Solitudine.
(19-149)
Fra
le paure che nutrono i più anziani c'è quella dell'abbandono e
della solitudine.
Lo scrive Enzo Bianchi nel suo libro sulla
vecchiaia, che ho più volte citato (vedi n. 19-142 e seguenti).
È
un sentimento che in questo momento non provo.
Pensando
alla situazione di un monaco (come è Bianchi) lo trovo
comprensibile: anziano e senza famiglia, nè figli, un monaco è
legato soprattutto ai confratelli e agli amici. Questi ultimi però
diventando vecchi si diradano, vuoi per difficoltà di movimento,
vuoi perchè muoiono. E i confratelli mi figuro che siano come dei parenti alla lontana.
Per
me la situazione è ben diversa: ho figli e nipoti. E una compagna.
Più
avanzo nella vecchiaia e più mi rendo conto che vivere in due è una
fortuna; non tanto per l'oggettivo aiuto materiale in molte occasioni
pratiche; bensì perchè la consuetudine quotidiana a un dialogo, a
una interlocuzione, ad accordi e scambi, a piccoli e grandi compromessi di vita, stimola
la psiche.
Vivere
la vecchiaia in coppia è un autentico massaggio
rivitalizzante dello spirito.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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