L'ultima
volta. (20-085)
Negli
ultimi vent'anni, quasi ogni anno, sono andato col mio amico a
passare una settimana in montagna, a camminare nei boschi e al salire
su modeste cime (solo passeggiate, niente arrampicate).
Per
una ragione o per un'altra, negli ultimi tre anni abbiamo dovuto
rinunciare, con dispiacere. Quest'anno impedimenti non ce ne sono stati.
Così finalmente abbiamo programmato una settimana per i primi di
agosto.
Ma
il mio amico non è entusiasta.
Teme
il riacutizzarsi di una tendinite che lo ha afflitto in passato. Teme
che dopo tre anni di inattività i nostri corpi non ce la facciano
più a reggere sei-otto ore di camminate quotidiane. Teme soprattutto
che siamo troppo vecchi per fare queste cose.
Nella
telefonata che mi ha fatto per fissare gli ultimi dettagli, mi ha
detto: "Speriamo bene. Facciamola comunque, ma con la
consapevolezza che sarà la nostra ultima uscita."
Io
non ho questa certezza, anzi mi pare di poter continuare ancora,
riducendo la durata delle camminate e le mete da raggiungere, per
tener conto delle nostre minori forze, ma comunque regalandoci questa
possibilità.
Ma
siamo in due.
La
vecchiaia dell'uno incide anche sull'altro.
La vecchiaia di chi ci sta vicino diventa anche la nostra.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una
sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi
annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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