29 luglio 2020

L'origano (20-086)

L'origano. (20-086)
I miei vicini di appartamento sono una coppia di anziani di oltre 90 anni. Ormai non escono più di casa, pur conservando un minimo di autonomia. Dei due il più malmesso è l'uomo. Cammina a fatica, ha molte patologie e per di più è un pò sordastro. Passa lunghe ore in terrazza, adesso che fa bel tempo. Ci salutiamo talvolta quando i nostri sguardi si incrociano, ma i colloqui sono difficili a causa della sua sordità.
Negli anni passati ha cominciato a regalarmi dei rami di origano fresco, che qualcuno gli regala a sua volta. Mi ha insegnato come seccarlo e come poi sfogliarlo. Così è diventata una consuetudine scambiare qualche parola ogni anno, a luglio, sul lavoro fatto con l'origano.
Ieri dunque dalla terrazza mi ha apostrofato dicendomi: "Io ho già seccato e sfogliato l'origano, l'ho già messo nei vasetti e distribuito. E lei?"
Ho sorriso e ho ribattuto che l'avrei fatto nelle prossime settimane.

Ecco cosa succede in tardissima età: nonostante l'evidente vicinanza della fine, si continuano a fare le piccole cose che abbiamo fatto sempre. Come se nulla fosse. È come se non sapessimo che questi mesi saranno gli ultimi, che la morte è veramente dietro l'angolo.
Continuiamo a fare piccole cose quotidiane.
Continuiamo a vivacchiare.
Che altro potremmo fare?

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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