28 aprile 2020

Vecchiaia e cultura (20-047)

Cultura e vecchiaia. (20-047)
Traggo le conseguenze della pagina di ieri (20-046).
Sono contento di aver letto il libro di Montanari Dalla parte del torto, perchè ho colmato una lacuna nelle mie conoscenze, quelle politiche. Lo stesso mi era capitato tempo addietro con Verso una ecologia della mente di G. Bateson e con altri libri letti negli ultimi anni, per esempio classici della narrativa europea (Mann, Hugo, Flaubert, Verga eccetera).
Non vi è dubbio che una vita lunga permetta di conoscere maggiormente le idee del proprio secolo e di quelli precedenti.
E di fare confronti col tempo presente.
Più anni di vita consentono oggettivamente un numero superiore di letture. Di recuperare il tempo perduto nella giovinezza, in cui si è più impegnati a vivere che a leggere.
Non è automatico, ma la vecchiaia è un'occasione unica di completamento del proprio sapere. Anzi, diciamolo: della propria cultura.

Se fosse così, l'anzianità potrebbe essere l'età più colta.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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