16 marzo 2020

Cambia tutto? (20-031)

Cambia tutto? (20-031)
In questi giorni si sta dicendo che l'emergenza sanitaria da corona virus non finirà certo il 3 di aprile (data del termine delle misure del governo italiano).
Presa come esempio la Cina, ci sono voluti ben 80 giorni di emergenza per portare il numero di nuovi contagiati a poche unità quotidiane (in Italia sono attualmente alcune migliaia). Quindi l'emergenza dovrebbe durare almeno fino a maggio (in Italia, dico). 
E poi?
Non sarà certo finita lì, perchè in Cina i contagiati finora sono stati soltanto 60.000 e dunque tutti gli altri cinesi della provincia messa in isolamento potrebbero essere infettati da altri (cinesi di altre province o stranieri) che vengono da fuori portando con sè il virus. Bisognerà allora chiudere le porte della provincia ad altri arrivi. Fino a quando? Finchè il 60% della popolazione sia entrata in contatto col virus e alla fine abbia prodotto anticorpi. Dunque il pericolo non finirà più, salvo che fra un paio di anni si riesca a trovare un vaccino appropriato.
Il quadro che ne emerge è apocalittico. Perchè prima è toccato a una povincia cinese, poi a Corea, Giappone e Italia e ora all'Europa. E l'India? E il sud America? E l'Africa?
Come dicono gli esperti il virus circolerà per anni. Il fatto è che negli ultimi decenni virus sconosciuti e mortali hanno cominciato a comparire sempre più spesso.
Ci si deve aspettare dunque che le restrizioni continueranno ancora per molto.
Che ne sarà allora della cosiddetta globalizzazione? Della continua movimentazione planetaria di uomini e merci? In sostanza: che ne sarà di questo modello di sviluppo (capitalista, liberista)?
Che ne sarà della smania continua di muoversi, acquistare, produrre merci delle quali non c'è bisogno? Di un pil che deve sempre crescere, senza che nessuno ci spieghi perchè?


Si dirà presto che si perderanno milioni di posti di lavoro, che la produzione languirà, che le borse crolleranno, che l'economia andrà a rotoli.
Siamo convinti che questo modo di far funzionare la terra sia l'unico possibile, perchè distribuisce ricchezza a tutti.
A tutti?
Sono vecchio, non ne posso più di questa retorica preoccupata per finta della sorte dei lavoratori, delle categorie deboli, delle persone reali; preoccupata invece di aumentare a dismisura i propri profitti. Basta col dar continuamente la parola agli economisti: uno Stato non ha come principio di base l'economia, bensì la felicità dei propri cittadini e l'equilibrio dell'ambiente terrestre.
Forse siamo all'inizio di un nuovo periodo, in cui dovremo cominciare a chiederci se un un nuovo mondo sia possibile.


(Che tutto sia retorico lo dice un altro fatto: grande preoccupazione, nel mio Paese, per le vittime da corona virus (finora meno di 2000), mai nessuno che lo confronti coi bambini che muoiono di fame nel mondo, o anche solo coi bambini morti in dieci anni di conflitto in Siria. Valgono meno?)


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016 al 2019, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso. Dal 2019 scrivo una sintesi annuale il 31 dicembre.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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