23 settembre 2020

Alzarsi dalla tazza del bagno (20-108)

Alzarsi dalla tazza del bagno. (20-108) Mi aiuto sempre appoggiando una mano sul sedile. Ricordo che agli inizi del diario (vedi n. 65 del 2012) dopo una caduta, provavo dolore ad alzarmi e così ho cominciato ad aiutarmi con un appoggio per alzarmi dal water. Già allora avevo concluso che si comincia così e poi si mantiene l'abitudine. Da allora non ho più smesso. È diventato normale che lo faccia, come se quest'atto l'avessi sempre fatto così. Quando durante la vecchiaia si vive la perdita di una qualche abilità, si prova un senso di sgomento, poi ci si fa l'abitudine e diventa normale. Passano anni prima di fare un ulteriore scalino all'ingiù, come per esempio non riuscire più ad alzarsi, neppure con un appoggio dalla tazza del bagno e quindi di aver bisogno di un rialzo del sedile per poterlo fare. Se il tempo fra la prima perdita e la seconda fosse breve, si cadrebbe nella depressione. Invece passa molto tempo. Ci si dimentica di quel che si faceva da giovani. Si vive la seconda perdita come nuova. Si passa a quella successiva come se fosse la prima. E nessuno si impressiona. (Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre. Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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