23 novembre 2020

Il mio vicino Silvio (2) (20-132)

Il mio vicino Silvio (2). (20-132) Come dicevo ieri, Silvio è in ospedale, solo. Molto vicino alla fine. Morirà da solo. Va bene così, o è meglio morire in compagnia? Qualche anno fa ho letto il racconto degli ultimi mesi di vita di Tiziano Terzani, giornalista e saggista italiano. Nel libro il figlio racconta delle sue ultime ore. Dopo aver conversato coi familiari, Terzani si è accomiatato da loro. Sentiva che era alla fine, evidentemente. E ha chiesto di essere lasciato solo, cosa che hanno fatto. Rientrati nella sua stanza, dopo qualche tempo, lo hanno appunto trovato morto. Penso anch'io che alla fin fine si muoia da soli, perchè la morte è una faccenda personalissima, da non condividere. Nella tradizione indiana delle case della morte, si lascia la famiglia e ci si reca in questi luoghi nei quali ci si lascia morir di fame. Anche fra gli Inuit, l'anziano lascia l'igloo all'insaputa di tutti e va all'esterno, a morire di freddo. La morte è sempre un gran mistero. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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