15 aprile 2021

Accorciamenti (21-042)

Accorciamenti. (21-042) Nel primo anno di vecchiaia avevo notato che l'orizzonte temporale si era ristretto. Ero passato dal senso di immortalità della giovinezza al senso di finitudine. Tuttavia il tempo teorico che mi restava da vivere era ancora lungo (quasi una terza vita di altri vent'anni, dopo la giovinezza e l'età matura). Sono passati dieci anni, da allora. Di una terza vita aggiuntiva me ne resta mezza. Mi accorgo che il tempo si è ulteriormente accorciato. E non solo nel senso che il tempo da vivere si è dimezzato, bensì in quello ben più importante di come valuto il futuro. Mi sono accorto di aver ristretto il mio sguardo sul futuro a pochi anni in avanti piuttosto che a decenni. In qualche modo mi sento spinto a vivere il presente piuttosto che a proiettarmi nel futuro. Perchè di futuro ne resta poco. (Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com)

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