10 dicembre 2020

Ciò che resta (20-139)

Ciò che resta. (20-139) Qualche locandina sui pali dell'illuminazione pubblica vicino a casa, il pianto dei figli durante il funerale, per un affetto che scompare, il senso di vuoto della moglie nei giorni successivi. Questo resta del signor Silvio, mio vicino di casa, morto qualche giorno fa a 92 anni (vedi 20-136). Ciò che resta di noi dopo la morte è poco. Soprattutto se avviene in tarda età. Prevale il senso di liberazione da una situazione non più sopportabile, la normalità della fine, la naturalità della morte. Non so perchè mi sono venute in mente le parole di una canzone di Paolo Conte, Fuga all'inglese, anche se riferite a un altro contesto: " ... tanto di noi si può fare senza ...". Si adattano bene al significato di ciò che avverrà dopo la nostra partenza: tanto di noi si può fare senza, chi vuoi che noti mai la nostra assenza. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

Nessun commento:

Posta un commento