Uscite
la nuove Linee guida per una sana alimentazione italiana (2).
(20-039) .
Numerosi gli aspetti negativi presenti
nelle Linee Guida (vedi 20-038 per gli aspetti positivi).
Incominciando dalle dimensioni (230
pagine!), che scoraggiano la lettura, soprattutto escludono una fetta molto consistente di popolazione, proprio quella
che avrebbe necessità di leggerle.
Un aspetto positivo delle Linee
è la netta presa di posizione sulle bevande alcoliche delle quali si
sconsiglia il consumo. Purtroppo però alla fine si fa una
concessione alle tradizioni locali: si definisce che per una
persona sana e giovane può essere tollerato un bicchiere
(piccolo, 125 ml) di vino esclusivamente a pasto (quindi due
al dì, uno solo al dì per donne e anziani e rigorosamente nessuno
al di sotto dei 18 anni).
Se sono tossiche, si doveva avere il
coraggio di non consigliarne il consumo, anche perchè la quantità
di alcol di tali assunzioni è di ben 20g al giorno (10g per donne e
anziani).
Andiamo oltre.
Le Linee guida sottovalutano
ampiamente la tossicità dei residui di pesticidi in frutta e
verdura; si limitano ad affermare che ogni singolo pesticida che si
trova come residuo è al di sotto dei limiti di legge. Soprattutto
non prendono in considerazione il cumulo di diversi pesticidi in un
singolo prodotto, nè i danni derivanti da piccole assunzioni prolungate nel
tempo.
Parimenti si sottovalutano i pericoli
per la salute degli additivi alimentari che hanno come unico scopo
quello di abbellire o aumentare la durata di un prodotto.
Forse però l'aspetto negativo più
inquietante è l'assoluta fiducia (per non dire ammirazione)
per i processi tecnologici, che inducono il consumatore a pensare che
i prodotti industriali siano gli alimenti migliori possibili. Ne
consegue che la responsabilità della cattiva alimentazione (e
dell'obesità) sia fatta ricadere interamente sul singolo individuo
('il tuo peso dipende da te'): nessun accenno alle responsabilità
dei produttori di cibo nell'offrire prodotti malsani, nè alla loro
pubblicità invasiva, che colpisce le categorie più deboli. Citando
il testo a pag 30:
"
... occorre sottolineare come anche l'industria alimentare si sia
impegnata assumendo sia volontariamente che sotto sollecitazione
delle istituzioni, impegni concreti riguardo al miglioramento delle
caratteristiche compositive dei prodotti alimentari corredando di
un'informazione nutrizionale supplementare le etichette,
autoregolamentando la pubblicità, promuovendo e sostenendo campagne
di educazione alimentare."
Facile fare dell'ironia
sulla pubblicità martellante (quasi sempre con l'uso di bambini come
attori) della maggior crema di nocciole del Paese, con una
composizione di zucchero e olio assolutamente anti-nutrizionale! È
questo l'impegno dell'industria alimentare?
Altri aspetti negativi
riguardano l'incentivazione al consumo di altri prodotti animali come
carni bianche, latte, latticini e uova: traspare ancora l'ossessione
per il concetto di proteine animali di alta qualità, presente
nelle precedenti edizioni.
Incoraggiato è
soprattutto il consumo di latte (per fortuna scremato) e yogourt.
Infine nessun accenno viene fatto ai
cibi contenenti ogm e poco è detto sugli alimenti biologici e per lo più
in modo ostile, per segnalarne i limiti, che in modo positivo:
strano, per una pubblicazione che punta alla salute, non rilevare che
la pulizia del metodo biologico (assenza di uso di prodotti chimici
di sintesi, compresi i concimi) garantisce livelli molto
minori di residui chimici nei prodotti!
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una
sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi
annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Nessun commento:
Posta un commento