24 dicembre 2019

La nuora (19-146)

La nuora. (19-146)
Cinque anni fa mio figlio ha trovato una compagna, con la quale ha messo su casa.
Avevo una grande disponibilità nei contronti dei due giovani. Ma anno dopo anno la mia apertura si è ridimensionata. La loro vita ai miei occhi è parsa sempre meno positiva, specialmente quella di mia nuora. Soprattutto per l'atteggiamento poco affettivo nei confronti del primogenito, e per comportamenti che ho giudicato falsi, superficiali e supponenti (a fronte di tanta, tanta ignoranza).
La nostra frequentazione si è ridotta e limitata ai bisogni di accudimento dei due nipotini.
Penso che sia un classico l'incomunicabilità degli anziani con generi e nuore: diversità di età della vita, di abitudini, di formazione, di sensibilità, di valori, eccetera, eccetera.
Non pensavo di caderci dentro anch'io in modo così vistoso.
In una parola: non sopporto mia nuora.

Nei giorni scorsi ho letto il libro di Enzo Bianchi La vita e i giorni (vedi 19-142 e -145).
Uno dei concetti che mi hanno colpito da subito è stato quello che gli anziani devono "mollare la presa". Ritirarsi e lasciare spazio ai giovani. Anzi avere fiducia nei giovani.
Ho deciso che lo farò con mia nuora.
Smetterò di criticarla.
Smetterò di voler vedere soltanto i suoi lati negativi.
Darò credito ai due nuovi genitori, avendo fiducia che faranno del loro meglio.
(Del resto soltanto adesso, da vecchio, mi rendo conto di non essere stato un buon padre.)

(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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