06 novembre 2021

Tanti conoscenti anziani se ne sono andati (21-126)

Tanti conoscenti anziani se ne sono andati. (21-126) Ho saputo per caso che un mio conoscente, poco più vecchio di me (di cinque anni) è morto. Non ora, bensì due anni fa. Nei primi anni di questo diario ne avevo parlato per un incidente in montagna per il quale si era quasi rotto l'osso del collo. Allora la moglie mi aveva detto: se l'è cavata, ma è come se fosse invecchiato di dieci anni. Non l'avevo più rivisto, dopo l'incidente, nè l'avevo seguito nelle sue attività di sociologo, che si occupava di terza età. Lo ricordo qui perchè quando è morto io non l'ho saputo, pur essendo lui un personaggio noto, almeno in ambito universitario. Sono arrivato a un'età nella quale colleghi anziani muoiono sempre di più. Soprattutto senza che io ne sia informato. Viviamo in una società nella quale i mezzi d'informazione sono alla portata di tutti, le notizie circolano vorticosamente. Eppure anche la cosa più semplice e più normale come la morte di persone vicine può sfuggire. Due pensieri mi sono venuti: il primo che la nostra società è così piena di relazioni (fittizie), siamo così tanti che non possiamo seguire le vicende di così tanta gente. Il secondo: la morte è una faccenda personale, arriva nella vecchiaia avanzata, quando ormai le relazioni si sono allentate. La nostra morte da anziani riguarda ben poche persone. Molti di quelli che ci hanno conosciuto, neppure lo verranno a sapere. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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