L'origano.
(20-086)
I
miei vicini di appartamento sono una coppia di anziani di oltre 90
anni. Ormai non escono più di casa, pur conservando un minimo di
autonomia. Dei due il più malmesso è l'uomo. Cammina a fatica, ha
molte patologie e per di più è un pò sordastro. Passa lunghe ore
in terrazza, adesso che fa bel tempo. Ci salutiamo talvolta quando i
nostri sguardi si incrociano, ma i colloqui sono difficili a causa
della sua sordità.
Negli
anni passati ha cominciato a regalarmi dei rami di origano fresco,
che qualcuno gli regala a sua volta. Mi ha insegnato come seccarlo e
come poi sfogliarlo. Così è diventata una consuetudine scambiare
qualche parola ogni anno, a luglio, sul lavoro fatto con l'origano.
Ieri dunque dalla terrazza mi ha apostrofato dicendomi: "Io ho
già seccato e sfogliato l'origano, l'ho già messo nei vasetti e
distribuito. E lei?"
Ho
sorriso e ho ribattuto che l'avrei fatto nelle prossime settimane.
Ecco
cosa succede in tardissima età: nonostante l'evidente vicinanza
della fine, si continuano a fare le piccole cose che abbiamo fatto
sempre. Come se nulla fosse. È come se non sapessimo che questi mesi
saranno gli ultimi, che la morte è veramente dietro l'angolo.
Continuiamo
a fare piccole cose quotidiane.
Continuiamo
a vivacchiare.
Che
altro potremmo fare?
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una
sintesi dei due mesi precedenti. Dal 2019 scrivo soltanto una sintesi
annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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