31 agosto 2019

Riepilogo degli ultimi due mesi (luglio e agosto 2019) (19-097)

Riepilogo degli ultimi due mesi (luglio e agosto 2019). (19-097)
Ho cominciato il bimestre con un riassunto sulle caratteristiche della vecchiaia (19-077): utile fare il bilancio dopo uno o due anni passati (anche 19-093, -094, -095).
Una qualche ribellione verso i familiari che mi vorrebbero sempre in forma e senza decadimenti: al numero 19-078.
Una riflessione su perdere e vincere durante la vecchiaia ai n. 19-080 e 19-087: utilissima perchè alla fine della vita bisogna assolutamente imparare a perdere!
Alcuni nuovi indicatori di vecchiaia: il crescente nervosismo, il timore di situazioni complesse da affrontare e la diminuita disponibilità ad accollarmi fatiche fisiche (e psichiche!) (19-081 e 19-082 e 19-088). Anche una certa forma di smarrimento ha cominciato a far capoline nella mia vita, dovuta alla incapacità di far fronte all'invecchiamento della psiche: 19-091 e 19-092.
Alle pagine 19-083 e 19-084 ho scritto della diversità fra i vari tipi di vecchiaia. Eh sì, si può invecchiare in modi diversi e talvolta in età diverse. Forse c'è anche gran diversità fra donne e uomini. Si veda anche il n. 19-090.
Una simpatica novità l'ho scritta nelle pagine 19-085 e 19-086: riguarda il modo di contare gli anni di vita. Invece degli anni vissuti si può contare il tempo che resta da vivere. 
Ma c'è anche la sensazione (da vecchi) di essere ancora immortali!

Infine una riflessione tratta dai commenti alla forma del mio vecchissimo cane, risalente a circa un mese fa: Che cane coraggioso! (19-089).
La cito perchè proprio oggi ho posto fine alla sua vita con l'eutanasia.
Ho il cuore pieno di tristezza.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

21 agosto 2019

Ri-pubblicazione (19-096)

Ri-pubblicazione. (19-096)
Scrivo nuovamente una pagina di 5 anni fa: perchè è significativa e perchè 5 anni fa non è stata letta da nessuno. Riguarda la lunghezza della vita.
Lunghezze. (14-116)
Quando arrivi a sessant'anni, ti spaventa la fine della vita ormai prossima.
Errore.
La fine della vita non è affatto prossima.
Certo, ti può capitare una malattia grave e puoi morirne. Ma non è detto. Allora il tempo che ti resta è ancora molto.
È oggettivamente molto.
Ciò che ci fa vivere male la cosa è che quel tempo (insisto a dirlo, lungo) è l'ultimo.
Perciò alcuni, forse la maggior parte, non se lo vivono in pienezza, perchè lo guardano attraverso il filtro della sua ultimità. Siccome è l'ultimo, si perde la cognizione della sua lunghezza. Ci si concentra sul fatto che, dopo, c'è la fine.
Se invece ci si scorda che è l'ultimo, si vive una nuova lunga fase della propria vita, uguale, nè più nè meno, agli ultimi vent'anni che si sono appena vissuti.
Se si riflette un poco, i nostri ultimi vent'anni, sono un tempo denso di avvenimenti, di fasi diverse, molto lungo.
Ecco, quello che ci aspetta è un tempo simile. Di una densità simile.
Di una lunghezza simile.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

18 agosto 2019

Revisione (19-095)

Revisione. (19-095)
Fin dalle prime pagine di questo diario ho scritto molto su malattia e vecchiaia, sostenendo che: non sono sorelle!
Dopo otto anni è necessaria una revisione di questo concetto.
Secondo il mio punto di vista, la vecchiaia è caratterizzata da perdite di abilità, diminuzione di facoltà, indebolimento di funzioni biologiche.
Non è che ci si ammali di più rispetto alle altre età. Ma le risposte dell'organismo sono meno efficaci e più lente (fino alla vecchiaia estrema durante la quale si può letteralmente morire per un'influenza).


Se si controlla quali sono le malattie più frequenti nella terza età, almeno nell'occidente, si trova: ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e poi osteoporosi, arteriosclerosi e tumore. Vi sono infine le malattie che compaiono soltanto durante la vecchiaia, come la demenza senile, il Parkinson e l'Alzheimer.
Ebbene si tratta di malattie tutte collegate allo stile di vita. Da ciò che si beve e si mangia, e da quanto ci si muove. E da ciò che si è bevuto e mangiato prima (ma una correzione è sempre possibile all'ingresso della vecchiaia).
Che lo stile di vita sia importante per la salute, in ogni età, è affermato da tutte le agenzie che si occupano di salute pubblica.
Secondo il mio parere, lo è ancora di più nella terza età, fino a diventare discriminante fra salute e malattia.
Il motivo è presto detto: in vecchiaia le difese dell'organismo sono inferiori, i tempi di reazione maggiori, il metabolismo non funziona più alla perfezione.


Perciò: vecchiaia e malattia non sono sorelle, ma si imparentano presto se lo stile di vita è errato.
Vi sono alcuni elementi che causano i danni maggiori: il fumo, l'alcol, la carne rossa insaccata, lo zucchero.
Ma anche una dieta errata fa danni consistenti.
 
Alcuni elementi per una buona dieta li ho scritti durante questi anni. Li riassumo.
Molto meglio cibo vegetale che animale.
Meglio crudo che cotto.
Meglio integrale che raffinato.
Meglio alcalino che acidificante (gran parte della verdura e poca frutta lo è).
Meglio diluito che concentrato.
Meglio variato che monotono.
E infine il sistema di produzione: molto, molto meglio cibo biologico che agro-industriale.
(Vi sono autori che sconsigliano tout court di mangiare cibo di provenienza industriale, perchè soggetto a logiche di profitto e non di salute.)


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

15 agosto 2019

Caffè (19-094)

Caffè. (19-094)
Il caffè mi piace.
Alcuni anni fa, ho scoperto che lo IARC ne aveva stabilito la probabile cancerogenicità, almeno nei confronti del tumore della prostata. Poichè da tempo soffrivo di iperplasia prostatica, avevo deciso di ridurlo, passando da una trentina di caffè al mese a meno di 4 -5.

Recentemente ho scoperto che il caffè gronda sangue, morte e malattie: quelli dei lavoratori e dei piccoli proprietari che lo producono (almeno in Africa e in Brasile). A questo proposito si può leggere l'inchiesta Bitterkafè del gruppo di giornalisti danese indipendenti Danwatch
Così ho smesso di bere il caffè commerciale, puntando su quelli certificati da organismi indipendenti: il caffè bio (senza veleni), il caffè di Fair Trade (che garantisce un commercio equo), il caffè marchiato UTZ (che controlla le condizioni di lavoro delle maestranze e l'inquinamento ambientale) (vedi 19-082).
Circa un anno fa lo IARC ha sottoposto a revisione il suo giudizio sul caffè, declassificandolo da probabile cancerogeno a probabilmente non cancerogeno. Ciò mi ha portato a ricominciare a berlo (purchè dei marchi suddetti). Sono tornato dunque a un caffè al giorno (ristretto).
Secondo le mie idee sul cibo, il caffè non dovrebbe far parte della dieta dell'uomo, se non saltuariamente, perchè non appartiene certo ai prodotti consumati dai nostri progenitori (sapiens e anche quelli precedenti).
Sono dunque in contraddizione. Però fa bene al tono del mio umore di questi ultimi mesi. 
Mi fa vivere meglio.
Mi sono detto:" Che male potrà mai farmi?"

E' curioso: è la stessa frase che quelli dell'età di mezzo dicono a proposito dei loro parenti anziani: "Che male protrà far loro? Tanto ormai sono alla fine." 
E viene applicato a fumo, alcolici, zucchero, insaccati eccetera.
Tutte cose che peggiorano la vita dei molto anziani.
Devo starci attento: ci sto cascando anch'io.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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14 agosto 2019

Gran caldo 2019 (19-093)

Gran caldo 2019. (19-093)
Negli ultimi due mesi nella mia città il termometro ha superato i 33°C: a fine giugno è arrivato a 38, in luglio a 36 e in questi giorni di agosto a 34. Queste temperature sono anomale dove abito e così le patisco particolarmente (e meno male che in casa ho l'aria condizionata).
Ormai ho 73 anni: la capacità di adattamento al gran caldo si sta affievolendo. Altro segno di vecchiaia (vedi n. 19-077).
Ho sofferto in special modo l'ultima impennata di agosto. Complice forse un'umidità maggiore o le mie condizioni fisiche generali, fatto sta che mi sono trascinato fra poltrona e letto tutto il giorno. Ho dormito in tarda mattinata; poi nel pomeriggio e infine in serata sono crollato davanti alla tv.
E' evidente che il tentativo del mio organismo di adattarsi è costato molta energia, col risultato che sono stato stanco morto tutto il giorno.
Non ricordo di aver patito il caldo nella mia vita. In un viaggio in Marocco, fatto in gioventù, ricordo di aver dormito deliziosamente all'aperto con 38 °C !!


Capacità di adattamento: diminuisce col passare degli anni. Nei riguardi del caldo e del freddo, ma anche nei confronti delle difficoltà della vita, oppure nei rapporti con i propri intimi.
Mi adatto sempre meno.
E comunque con gran fatica.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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08 agosto 2019

Disgregazione (19-092)

Disgregazione. (19-092)
E' un termine forte.
Eppure talvolta questa parola mi viene in mente di fronte a situazioni che non riesco più a controllare. Per esempio impegni molteplici ai quali non faccio fronte. Per esempio quando l'elenco delle cose urgenti da fare si allunga; oppure quando la scrivania si riempie di cosette da sistemare e/o riparare e/o semplicemente da archiviare: e non ne faccio nessuna.
Quando non riesco a controllare la mole delle cose da fare subentra l'ansia. E mi arrabbio moltissimo con chi me ne aggiunge altre, quando ne ho già una montagna da fare.

Mi dicono che sono depresso.
La depressione colpisce una percentuale non piccola (1 - 4%) di anziani, dopo i 65 anni, e raddoppia dopo i 75-80. E io ho anche una familiarità per questa malattia. Ricordo ancora le agende che mia madre teneva negli ultimi anni della sua vita, sulle quali frequentemente scriveva: sono depressa.
Fra le malattie della vecchiaia forse bisogna aggiungere la depressione. 
Almeno per quelli del mio tipo.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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07 agosto 2019

Relazioni (19-091)

Relazioni. (19-091)
Un paio d'anni fa ho scoperto che non solo il corpo invecchia, ma anche la psiche. 
Inevitabile che le relazioni ne risentano.
Una psiche invecchiata ha meno strumenti per risolvere i conflitti, meno capacità di comprendere le situazioni, meno pazienza e si innervosisce più facilmente.
Mi sono accorto infatti che di fronte a certe relazioni impegnative (come quella di coppia) mi sento come inerme, incapace di capire le ragioni dell'altro, di trovare soluzioni ai problemi. Soprattutto è diminuita l'energia per affrontarli.

Inoltre subentra una sorta di rassegnazione.
Se per tanti anni non sono stato in grado di risolvere alcuni contrasti, che possibilità ci sono di risolverli in vecchiaia, con meno mezzi e minori abilità?
E diminuiscono le motivazioni per farlo.
Comincio a chiedermi: a quale scopo?


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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06 agosto 2019

Giorno per giorno (19-090)

Giorno per giorno. (19-090)
Nella mia età di mezzo sono entrato in contatto con modi diversi di vivere, soprattutto modi differenti di concepire e interpretare la vita.
Fra le idee più significative vi era questa:"Vivi la tua giornata come se fosse l'ultima della tua vita."
Un modo per vivere in pienezza piuttosto che lasciarsi vivere. Un modo per concentrarsi su ogni singola azione, diventarne consapevoli.
In realtà gran parte dei nostri giorni scivolano via senza grande coscienza.


Nella terza età, quello che in gioventù sembrava un invito fantasioso (visto che da giovani ci si sente immortali e non si pensa proprio di morire dopo qualche ora), diventa la normalità: più ci si addentra nell'ultima età, più è verosimile che il nostro giorno potrebbe essere l'ultimo.
Eppure l'abitudine (o l'istinto di sopravvivenza) anche da vecchi ci fa sentire come immortali: non si vive proprio come se quelle ore di vita fossero le ultime.
Come se si fosse su un sentiero impervio di montagna (una cengia), della larghezza di mezzo metro, con uno strapiombo impressionante su uno dei due lati, e si continuasse a camminare tranquillamente. Incuranti del pericolo. Di caduta e di morte.
Si tratta di uno dei modi di vivere gli ultimi anni: alcuni non si curano proprio che potrebbero essere gli ultimi, se non addirittura l'ultimo. Forse è un modo per continuare a vivere le giornate, senza essere paralizzati da ciò che incombe.
Il dono di Prometeo all'uomo.

Ah, i greci, avevano già compreso tutto!




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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05 agosto 2019

Complimenti (19-089)

Complimenti. (19-089)
Non passa giorno senza che qualcuno mi fermi per strada, quando porto il mio cane a fare una passeggiata. Il mio cane quasi diciottenne, intendo. 
E tutti indistintamente si meravigliano per l'età e commentano:" Che cane coraggioso!"
Un complimento non del tutto chiaro. O meglio un poco ambiguo. Io lo intendo così:"Il cane è coraggioso perchè nonostante l'età (corrispondente a circa 95 anni se rapportato all'età dell'uomo) continua a muoversi, a camminare."
Lo si può dire anche di un umano? Cioè oltre i novant'anni noi umani siamo coraggiosi?
Non saprei: è un complimento che non ho mai sentito fare a un anziano molto vecchio.

Forse a un animale si riconosce una maggior dignità, una capacità di resistere che va lodata.
Resistere a che cosa?
Penso, resistere alla morte.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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