lattobacilli sembrano svolgere una funzione cruciale nella difesa dai corona virus (in generale e dunque anche nei confronti del co. vi. 19). Negli anziani essi sono poco presenti (meno del 5%). E fra gli anziani i decessi sono numerosissimi. Invece nei bambini i batteri suddetti costituiscono larga parte della flora intestinale (più del 50%). E fra i bambini i decessi sono pochissimi. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

16 dicembre 2020

Mangiare (20-143)

Mangiare. (20-143) Ho citato qualche volta le case indiane della morte, in cui alcuni vecchi si ritirano a morire. Mi è sembrata una iniziativa straordinaria di quella grande civiltà. Approfondendo ho scoperto però che riguardano condizioni tutt'altro che idilliache: cioè non si tratta di anziani che deliberatamente vi si ritirano e consapevolmente attendono la morte. Sono spesso stati di conflitto, nei quali le famiglie vorrebbero che gli anziani morissero, mentre questi non ne hanno alcuna intenzione. Uno degli aspetti di quelle situazioni è comunque il cibo. L'anziano che consapevolmente vuol morire, smette di mangiare. Sembra effettivamente la soluzione più semplice possibile, nello stato finale, ma deve esservi una forte motivazione a finir la vita, perchè l'impulso a nutrirsi è spesso prevalente. Ma non sempre. Ricordo gli ultimi giorni di mio suocero, molto anziano, ricoverato in ospedale, il quale a un certo punto aveva rifiutato il cibo. Nel suo caso come, immagino, in molti altri, le condizioni di pre-morte fanno cessare l'istinto della nutrizione. E non si mangia più. Non è un processo cosciente: sembra quasi un venir meno dello slancio vitale e una preparazione al distacco (naturalmente se si è in un a struttura pubblica interverranno medici e infermieri che costringeranno il morente a sottoporsi alla nutrizione forzata con sondino endogastrico: dio ce ne scampi!). (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

14 dicembre 2020

Movimento (20-142)

Movimento. (20-142) Sono numerose le volte che in questo diario ho scritto dell'importanza di muoversi, soprattutto da vecchi. Ora ho quasi 75 anni e i miei 10.000 passi quotidiani li faccio (con l'aiuto del mio cane, che mi costringe a uscire varie volte al giorno: ma se non ci fosse il cane?). Fino all'anno scorso ero anche entusiasta della settimana di camminate in montagna che facevo d'estate col mio amico. Sempre l'anno scorso il mio geriatra, avendo notato che la mia massa muscolare stava scadendo, mi aveva prescritto di camminare per due ore e mezzo alla settimana, di passo veloce, fino a sudarne; mi aveva anche prescritto degli esercizi di ginnastica da fare ogni giorno, per una ventina di minuti. Cosa che ho fatto per qualche mese. È passato un anno. Le cose sono cambiate. In montagna per la prima volta ho provato fastidio per le grandi fatiche del salire e del discendere. Tornato in città non ho più avuto il desiderio delle due ore e mezzo di camminate settimanali, nè della ginnastica mattutina. Insomma, ho meno motivazioni a muovermi rispetto a due anni fa. Che sia il giusto risultato di un individuo arrivato ai 75? Che sia un modo per cominciare il lento processo di perdita delle forze che poi porta alla vecchiaia estrema e alla morte? È più giusto forzare la natura e continuare a far movimento oppure lasciarsi andare a un movimento sempre più ridotto, per arrivare a morire naturalmente? (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

13 dicembre 2020

Piombo (20-141)

Piombo. (20-141) Nel libro di Primo Levi, Il sistema periodico, vi è un racconto dal titolo Piombo. Il protagonista è Rodmund un abile cercatore di minerali da cui trarre metalli, anzi, uno solo, il piombo. Collocato in un tempo imprecisato (forse nell'alto medioevo), Rodmund del suo mestiere dice: "La nostra è un'arte che rende ricchi, ma fa morire giovani." Esauritasi la vena di roccia da cui estrarre il metallo, Rodmund decide di mettersi in viaggio e cercare altri giacimenti. Lo fa da solo. E di tale sua scelta dice: "Il nostro domani è meglio viverlo da soli: quando la carne comincia a farsi flaccida e pallida, il ventre a dolere, i capelli e i denti a cadere, le gengive a diventare grigie, allora è meglio essere soli." Queste parole sono evidentemente riferite all'avvelenamento da piombo, che colpisce chi lo lavora. Ma, a ben riflettere, possono riferirsi anche alla vecchiaia e alla morte. E Primo Levi sembra pensare che sia meglio viverle da soli. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

12 dicembre 2020

Vecchi di seconda fascia (20-140)

Vecchi di seconda fascia. (20-140) Fra qualche mese entrerò definitivamente nella seconda fascia della vecchiaia, quella fra i 75 e gli 85. E sempre più mi interessano esempi di ottantenni, quelli in splendida forma, naturalmente. Non posso non lodare per esempio la lucidità di Corrado Augias, un giornalista televisivo che fa sempre buona figura nonostante i suoi prossimi 86 anni. Oppure la buona forma di Dacia Maraini, scrittrice, di un anno soltanto più giovane di Augias. Mi capita anche di incontrare altri vecchi di seconda fascia, nella vita di tutti i giorni. Per esempio al bar, dove talvolta mi reco a far colazione, ho conosciuto un simpatico romagnolo, vitale e pieno di comunicativa, mio coetaneo (supponevo). Fra una battuta e l'altra, ieri siamo venuti a parlare delle nostre età, scommettendo su chi fosse più vecchio fra noi. In tutta sincerità, pensavo di esserlo io, anche se forse potevamo essere della stessa età. Quando invece ha affermato di avere 81 anni, prossimo agli 82, sono rimasto stupefatto: giuro che mai lo avrei pensato. Da una parte, vedendo tali esempi, prendo coraggio e penso che forse anche per me sarebbe possibile superare gli 80 con quell'energia. D'altra parte però, mi sconforto un poco, perchè ho la stessa energia di questi vecchi, ma con dieci anni di meno! (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

10 dicembre 2020

Ciò che resta (20-139)

Ciò che resta. (20-139) Qualche locandina sui pali dell'illuminazione pubblica vicino a casa, il pianto dei figli durante il funerale, per un affetto che scompare, il senso di vuoto della moglie nei giorni successivi. Questo resta del signor Silvio, mio vicino di casa, morto qualche giorno fa a 92 anni (vedi 20-136). Ciò che resta di noi dopo la morte è poco. Soprattutto se avviene in tarda età. Prevale il senso di liberazione da una situazione non più sopportabile, la normalità della fine, la naturalità della morte. Non so perchè mi sono venute in mente le parole di una canzone di Paolo Conte, Fuga all'inglese, anche se riferite a un altro contesto: " ... tanto di noi si può fare senza ...". Si adattano bene al significato di ciò che avverrà dopo la nostra partenza: tanto di noi si può fare senza, chi vuoi che noti mai la nostra assenza. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

04 dicembre 2020

Fino a quando? (20-138)

Fino a quando? (20-138) In casa mia le finestre sono chiuse da tapparelle. Sono di plastica e perciò facili da alzare. Però in soggiorno vi è un'ampia porta finestra con una persiana piuttosto grande. Nei giorni scorsi ho avuto male al braccio destro e perciò ho dovuto fare sforzi per continuare ad alzarla al mattino. Mi sono fatto aiutare dalla mia compagna: io non ci riuscivo più. Ora il dolore sta gradualmente passando e ho ripreso ad alzarla. Come un lampo un pensiero mi ha attraversato la mente: fino a quando riuscirò ad alzarla, avanzando gli anni e diminuendo le forze? Qualche settimana fa ho scritto un paio di pagine di blog sul mio piacere di scrivere (vedi 20-129 e -130). Sono tenace e scrivo questo diario da quasi dieci anni. Ma fino a quando conserverò la motivazione che mi spinge ogni mese a scrivere una decina di pagine? Non è questione di fatica, quanto dell'affievolirsi con gli anni dell'impulso a lasciare qualcosa dietro di me. Quest'estate sono stato col mio amico in montagna a camminare per rifugi, per qualche giorno. Per la prima volta ho provato fatiche che hanno superato il piacere di farlo e ogni volta che mi cimentavo in una ascesa non vedevo l'ora che finisse per tornare indietro. Tanto che ho deciso di non farlo più. In anni passati mi figuravo che avrei camminato su per monti fino a tarda età; ora di colpo ho provato che la fatica è superiore al desiderio di farlo. Ed è tramontata di botto la motivazione generale. In vecchiaia ci trasformiamo continuamente nel corpo e nella psiche e pian piano alcune cose cominciamo a non praticarle più. Con qualche dispiacere. Ma neanche tanto. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )