22 agosto 2021

Ai vecchi resta solo il mangiare (21-097)

Ai vecchi resta solo il mangiare. (21-097) Frase riferita agli anziani, che, anche in età avanzatissima, non disdegnano la buona cucina, i manicaretti e tutto ciò che solleciti il loro senso del gusto, che per giunta mangerebbero in abbondanza. Fra i vizi subentra dunque il cibo, mentre gli altri tramontano (bacco, tabacco e venere). In effetti il cibo è anche un piacere, che andrebbe aggiunto ai piaceri della vita, con le cautele del caso. Diversamente da bacco e tabacco, che pur essendo piaceri andrebbero consumati con molta, molta moderazione (per non dire eliminati, almeno nella terza età: vedi le Linee guida per una sana alimentazione italiana del Crea, 2019). In effetti dal mio punto di osservazione confermo quanto ho scritto sopra. Ho raggiunto i 75 anni e mangio moltissimo (almeno è ciò che sostiene la mia compagna). Bisognerebbe aggiungere che il tipo di cibo che consumo è (in grande prevalenza) vegetale e crudo: contiene dunque il 90% di acqua. Ne mangio molto, ma è in gran parte acqua. Ma non voglio eludere il problema, cioè che i vecchi sono in realtà attaccati al cibo, ben oltre le proprie necessità caloriche (si muovono molto poco). E aspettano con ansia il momento dei pasti. Capita anche a me di pensare in anticipo al cibo che mangerò al pasto successivo, di occuparmene, di immaginarmelo. E poi sempre di mangiarlo con molto gusto. È vero che è uno degli interessi culturali (di più, una vera passione) della mia vita. Ma nel mio approccio agli alimenti vi è un vero attaccamento, in linea con quello dei miei coetanei, non dipendente dal sapere e dalle informazioni, bensì legato proprio al suo consumo. A mettermelo letteralmente in bocca, anzi nello stomaco. In fondo si tratta di una dipendenza... (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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