29 novembre 2020
La qualità della vita (20-136)
La qualità della vita. (20-136)
Qualche tempo fa mi ero segnato un appunto sul quaderno in cui scrivo le idee di questo diario (altrimenti poi le dimentico!), che recitava: misurare la qualità di una giornata di vita da vecchi, col tipo di cose di qualità che si sono fatte in un dato giorno.
Perchè è inesorabile che la vita si deteriori sempre più, man mano che ci si inoltra nell'ultima parte di esistenza.
Si comincia con lo smettere il lavoro che, anche se non è di qualità, ha pur sempre un certo valore sociale. Per molti subentrano le cure ai nipoti, che sarebbero di altissimo valore, nonostante fatiche e noia che possono prendere chi le pratica. Poi i nipoti crescono, la loro autonomia anche e dei nonni vi è meno bisogno.
Col passare degli anni aumenta sempre più l'attenzione verso la propria vita e spesso verso la propria salute. Contemporaneamente il tempo che serve per svolgere le banali azioni quotidiane si dilata.
Che qualità c'è nel fare soltanto ciò che serve per sopravvivere?
La qualità è alta, perchè continuare a occuparsi di se stessi significa continuare a essere autonomi.
E poi la qualità deriva da quell'atto fondamentale di noi essere viventi: continuare a vivere!
(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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