31 luglio 2019

La visita dal geriatra (19-088)

La visita dal geriatra. (19-088)
Tre mesi fa sono stato dal geriatra. Mi ha fatto misure impedenzometriche e, constatato che avevo perso massa magra, mi ha prescritto due ore e mezzo alla settimana di camminata veloce.
L'ho fatto per 15 settimane.
Sono tornato da lui speranzoso di vedere migliorati i miei parametri.
Effettivamente ho recuperato un poco di muscoli, ho migliorato la quantità d'acqua presente nelle cellule e qualcos'altro. Ma sono subentrati altre questioni. Per esempio le mie ghiandole surrenali non lavorano bene. E il miglioramento della massa magra è stato lieve.
Il mio medico mi ha allora prescritto altri esercizi aggiuntivi per rinforzare i muscoli di braccia e tronco oltre a quelli delle gambe (la camminata). Mi ha anche prescritto un prodotto (erboristico) per le surrenali. E una dieta più alcalinizzante di quella che stavo facendo. E visto che c'era anche un supplemento di vitamina D3.
Sono tornato a casa pieno di cose da fare, da aggiungere alle camminate e agli omega tre che già assumevo.  In più per conto mio avevo deciso di prendere della vitamina B12, della quale sono carente. E dell'iperico per qualche tendenza alla depressione. Dimenticavo i prodotti per la prostata: serenoa e ortica.
Farò tutto quel che il mio medico mi dice.


Una considerazione: più invecchio e più sono le cose che devo fare per mantenermi in salute. Farmaci, esercizi fisici, integratori, diete speciali.
È tutto molto faticoso.
Sembra che per stare bene da vecchi ci si debba impegnare allo spasimo.
Come se alla fin fine non fossimo programmati per una vecchiaia lunga, bensì per una più breve.

Ne vale la pena?


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

30 luglio 2019

Arrendersi (19-087)

Arrendersi. (19-087)
Che cosa mi sta insegnando la vecchiaia?
Negli ultimi mesi ho condotto e sto conducendo alcuni progetti: l'acquisto di una casa, l'affitto della stessa, la sistemazione dei mobili di casa, il tentativo di installare un ascensore nella mia attuale dimora eccetera.
Come già scritto, sono progetti che mi impegnano molto: soprattutto sono irti di difficoltà, di situazioni che non mi piacciono, di soluzioni talvolta sgradite. La mia natura sarebbe quella di incaponirmi su ogni questione e di portare fino in fondo i miei intenti.
Invece sempre più spesso devo piegarmi alla realtà e trovare dei compromessi fra ciò che voglio e le possibilità reali. In alcuni frangenti devo proprio ritirarmi e lasciare che la situazione si evolva secondo direzioni sfavorevoli.
Ecco: la vecchiaia mi sta insegnando ad arrendermi alla realtà, almeno in alcuni momenti.
È un buon insegnamento perchè divento sempre più vecchio, più debole, meno capace di volgere le cose a mio favore.

E del resto: l'ultimo atto della vita sarà quello di arrendersi al fatto che non potrò più vivere. Dovrò arrendermi alla morte.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 luglio 2019

Eppure ... (19-086)

Eppure ... (19-086)
L'altro ieri ho scritto del mio nuovo modo di contare gli anni: conto quelli che mi restano da vivere rispetto all'aspettativa di vita media del mio Paese. 
Ciò provoca sorrisi o disappunto, nei miei interlocutori.
Ma sto barando.
Contare gli anni in tal modo fa presupporre che l'idea della morte sia incombente in chi lo fa.
Ma non è così.
Perchè io continuo a sentirmi immortale. 
Dire a chi ascolta che mi restano solo 8 anni di vita (statisticamente parlando), non è la verità.  Continuo a sentire che avrò ancora almeno vent'anni di vita davanti. Non percepisco la morte come imminente. Tant'è che ho già pensato a come contare gli anni dopo gli 81 statistici: +1, +2 eccetera.
Quando mi sentirò vicino alla morte?
E come cambierà il mio modo di pensare, allora?
Per certi versi, a 73 anni, è come e non fossi ancora entrato nella vecchiaia ...


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

26 luglio 2019

Contare gli anni (19-085)

Contare gli anni. (19-085) 
Non festeggio più il mio compleanno, da quando sono entrato nella vecchiaia.
Ma se mi chiedono l'età, non ho difficoltà a rispondere, quasi con orgoglio: "Ho 73 anni."
Mi sono accorto che da qualche tempo conto gli anni che mi restano da vivere, piuttosto che quelli già vissuti. Anni ipotetici: so bene che potrei morire prima (se non domani addirittura). Però per un vecchio come me non contano tanto gli anni vissuti, quanto gli anni che restano, rispetto all'aspettativa di vita (statistica) per un italiano maschio, cioè 81 anni.
E così quando mi hanno fatto gli auguri per il mio ultimo compleanno, a chi chiedeva l'età ho risposto: meno otto!
Si tratta di una provocazione, lo so. La gente non è abituata a sentirsi ricordare che poi si muore.
Ma è la pura verità, senza mistificazioni.
Soprattutto nasce da quello che sento dentro.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 luglio 2019

Evidentemente (19-084)

Evidentemente. (19-084)
Ci sono tante vecchiaie. Tante quante sono i vecchi. Diverse perchè le personalità sono diverse, le storie personali sono diverse.
Volendo schematizzare però, c'è la vecchiaia ancora pimpante, desiderosa di vita, che ama i cambiamenti.
Cioè una vecchiaia in cui se la carne è stata intaccata dal procedere degli anni, la psiche no, è ancora vivace, ancora viva.
Ma c'è anche la vecchiaia che non ama più le sfide, che si impressiona di fronte alle difficoltà della vita, che va sotto stress di fronte a impegni che in altra età erano affrontati in scioltezza.
Ecco, io appartengo a questa seconda vecchiaia. 
Per me l'ideale è il riposo ... dalla vita. Non avere problemi.
Requiescant in pace, si dice dei morti.
Ma si può applicare anche agli anziani.
Almeno a quelli come me.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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21 luglio 2019

Siamo diversi (19-083)

Siamo diversi. (19-083)
Qualcuno mi dice di non riconoscersi nel modo in cui descrivo la vecchiaia.
Mi si dice che generalizzo problemi che sono soltanto miei.
Insomma che non sono un buon narratore della terza età.
Non ho difficoltà ad ammettere che la mia visione sia unilaterale: talvolta mi viene il dubbio che ciò che scrivo sia maggiormente dovuto alle distorsioni della mia personalità, piuttosto che alla vecchiaia pura e semplice. Del resto chi è immune da ciò che è stato nel dare valutazioni su argomenti esistenziali? E poi: si può descrivere una vecchiaia in modo oggettivo (asettico, oserei dire)?
Probabilmente sì, attraverso indagini statistiche e scientifiche.
Non è lo scopo di questo diario.

Con queste pagine intendo dare testimonianza della mia di vecchiaia. A uso e consumo mio, prima di tutto, e in seconda battuta a uso di coloro (pochi in verità) che lo leggono.
Chi legge può semplicemente riconoscere tratti comuni fra la sua e la mia vecchiaia oppure rifiutare totalmente le mie conclusioni (e quindi smettere di leggere).
Ricordo che qualche anno fa ho scorso il libretto di un giornalista anche piuttosto noto (in Italia, ma ora me ne sfugge il nome) che della vecchiaia dava una valutazione pessima, elencando solo i lati negativi. Ricordo che dopo una decina di pagine ho riposto il libro sullo scaffale della libreria e non l'ho acquistato.
Viceversa, giorni orsono, ho scorso il libro La vita e i giorni di Enzo Bianchi, sulla vecchiaia, e devo dire che mi ha interessato, nonostante che non condivida la sua posizione religiosa. Lo comprerò, perchè alcune sue conclusioni trovano buon riscontro nella mia vita.
Questo si può fare da vecchi: condividere con altri vecchi impressioni, sentimenti, idee, giudizi. Dando per scontato che ogni vecchiaia è diversa, ma fiduciosi che qualche tratto comune lo si può trovare nella vita di qualunque altro anziano.
Ripeto: qualche tratto comune, non l'intera vita.



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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18 luglio 2019

Instabilità emotiva (19-082)

Instabilità emotiva. (19-082)
Devo registrare una perdita: il mio equilibrio emozionale perde colpi.
Mi irrito per un nonnulla, ingigantisco supposti torti subiti. Ho dei chiodi fissi che non riesco a levarmi dalla mente. Sono spaventato da futuri impegni onerosi anche se saranno diluiti nel tempo.
Ho passato gli ultimi due anni di vita a vendere una casa e acquistarne un'altra. Ora mi si prospetta l'eventualità di dover vendere anche la casa della mia compagna per acquistarne una più adatta alle esigenze di una coppia anziana. Sono spaventato dalle vicende connesse col doppio passaggio (vendita e acquisto), dal trasloco che dovremo fare e da tutti i problemi connessi con una casa nuova da rendere abitabile secondo le nostre esigenze e da quella vecchia da accomodare per poterla vendere.
Tale complessità di problemi mi angoscia.
Non so se dipenda dalla vecchiaia: perchè la mia compagna è invece felice di poter cambiare casa (ma non ha partecipato alle difficoltà del doppio passaggio che io ho già fatto negli ultimi due anni!).


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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17 luglio 2019

Un piccolo trasloco (19-081)

Un piccolo trasloco. (19-081)
Sabato scorso ho fatto un modesto trasloco di alcuni mobili.
Vi è stato un decennio in cui di traslochi grandi e piccoli ne facevo uno all'anno. In vecchiaia ho riconosciuto che gli sforzi fisici legati al trasporto di suppellettili facevano bene alla salute. Dunque non mi sottraevo e ne ricavavo beneficio.
Dall'ultimo importante trasporto sono passati cinque anni.
Come dicevo, sabato ne ho fatto uno minimo, risolto in poche ore di lavoro.
Che differenza da quelli precedenti!
Sabato sceglievo gli oggetti più leggeri, facevo due viaggi piuttosto di uno pesante, lasciavo ad altri gli oggetti problematici, ero preoccupato di potercela ancora fare.
Ho così misurato che cosa significhi essermi addentrato di cinque anni nella vecchiaia.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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16 luglio 2019

Vincere e perdere (19-080)

Vincere e perdere. (19-080)
Nella mia vita giovanile e, soprattutto, nell'età di mezzo ho sempre puntato a vincere.
Nelle discussioni, nei conflitti, nelle questioni legali. Non era il senso di giustizia che mi spingeva, quanto un'evidente distorsione della mia personalità. Ero così determinato che piuttosto che perdere, evitavo il conflitto; oppure pur di vincere ero disposto a danneggiare me stesso. Forse avevo così poca sicurezza in me stesso da legare la mia identità appunto alla vittoria.
Giunto nella vecchiaia ho cominciato a capire che negli incontri si può vincere, ma anche perdere. E non succede nulla di drammatico se non si vince: fa parte dei casi normali della vita.
Questo me l'ha insegnato la vecchiaia, cioè il tempo lungo vissuto, cioè l'esperienza molteplice di casi della vita.
E per fortuna ho imparato la lezione.
Perchè alla fine della vita siamo tutti destinati a perdere.
È la morte che vince.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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15 luglio 2019

Scrivo di meno (19-079)

Scrivo di meno. (19-079)
Nei primi anni del diario della vecchiaia scrivevo una pagina al giorno. Avevo tante cose da dire. Ero appena entrato nella vecchiaia ufficiale e vedevo la vita sotto l'ottica della mia terza e ultima età. Ero entrato in un'età sconosciuta, che si presentava come un'avventura, piena di sorprese, positive e negative.
Sono passati sette anni da allora. 
Adesso scrivo una pagina ogni due o tre giorni, in media. Ho diminuito le osservazioni, ricevo meno stimoli dalla vita quotidiana che mi facciano pensare alla vecchiaia.
Mi sono abituato alla nuova condizione.
Alla vecchiaia ci si abitua.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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09 luglio 2019

Che cosa posso farci? (19-078)

Che cosa posso farci? (19-078)
Qualche volta i parenti più stretti vedono segni di decadenza nei loro congiunti anziani.
Un mio parente giovane ha osservato che guido l'automobile a velocità troppo bassa; un altro che sto perdendo memoria; un altro ancora che mi trova come assente in svariate circostanze sociali e che il mio udito è calato.
Indicazioni preziose, per fotografare il mio grado di avanzamento nella vecchiaia.
Osservazioni che possono stimolare in me soluzioni per diminuire l'impatto. Ogni soluzione però non può che rallentare il decadimento, non certo arrestarlo.
Posso prendere il gingko biloba per la memoria, un apparecchio acustico per l'udito, eccetera eccetera. Ma il declino continuerà.
Meglio che mi rassegni.
Meglio che si rassegnino anche i parenti.
Lasciatemi progredire nella vecchiaia secondo i miei ritmi!
Non pretendete da me che continui a restare nella situazione di adesso.
Non potrò che peggiorare.






(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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05 luglio 2019

Vecchiaia: un nuovo bilancio (19-077)

Vecchiaia: un nuovo bilancio. (19-077)
Nei giorni scorsi, nella mia città, ha fatto molto caldo. Si sono raggiunti i 38°C.
Sono stato particolarmente a disagio.
Per contro, mia figlia, poco più che quarantenne, mi diceva che sì, faceva caldo, ma lei non lo pativa più di tanto.
Ascrivo alla vecchiaia questa differenza di sensibilità nei confronti di temperature così elevate.
Questo mi ha fatto desiderare di fare un elenco delle variazioni dovute alla vecchiaia, quelle diminuzioni dalle quali ero spaventato all'ingresso nell'ultima parte della vita (vedi i primi due anni di questo diario, il 2012 e il 2013, pagine da 1 a 442).
Spesso quando si parla di vecchiaia si sottolinea un aspetto solo: le malattie.
Trascurando così i segni veri, che sono altri.


Dunque è segno di vecchiaia la scarsa adattabilità ai cambiamenti termici.
Altro segno, particolarmente temuto dai maschi, è la netta diminuzione della libido, del desiderio sessuale e dunque di una normale attività erotica.
Ma il segno più evidente è la stanchezza progressiva, che costringe a un riposo pomeridiano, per ricaricare le pile e arrivare fino a sera.
La lentezza è anch'essa un segno, insieme alla percezione del tempo: va tutto più veloce, si ha sempre meno tempo. Logico, se si è più lenti, di tempo ne resta di meno.
Vista e udito diminuiscono: bisogna tenerne conto.
Sempre dal punto di vista fisico in vecchiaia si perdono muscoli, si perde massa magra.
È assolutamente necessario camminare di più e più velocemente, per contrastarla.


Poi vi sono le conseguenze della vecchiaia sul cervello e sulla psiche.
Si perde memoria.
Si perdono entusiasmo e motivazioni. Soprattutto si diventa incapaci di affrontare situazioni molto complesse. 
E si tende a isolarsi.


Questa breve rassegna può spaventare le altre età, ma vivendola dall'interno è meno drammatica di quanto sembri, perchè gli strumenti per far fronte alle maggiori difficoltà ci sono, soprattutto c'è molta esperienza di vita, che permette di cavarsela piuttosto bene, almeno per gran parte della vecchiaia.
E comunque anche la vecchiaia è vita.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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