Ovvietà. (19-009)
Un parente, ancora piuttosto giovane,
soffre da anni di mal di stomaco per eccesso di acidità. Recatosi
dal medico ha avuto la prescrizione di un farmaco della classe IPP
(inibitori della pompa protonica). Farmaco che ha regolarmente
assunto a lungo (per anni, a cicli).
Il medico non gli ha chiesto che cosa
mangiasse, né gli ha consigliato una dieta adeguata. Solo il
farmaco. Che ovviamente non ha risolto la situazione, ma è
intervenuto pesantemente nella biochimica della fisiologia
dell'organismo.
Da una settimana il mio parente ha
deciso di seguire una dieta vegana crudista.
Male sparito dopo appena tre giorni
di dieta.
Senza farmaci.
Ci voleva molto?
Non voglio incolpare quel medico: appartiene anch'egli alla nostra società, nella quale l'influenza del
cibo sulle patologie è totalmente misconosciuta (anche se essendo
medico, qualche domanda su ciò che prescrive dovrebbe farsela).
Eppure talvolta basta provare per
qualche giorno e, nelle situazioni più difficili, per tre settimane.
L'influenza del cibo riguarda anche
molte altre malattie che non sembrano avere collegamenti con stomaco
e intestino. Malattie che esplodono significativamente nella terza
età.
Paolo Mainardi, autore del testo Alla ricerca dell'una (medicina) sostiene che un'infiammazione intestinale produce infiammazione in altri organi, a seconda delle differenti vulnerabilità ibndividuali.
Del resto incamerare circa 50
tonnellate di cibo durante una vita di 70 anni, non può lasciare
senza conseguenze, se si tratta di cibo non adeguato.
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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