30 settembre 2012

Inquietudine.(23) (Paure) (altro: 27/09/12)
A volte mi prende  una preoccupazione indefinita. Per il mio futuro.
Oscuri timori per la salute. Disagio per le forze.  Si vanno affievolendo. Incertezze su come me la caverò, quando raggiungerò la fascia più avanzata della vecchiaia. Quando l'autonomia sarà drasticamente ridimensionata. Mi preoccupa anche la diminuzione di entrate economiche (allora non lavorerò più). Pensieri foschi, inquieti. Per un futuro che si sta chiudendo.
E' paura della morte?
Vecchiaia e morte non sono disgiunte.

29 settembre 2012

Ostacoli nella comunicazione.(22)                                                                                                             Ho rivisto un conoscente. Della mia stessa fascia, ma un pò più in là. Mi hanno detto che è malato. Non so se sia vero. Non gliel'ho chiesto. Sembra lento nell'afferrare le frasi. E lento nel rispondere; solo un poco, però. Ma mi ha messo a disagio e ho tagliato corto. L'ho lasciato in fretta.

Capita ai vecchi, specie di terza fascia. Hanno capacità intellettive rallentate. Rispondono e parlano più lentamente. I giovani, ma anche i vecchi di classi inferiori, sono insofferenti. Tagliano corto. E così non comunicano, coi vecchi. E i vecchi non comunicano con nessuno.

I vecchi diventano diversi. Bisogna tenerne conto. Basta un po' di pazienza; accettare le ripetizioni, le svagatezze, i fuori-tema. E prendere quello che c'è di buono in un vecchio. Che è molto.
Del resto lo stesso capita parlando con un bambino. Se si ha pazienza, si colgono perle. Ci sono frasi di bambini,  folgoranti.

28 settembre 2012

Emergenze.(21)                                                                                                                                      Mio nipote (dieci mesi) ha passato una brutta notte. Stamani non è andato al nido. Ma sua madre deve andare al lavoro. Pure la nonna lavora. Hanno chiesto a me di tenerlo. Prima volta che mi prendo cura del bambino così piccolo. Ho risposto di sì e me ne sono fatto carico. Nessun problema. Compito facile.
Questo è il bello della vecchiaia. Non ti preoccupi di situazioni delle quali non hai esperienza diretta. Ti butti. Con fiducia nelle tue risorse. Tralasciando i programmi della giornata. E' da fare e si fa. Sei in acqua e provi a nuotare. Capacità di sacrificarsi. E nessun timore di cimentarsi. E' un'emergenza.
Aggiustare il corpo.(20)
Mi duole un dente. E' stato già semilavorato dal dentista un anno fa. Avrei dovuto finire il lavoro questa primavera. Invece non sono più tornato. Motivo: tanti soldi.
In realtà c'è dell'altro. Non ho interesse ad aggiustarmi. Tanto poi mi rompo di nuovo. Tanto ormai non è più molto il tempo che mi resta per godere del dente aggiustato. Posso benissimo vivere alcuni anni con una toppa.
Lo stesso capita con l'auto. Appena nuova, si aggiusta ogni minima striatura. Col tempo, si lascia perdere. Tanto ormai prima o poi la si cambia. Cioè muore.
E' la prima volta che mi capita di lasciar perdere una disfunzione fisica.

27 settembre 2012

Necrologi.(19)                                                                                                                                   Spesso leggo gli annunci di morte, sul quotidiano locale. Per vedere come sarebbe da morti. Oggi ce n'erano sei. Ho letto le età: 78, 86, 82, 75, 90... Mi sono accorto d'improvviso che la mia speranza (inconscia) di vita è superiore alla media di queste morti. I miei colleghi morti, hanno vissuto meno di quanto mi figuro che vivrò io. Mi do più anni di vita.
La morte è più vicina di quanto io pensi.

26 settembre 2012

Dimenticare.(18) (Paure)
Ho scordato il portafoglio sul bancone del bar. Richiamo immediato del titolare e battute sulla distrazione, la dimenticanza,  eccetera. Un segnale? Distrazione e dimenticanza sono in agguato.
Confesso che è stato doloroso. L'ho preso come segno di ciò che mi accadrà fra qualche anno. O è già accaduto e non me ne rendo conto?
Anche l'anno scorso, al lavoro, non ho riconosciuto un tale solo perchè aveva cambiato posizione di lavoro. Mi sembrava una persona nuova. E' stato un attimo. Mi sono sentito perduto.
O come le due volte che ho dimenticato il gas acceso, anche dopo aver tolto la pentola.
Ma c'è del positivo: non posso più avvalermi di automatismi di comportamento. Devo raddoppiare la vigilanza, la coscienza. Per fare ciò che prima facevo inconsapevolmente.
La vecchiaia mi costringe a essere più attento.
Un buon risultato.

24 settembre 2012

Diminuire.(17)                                                                                                                                      Altro indicatore della vecchiaia. I vecchi "diminuiscono" qualche aspetto della vita. Facile applicarlo al sesso. Altrettanto, agli spostamenti. 
Questanno ho diminuito i giorni delle mie escursioni in montagna. L'anno scorso erano stati sette. Questanno, due. Non è tanto una perdita di forze  o di interesse. Piuttosto, un arrendersi alle difficoltà esterne.
Diminuisce anche il lavoro. Diminuiscono "le cose" che faccio al giorno. Diminuisce l'energia. 
Ieri osservavo una giovane donna trasportarsi in braccio un bambino (grandino), la sua borsa, la borsa dei panni del bambino. Così, con facilità e naturalezza. 
In un paese nordico, mi ha stupito la calma delle donne con due o tre bambini. Salgono e scendono dagli autobus, magari con un passeggino a due posti e una biciclettina . Con tranquillità.
Noi vecchi ne sentiremmo la fatica.

23 settembre 2012

Piaceri.(16)                                                                                                                                              Un vecchio raccontava di aver lavorato tanto nella propria vita. "Ho anche costruito la mia casa con queste mani." La domenica gli piaceva sedersi sui gradini di casa sua e starsene lì. Come un riposo. Come a contemplare. L'opera sua e la vita.
I vecchi provano piacere a riposarsi. Riposo fisico e mentale. Riposo dall'esistenza.
Oggi è domenica. Sono felice di potermi riposare. E' il mio piacere. I giovani desiderano muoversi, viaggiare, divertirsi. I vecchi godono a riposare, star tranquilli.
Ricordo mio nonno che stava ore alla finestra, a guardare il traffico passare. Il suo passatempo.
Non è solo una faccenda da vecchi. Un giovane stava ore a guardare dalla finestra. I genitori adottivi si preoccupavano. "Che fai, lì?". "Sto" era la risposta. E' una mentalità. Rara nei giovani. più frequente nei vecchi.
La prima volta.(15)                                                                                                                                      E' un buon indicatore di vecchiaia. La prima volta che ci capita o che facciamo o non facciamo qualcosa. La prima volta che mio figlio mi ha detto che sono diventato vecchio.
Lo stavo accompagnando in auto verso l'areoporto. Entrando in autostrada ho trovato traffico intenso e veloce.  La cosa mi ha messo in difficoltà. Andavo piano e i TIR mi superavano. Mi sono innervosito e arrabbiato per la manovra di uno, che mi superava a destra. E' stato allora che mio figlio mi ha detto: "Sei diventato vecchio, papà!"

"La prima volta che..."  è usato dai maschi per indicare la prima volta che non si riesce a concludere un rapporto sessuale. In genere è la defaillance dell'erezione.  Ma noi vecchi l'erezione ce l'abbiamo ancora.
E' l'interesse per il sesso che è molto diminuito.
E' che la stanchezza, specie alla sera, o l'indisponibilità di uno dei due o altre circostanze esterne, ci fanno scegliere di dormire, piuttosto che far l'amore.
Mi si dirà: "Parla per te!" . Certo, mi aspetto che qualcun altro parli per se'.

21 settembre 2012

Il tempo.(14)                                                                                                                                             A noi vecchi, manca il tempo. Non sono gli anni che mancano (per quanto...). No, è la prospettiva sul futuro. Manca il senso di immortalità. Subentra il senso di mortalità. Prima mi sentivo immortale. Portavo avanti qualunque progetto, senza pormi limiti di tempo. Ora, un progetto, o subito o mai più. Non lo accantono.  Lo elimino.
A pensarci, non è il tempo. E' la forza della motivazione che manca. Forza che si basa sul senso di immortalità.
Tutto questo è positivo. Con la vecchiaia, cade l'illusione della vita senza fine. Illusione, per l'appunto.
Il vecchio è più realistico. Sa di finire. A breve. Ha un rapporto più autentico con la realtà del vivere. E quindi del morire.
Per che cosa vivo (2)? (13)                                                                                                                  L'avevo chiesto ai miei lettori qualche giorno fa. Rispondo ora per me.
In concreto, adesso per cosa vivo? Vivo per pagare tutti i debiti che ho contratto.  Lo si dice per scherzo: "I debiti fanno vivere." Scopro che è così. Non mi tengono in vita, i debiti. Sono però un pensiero costante. Di ogni settimana, se non di ogni giorno. Se i creditori sono tanti, bisogna ingegnarsi a fare dei piani per soddisfare tutti. E' un lavoro creativo. E' grande la soddisfazione quando si può cancellare un creditore dalla lista!
Vivo per trasmettere qualcosa di quello che so alle generazioni future. E' frustrante che non ci sia qualcuno che possa usufruire di tutto il mio sapere, della mia esperienza. Che, se non trasmetto ora, si perderà. Ma nessuno chiede a un vecchio quello che sa. Allora fantastico sul nipote della mia compagna. Ma è appena nato. Mio figlio non ha figli e quindi su di lui non posso fantasticare.
Vivo anche per assaporare piaceri: un buon libro, una buona musica, la vita con la mia compagna, la compagnia di mio figlio, del mio caro amico. La montagna, il bosco, il vento, il camminare.
Vivo per vedere qualche bello spettacolo teatrale, un buon film. Per qualche progetto di ricerca.
E per migliorarmi? E per l'amore? 

18 settembre 2012

Il cognome.(12)                                                                                                                                         E' morta mia zia Rita. Vecchia di terza fascia. Mi ha colpito vedere il suo cognome sulla cassa. Perchè è il mio. Ovvio, era sorella di mio padre. Riflettendoci, col mio cognome siamo rimasti in pochi. Della mia famiglia, dico. Con la scomparsa del cognome, scompare un ramo della famiglia. Scompare la famiglia. Non l'avevo mai pensato.
La successione è fragile e non scontata. Da mio nonno paterno sono rimasti solo due rappresentanti di quarta generazione: mio figlio e il figlio di un mio cugino. Se non fanno figli, il cognome si estingue. In quattro generazioni il cognome è passato da uno a due rappresentanti. Moltiplicazione scarsa.
Improvvisamente mi sento legato a questo cognome. Significa qualcosa? E' segno che voglio essre ricordato quando sarò morto?
Mia madre è morta quattro anni fa. La ricordo ogni tanto. Nell'anniversario del suo decesso, mio figlio mi manda sempre un messaggio di commemorazione.
La ricordo per alcune sue caratteristiche. Negative, quando era in vita, sono diventate positive dopo la sua morte.  Curioso destino dei morti.
Ma siamo solo noi che la ricordiamo. Nel mio studio è rimasta una cartella col suo nome, fra le pratiche archiviate. Compare il suo nome anche nella corrispondenza sul mutuo che sto pagando. Poca cosa.
Di noi resta proprio poco.
Rammarico? Sì, è così. A onta di tutte le affermazioni contrarie.

17 settembre 2012

Leggere.(11)                                                                                                                                         Non ho più tempo per leggere tutti i libri che vorrei. Mi mancano gli anni. Alcuni anni fa raggiunsi il mio record di libri letti in un anno. E allora calcolai  che (allora) potevo ancora leggere mille libri!
Fa impressione, nei due sensi. Primo, perchè paiono tanti. Secondo, perchè sembrano pochi. Oggi mi resta il tempo per leggerne la metà. Sono proprio pochi.
"Ma sei in pensione, hai tutto il tempo che vuoi."
Piano: da vecchi i tempi si allungano e poi quando diventi molto vecchio leggi molto meno.
Ci vedi meno, ti stanchi di più, ti ricordi poco, devi tornare indietro nella lettura.
A pensarci, non è negativo. Devi selezionare i libri da leggere. Non posso più leggere libri deludenti.
Ho poco tempo. Per questo leggo soprattutto i classici (romanzi intendo).
Almeno ho buone probabilità che non mi deluderanno.

16 settembre 2012

I limiti degli altri.(10)                                                                                                                             Tempo fa programmai una escursione in montagna. Col mio caro amico. Prudenza vuole che in montagna si vada via in due. Giovani e vecchi. Soprattutto i vecchi.
Una settimana prima il mio amico mi telefona. E' ammalato. L'escursione salta. Il suo medico lo sconsiglia di fare sforzi. E' un'altra delle cose che non potrò più fare? In questo momento mi sento bene. Non ho difficoltà a fare escursioni come quelle degli ultimi anni. Ma il mio amico? I limiti non dipendono solo da me, ma da altri. Perchè gli altri che mi stanno intorno sono anch'essi vecchi. I vecchi hanno rapporti con altri vecchi. E' naturale.

Lo stesso capita in coppia. E' inevitabile che, se sei vecchio, lo sia anche la tua compagna. Tu vedi che invecchia. E ti preoccupi anche per lei. La notte, se mi sveglio, tendo l'orecchio per sentire se respira bene. La cosa è reciproca. Una notte lei mi svegliò di soprassalto, perchè pensava che non respirassi.
E quando uno di noi due perderà la capacità di muoversi? E quando uno perderà la memoria?
Per che cosa vivo, ora all'inizio della vecchiaia?(9)
Ora che la speranza di vita si è ridotta a circa vent'anni? vita comunque in declino? Per che cosa viviamo noi vecchi? I figli? La professione? Per viaggiare?

( Ecco, mi piacerebbe che chi mi legge scrivesse qualcosa. Per condividere. Per idee diverse dalle mie.
E' facile. Basta cliccare sulle parolette in azzurro "nessun commento" o "2 commenti" o altro numero. Si apre una finestra dove si può scrivere. Senza registrazione. Senza obblighi, se non la decenza e il buon gusto.)

15 settembre 2012

Soddisfazioni (relative).(8)                                                                                                                 All'incontro di cui dicevo ieri, un conoscente mi ha riportato la frase di qualcuno che mi aveva visto dopo molto tempo:"Fra tutti Holgar è la persona che sta invecchiando meglio." Lusingato! Ripensandoci però, non ha negato la mia vecchiaia (e come poteva?). Semplicemente ha detto che resistevo un pò di più. Soddisfazione più contenuta.

Stanotte mi sono svegliato per andare in bagno. Al ritorno, a letto ho faticato a riaddormentarmi. Mi sembrava che mi mancasse l'aria. Sensazione che è durata parecchi minuti. Mi sono spaventato. Segno di una malattia? Suggestione? La vecchiaia bussa?

14 settembre 2012

Confronti.(7) (Specchio)
Per strada guardo i vecchi. I miei "colleghi". Per vedere quanto sono vecchi.
Li classifico in tre classi: prima fascia quella fino ai 75. Seconda fascia fino agli 85. E terza fascia dagli 85 in su. In terza fascia metto anche quelli, di qualunque età, che sono comunque menomati.
Li guardo per vedere la mia vecchiaia di adesso. O per scoprire come sarò fra dieci o vent'anni (sempre che...). Li guardo per conoscermi. Per vedere il mio aspetto. Lo specchio mi serve poco, perchè mi inganno. Non è lo specchio. Mi vedo con occhi bugiardi. Naturalmente in meglio.

A un incontro ho rivisto alcune persone del mio passato. Non le rivedevo da un decennio o due. Le ho trovate invecchiate. Mi ha colpito la loro lentezza. Già l'avevo vista nel mio ex bancario, che a settantanni mi è parso immattonito. Ma lì c'era di mezzo una malattia. Poi l'ho rivista in un collaboratore della mia attività lavorativa. Già di seconda fascia. Molto lento nel muoversi. Ancora per una malattia. Infine l'ho trovata in un altro conoscente, per giunta più giovane. Tutti lenti. Ecco come sono i vecchi. Anche il mio cane è diventato lento.

12 settembre 2012

Non posso più fare.(6)                                                                                                                          Fare un elenco di quello che non si può più fare. Perchè si è diventati vecchi. Cose banali. Per esempio girare a sinistra in bicicletta, dando solo una rapida occhiata all'indietro per vedere se arrivano auto. L'ultima volta che l'ho fatto per poco non mi investivano. Oppure sempre in bici passare in velocità fra le sbarre che chiudono un passaggio pedonale. Fatto anche questo e sono caduto. Oppure ancora aiutare durante un trasloco a trasportare mobili pesanti. O ancora muoversi di notte per andare in bagno senza accendere la luce.
Le cose non si possono più fare perchè si sono persi muscoli, si è persa attenzione, colpo d'occhio, rapidità.
E' realistico tenerne conto. Per evitare incidenti. Sul comodino ho una pila.

(Una settimana dopo questo testo ho visto una persona in bicicletta  fra le sbarre che chiudono il passaggio pedonale. Era in difficoltà, non riusciva a passare. Sembrava che stesse cadendo. Equilibrio precario.
Era un vecchio.)

11 settembre 2012

Il cane vecchio. (5) (Specchio)
Ho visto la vecchiaia sul muso del mio cane. Era seduto in poltrona, gli occhi semi-aperti. Era sera. Non era abbandonato col muso sul divano; teneva la testa eretta. Pian piano si lasciava prendere dal sonno e la testa cadeva verso il basso. Ma si riprendeva e rimetteva la testa ritta. Mi ha colpito il suo muso. L'abbandono al sonno lo trasfigurava, all'incontrario. Quel muso perdeva la vivacità, per lasciare il posto al torpore, all'abbandono dei muscoli, che rivelava quello che è: un cane invecchiato.
Nella sua vecchiaia mi fa da specchio. Non occorre che vada in cerca di segni di anzianità dei "colleghi" (come chiamo le persone anziane), per confrontarmi o per vedere ciò che è in me.
Basta che guardi il mio cane quando è abbandonato. La mia vecchiaia è già lì.

10 settembre 2012

Di colpo.(4)                                                                                                                                             Stamane sono andato al parco vicino a casa. Col cane. Mi piace cercare alberi da frutta semiselvatici e mangiarne le bacche. Anche seguire la lenta maturazione dei frutti. All'improvviso stamattina ho scoperto che i "pometti lazzarini" erano già maturi. Non mi ero accorto, nelle scorse settimane, che stavano maturando.
Così anche la vecchiaia. Arriva di colpo. Quella stanchezza che non passa, quella ricerca di un appoggio quando ti alzi dal water, quel leggero senso di confusione, quando guidi nel traffico intenso.
E' fatta. Sei vecchio.

07 settembre 2012

Perdite.(3)                                                                                                                                                 La mia età attuale mi sembra buona. Mi spaventa il dopo. Non la morte, ma il degrado. La perdita di autonomia  e la perdita di alcune funzioni. Muoversi, leggere, pensare...
Negli ultimi mesi ho avuto segnali della vecchiaia incipiente. O meglio: sono stato più attento a coglierne  i segni. Mi sono spaventato. Perdita di memoria, di attenzione, dolori fisici che non si risolvono in tempi ragionevoli. Un certo distaco dalla vita (ma questo lo dice la mia compagna).
Tutto mi sembra un anticipo  del degrado che verrà.
E' la paura che mi fa vedere tutto ciò. Ma qualche cedimento c'è stato.
Intanto ho 66 anni. Qui sto. Qui devo restare.

05 settembre 2012

L'immagine. (2)                                                                                                                                        Ho la barba. Bianca. Anche i capelli lo sono. Quando sono lunghi, ho vagamente l'aspetto  di un vecchio del '800. O del '900. O semplicemente di un vecchio. Me li sono tagliati. L'aspetto cambia. La mia compagna ha detto: "Dieci anni di meno". M'importa? Eh sì, m'importa.
L'aspetto di un vecchio porta con sè sensazioni di debolezza, inadeguatezza, inaffidabilità.
Oppure di tranquillità se si pensa che possa far meno danni di un giovane. Ma per una vita attiva l'immagine conta. Anche solo se cerchi un lavoro.
E nel mio intimo? Ho paura di apparire troppo vecchio. Non di appariere vecchio. Ma di apparirlo troppo.

04 settembre 2012

Sono formalmente vecchio.(1)                                                                                                                  Da un anno ho compiuto 65 anni.  Con tanto di tessera d'argento rilasciata dal comune.
A quarant'anni, per scherzo, dicevo che desideravo diventare vecchio. Un po' per acquisire saggezza, un po' per togliere dalla mia vita tutti i problemi con le donne. Pensavo che un po' meno di ormoni mi avrebbe agevolato.
Sono stato accontentato (si fa per dire). Ora le donne e il sesso mi interessano molto meno. Mi sento meno dipendente.

Un anno fa, decisi di registrare su un quaderno le mie idee sui temi importanti del vivere. Il progetto era di scrivere sullo stesso argomento a distanza di cinque anni e poi ancora di cinque anni e così via. Per vedere, sulla mia pelle, come avrei  cambiato le idee col procedere dell'età, avvicinandomi alla fine della vita.
In un anno però non ho scritto quasi nulla. A che cosa mi serviva?

Però un bisogno c'era.
Ho scelto allora di scrivere almeno i miei pensieri di uomo, che s'inoltra nella vecchiaia, una fase difficile della vita. Per avere il conforto dell'esperienza di altri vecchi, magari di "classi" superiori (settantenni, ottantenni). O anche solo per confrontarmi con "colleghi" della stessa età.

E così ho cominciato questo diario elettronico, che ho scoperto chiamarsi blog.