Cultura e vecchiaia. (20-047)
Traggo le conseguenze della pagina di
ieri (20-046).
Sono contento di aver letto il libro
di Montanari Dalla parte del torto, perchè ho colmato una
lacuna nelle mie conoscenze, quelle politiche. Lo stesso mi era
capitato tempo addietro con Verso una ecologia della mente di
G. Bateson e con altri libri letti negli ultimi anni, per esempio
classici della narrativa europea (Mann, Hugo, Flaubert, Verga
eccetera).
Non vi è dubbio che una vita lunga
permetta di conoscere maggiormente le idee del proprio secolo e di
quelli precedenti.
E di fare confronti col tempo
presente.
Più anni di vita consentono
oggettivamente un numero superiore di letture. Di recuperare il tempo
perduto nella giovinezza, in cui si è più impegnati a vivere che a
leggere.
Non è automatico, ma la vecchiaia è
un'occasione unica di completamento del proprio sapere. Anzi,
diciamolo: della propria cultura.
Se fosse così, l'anzianità
potrebbe essere l'età più colta.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una
sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi
annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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