07 aprile 2020

Uscite la nuove Linee guida per una sana alimentazione italiana (2). (20-039)

Uscite la nuove Linee guida per una sana alimentazione italiana (2). (20-039) .
Numerosi gli aspetti negativi presenti nelle Linee Guida (vedi 20-038 per gli aspetti positivi).
Incominciando dalle dimensioni (230 pagine!), che scoraggiano la lettura, soprattutto escludono una fetta molto consistente di popolazione, proprio quella che avrebbe necessità di leggerle.
Un aspetto positivo delle Linee è la netta presa di posizione sulle bevande alcoliche delle quali si sconsiglia il consumo. Purtroppo però alla fine si fa una concessione alle tradizioni locali: si definisce che per una persona sana e giovane può essere tollerato un bicchiere (piccolo, 125 ml) di vino esclusivamente a pasto (quindi due al dì, uno solo al dì per donne e anziani e rigorosamente nessuno al di sotto dei 18 anni).
Se sono tossiche, si doveva avere il coraggio di non consigliarne il consumo, anche perchè la quantità di alcol di tali assunzioni è di ben 20g al giorno (10g per donne e anziani).
Andiamo oltre.
Le Linee guida sottovalutano ampiamente la tossicità dei residui di pesticidi in frutta e verdura; si limitano ad affermare che ogni singolo pesticida che si trova come residuo è al di sotto dei limiti di legge. Soprattutto non prendono in considerazione il cumulo di diversi pesticidi in un singolo prodotto, nè i danni derivanti da piccole assunzioni prolungate nel tempo.
Parimenti si sottovalutano i pericoli per la salute degli additivi alimentari che hanno come unico scopo quello di abbellire o aumentare la durata di un prodotto.
Forse però l'aspetto negativo più inquietante è l'assoluta fiducia (per non dire ammirazione) per i processi tecnologici, che inducono il consumatore a pensare che i prodotti industriali siano gli alimenti migliori possibili. Ne consegue che la responsabilità della cattiva alimentazione (e dell'obesità) sia fatta ricadere interamente sul singolo individuo ('il tuo peso dipende da te'): nessun accenno alle responsabilità dei produttori di cibo nell'offrire prodotti malsani, nè alla loro pubblicità invasiva, che colpisce le categorie più deboli. Citando il testo a pag 30:
" ... occorre sottolineare come anche l'industria alimentare si sia impegnata assumendo sia volontariamente che sotto sollecitazione delle istituzioni, impegni concreti riguardo al miglioramento delle caratteristiche compositive dei prodotti alimentari corredando di un'informazione nutrizionale supplementare le etichette, autoregolamentando la pubblicità, promuovendo e sostenendo campagne di educazione alimentare."

Facile fare dell'ironia sulla pubblicità martellante (quasi sempre con l'uso di bambini come attori) della maggior crema di nocciole del Paese, con una composizione di zucchero e olio assolutamente anti-nutrizionale! È questo l'impegno dell'industria alimentare?
Altri aspetti negativi riguardano l'incentivazione al consumo di altri prodotti animali come carni bianche, latte, latticini e uova: traspare ancora l'ossessione per il concetto di proteine animali di alta qualità, presente nelle precedenti edizioni.
Incoraggiato è soprattutto il consumo di latte (per fortuna scremato) e yogourt.
Infine nessun accenno viene fatto ai cibi contenenti ogm e poco è detto sugli alimenti biologici e per lo più in modo ostile, per segnalarne i limiti, che in modo positivo: strano, per una pubblicazione che punta alla salute, non rilevare che la pulizia del metodo biologico (assenza di uso di prodotti chimici di sintesi, compresi i concimi) garantisce livelli molto minori di residui chimici nei prodotti!


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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