25 gennaio 2019

Ovvietà (19-009)

Ovvietà. (19-009)
Un parente, ancora piuttosto giovane, soffre da anni di mal di stomaco per eccesso di acidità. Recatosi dal medico ha avuto la prescrizione di un farmaco della classe IPP (inibitori della pompa protonica). Farmaco che ha regolarmente assunto a lungo (per anni, a cicli).
Il medico non gli ha chiesto che cosa mangiasse, né gli ha consigliato una dieta adeguata. Solo il farmaco. Che ovviamente non ha risolto la situazione, ma è intervenuto pesantemente nella biochimica della fisiologia dell'organismo.

Da una settimana il mio parente ha deciso di seguire una dieta vegana crudista.
Male sparito dopo appena tre giorni di dieta.
Senza farmaci.
Ci voleva molto?
Non voglio incolpare quel medico: appartiene anch'egli alla nostra società, nella quale l'influenza del cibo sulle patologie è totalmente misconosciuta (anche se essendo medico, qualche domanda su ciò che prescrive dovrebbe farsela).
Eppure talvolta basta provare per qualche giorno e, nelle situazioni più difficili, per tre settimane.

L'influenza del cibo riguarda anche molte altre malattie che non sembrano avere collegamenti con stomaco e intestino. Malattie che esplodono significativamente nella terza età.
Paolo Mainardi, autore del testo Alla ricerca dell'una (medicina) sostiene che un'infiammazione intestinale produce infiammazione in altri organi, a seconda delle differenti vulnerabilità ibndividuali.

Del resto incamerare circa 50 tonnellate di cibo durante una vita di 70 anni, non può lasciare senza conseguenze, se si tratta di cibo non adeguato.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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