13 novembre 2021

Dieci anni dopo (2) (21-129)

Dieci anni dopo (2). (21-129) Proseguo nel confronto fra la mia vecchiaia attuale e quella di dieci anni fa. Nelle prime pagine del 2012 era presente spesso la paura: apprensione per l'età sconosciuta che stavo per affrontare, timore per il manifestarsi di perdite nelle capacità fondamentali, addirittura panico nello scoprire che il cervello dava segni di rapido declino. Oggi non è più così. Alla vecchiaia e alle sue limitazioni mi sono abituato, anche perchè hanno molto rallentato la loro velocità. Il declino continua ad esserci, ma è lento. Non mi spaventa più. Altro cambiamento riguarda la prudenza. Nei primi anni ho cominciato ad accorgermi che alcune azioni, comuni nell'età di mezzo, erano diventare rischiose nella vecchiaia e ho cominciato ad adeguarmi: sono più attento quando circolo in bicicletta, di notte uso una pila per andare in bagno, evito certi sforzi che non posso più permettermi (come ad esempio correre a piedi). Ho aumentato anche la pazienza, sia verso gli altri, sia nei miei confronti, relativamente a ciò che non riesco più a fare, o faccio più lentamente. La perdita di ruolo sociale, che tanto mi aveva colpito all'inizio, ormai non mi rattrista più: sono entrato nella fase nella quale tutto ciò che si è appreso nella vita svanisce e uno è per quel che è e non per quel che sa o per competenze e ruoli che aveva in passato. Avere spostato il mio impegno dal lavoro ai nipoti, mi ha aiutato. Dopo dieci anni sono anche molto meno frequenti quei momenti magici nei quali sembra che la vecchiaia sia come sospesa. Sono aumentati invece i tempi in cui soffro di qualche (modesto) malanno. Mi sono accorto, per ultimo, che alcuni rimedi scoperti durante il decennio passato, poi non li ho praticati: me ne sono quasi scordato (come la curcuma e il gingko biloba). (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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