Giorno
per giorno. (19-090)
Nella
mia età di mezzo sono entrato in contatto con modi diversi di
vivere, soprattutto modi differenti di concepire e interpretare la
vita.
Fra
le idee più significative vi era questa:"Vivi la tua giornata
come se fosse l'ultima della tua vita."
Un
modo per vivere in pienezza piuttosto che lasciarsi vivere. Un
modo per concentrarsi su ogni singola azione, diventarne consapevoli.
In
realtà gran parte dei nostri giorni scivolano via senza grande
coscienza.
Nella
terza età, quello che in gioventù sembrava un invito fantasioso
(visto che da giovani ci si sente immortali e non si pensa proprio di
morire dopo qualche ora), diventa la normalità: più ci si addentra
nell'ultima età, più è verosimile che il nostro giorno
potrebbe essere l'ultimo.
Eppure
l'abitudine (o l'istinto di sopravvivenza) anche da vecchi ci fa
sentire come immortali: non si vive proprio come se quelle ore di
vita fossero le ultime.
Come
se si fosse su un sentiero impervio di montagna (una cengia), della
larghezza di mezzo metro, con uno strapiombo impressionante su uno
dei due lati, e si continuasse a camminare tranquillamente. Incuranti
del pericolo. Di caduta e di morte.
Si
tratta di uno dei modi di vivere gli ultimi anni: alcuni non si
curano proprio che potrebbero essere gli ultimi, se non addirittura
l'ultimo. Forse è un modo per continuare a vivere le giornate, senza
essere paralizzati da ciò che incombe.
Il
dono di Prometeo all'uomo.
Ah,
i greci, avevano già compreso tutto!
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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