23 agosto 2021
Piccolissime cose (21-098)
Piccolissime cose. (21-098)
Nella mia lunga vita (ormai lo posso dire che è stata lunga, a 75 anni suonati!) ho assistito a vari cambiamenti epocali. In politica interna, nella tecnologia, nel clima, in geopolitica, eccetera. Non ultimi la pandemia, le vaccinazioni di massa e il ritorno dei talebani in Afganistan.
Due cambiamenti importanti, dei quali però non si parla, riguardano la scoperta del ruolo fondamentale, per la salute, dei batteri che ospitiamo nell'intestino (dopo il 2006) e, più recente ancora, l'importanza del mondo vegetale per la sopravvivenza del genere umano sulla terra.
Di quest'ultimo vorrei trattare, perchè ha risvolti anche nella vita di tutti i giorni.
Il verde ci fa bene.
Non solo come cibo. Bensì anche come presenza nella nostra vita quotidiana.
Si è cominciato a costruire grattacieli verdi, pieni di piante. Ma prima ancora, già verso la fine del XX secolo, in Giappone si è cominciato a dire che gli alberi guariscono gli esseri umani. Oggi si parla correntemente di medicina forestale e, a prestare un pò d'attenzione, quando si sta in un bosco per alcune ore, ci si sente rigenerati. Oggi vi sono le prove (scientifiche) che ciò corrisponde al miglioramento di numerosi parametri vitali.
Il botanico Stefano Mancuso, noto per aver sottolineato per primo che i vegetali hanno un sistema nervoso paragonabile a quello animale (sia pur senza neuroni), dice da tempo che tutti i problemi dell'umanità sarebbero risolti piantando mille miliardi di nuovi alberi sulla terra. Cifra spaventosa, ma che corrisponde a circa 100 alberi a testa, che si possono agevolmente piantare in due o tre anni da parte di ciascuno di noi.
Il problema è: che cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolissimo, per favorire questa riscoperta dei vegetali nella vita del pianeta terra? Senza per questo impegnarci in spedizioni in Amazzonia, per impedire la continua deforestazione di quella regione?
Possiamo fare molto.
In condominio, negli anni passati, come pensionato anziano, mi sono assunto il compito di proteggere dalle erbe infestanti il manto di cemento che conduce ai garage. Lo facevo a mano, strappando le numerore erbe che ogni anno vi crescono, per evitare che queste ultime rovinassero la superficie cementificata. Lo stesso facevo sulle recinzioni esterne della proprietà condominiale. Mi pareva di fare un gran cosa, perchè non usavo diserbanti chimici.
Quest'anno non l'ho più fatto, perchè quelle erbe hanno foglie che producono ossigeno: un mio piccolissimo contributo al mondo vegetale. Probabilmente quelle malerbe (che nome sbagliato!) fra alcuni anni (10-20?) avranno rovinato il cemento: e allora? Si troveranno altre soluzioni, ma intanto per decenni ci avranno regalato i loro benefici.
Quanti di noi mangiano frutta? Siamo in molti. Che ne facciamo dei semi che derivano dai frutti mangiati? Spesso li gettiamo con noncuranza nel rifiuto organico.
Sbagliato!
Teniamoli da parte e alla prima occasione, spargiamoli in zone verdi abbandonate: la natura saprà bene che cosa farne.
Piccolissime cose.
Ma così rispondeva il colibrì della leggenda africana, sull'incendio della foresta, che trasportava nel suo piccolissimo becco qualche goccia d'acqua e la gettava sulle fiamme: "Faccio la mia parte!"
(Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)
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