12 ottobre 2018

I Signori del Cibo, libro di Stefano Liberti (18-137)

I Signori del Cibo, libro di Stefano Liberti. (18-137)
In Italia, come in tutto l'occidente, le immigrazioni creano numerosi problemi. Il nuovo governo del mio paese, vi si oppone fieramente, attraverso i respingimenti dei naufraghi. La cosa è di una crudeltà inaudita, che mi ripugna. Ciononostante, mi chiedo anch'io come si potrebbe risolvere il problema, visto che, come si dice, non possiamo accogliere tutti.
Ebbene ho capito che i termini del problema sono ben diversi e spiegabili facilmente.
Ho letto infatti l'ottimo libro di Stefano Liberti I Signori del Cibo, ed. minimum fax (2016).
L'autore racconta la seguente storia a proposito del Ghana (ma anche molte altre di altri paesi), esempio lampante di ciò che sta accadendo.

A metà degli anni '90 (a seguito della creazione dell'organizazione mondiale del commercio) il Fondo Monetario internazionale (Fmi) e la Banca Mondiale (Bm) imposero al governo ghanese i seguenti interventi economici: privatizzazione di beni e servizi, taglio della spesa sociale (e perciò nessun aiuto ai produttori agricoli), rimozione dei dazi doganali. 
In tal modo il Ghana avrebbe avuto accesso a prestiti agevolati.
Così fu fatto e il paese fu letteralmnete invaso da prodotti alimentari provenienti dall'estero, tutti rigorosamente conservati: in sostanza fu invaso da scatolette a basso prezzo e perse il cibo fresco. L'agricoltura ghanese, che produceva il cibo fresco, per esempio pomodori, andò in crisi e molti contadini si trasferirono nelle città, come manodopera abbondante e a basso costo.
I costumi alimentari dei ghanesi cambiarono significativamente.
Le multinazionali occidentali del cibo guadagnarono significativamente.
(En passant: mentre i paesi in via di sviluppo come il Ghana furono costretti a non sovvenzionare più le proprie agricolture, l'Unione Europea continuava a farlo massicciamente, almeno fino al 2007)
Ma c'è di più.
Una parte dei contadini che si riversarono nelle città scelse la via dell'emigrazione. Alcuni per esempio finirono in Italia, in Puglia proprio a raccogliere pomodori, con una paga di 2 o 3 € all'ora, permettendo di mantenere un prezzo basso al prodotto, col quale l'agricoltura ghanese non poteva competere.
Risultato finale: un trasferimento di manodopera ricattabile e a bassissimo costo da un paese, in cui viveva sufficientemente, a un altro in cui vive malissimo al limite della sopravvivenza. Ma ciò consente di mantenere bassi i costi di produzione.

Riassumendo schematicamente:
  1. organizzazioni internazionali (apparentemente neutre, ma create dai paesi economicamente più avanzati) impongono a un paese scelte economico-sociali a danno della popolazione
  2. in tal modo annientano la produzione agricola locale, aprendo la strada alle importazioni di prodotti delle multinazionali del cibo (dei paesi sviluppati, ma spesso transnazionali)
  3. la distruzione dell'agricoltura libera manodopera a bassissimo costo
  4. una parte di tale manodopera emigra verso l'occidente
  5. in occidente lavora in agricoltura per produrre proprio ciò che produceva in patria, ma con paghe bassissime
  6. il basso costo della manodopera permette alle multinazionali del cibo di vendere prodotti a basso costo proprio nei paesi in cui l'agricoltura e stata distrutta dalle organizzazioni mondiali
  7. le multinazionali si arricchiscono
  8. le popolazioni rurali si impoveriscono al di sotto della dignità umana.
Pertanto l'immigrazione è un prodotto necessario di tutto il processo che serve a far fare più profitto alle multinazionali del cibo. Senza l'immigrazione i prodotti costerebbero di più e si venderebbero con più difficoltà nei paesi in via di sviluppo, riducendo i profitti.
L'immigrazione è assolutamente necessaria.  
Soprattutto quella clandestina, più ricattabile e dal costo inferiore.
Inutile opporvisi: è il risultato delle scelte economiche dei capitali finanziari, per far più profitto.


Ringrazio la vecchiaia lunga che mi ha permesso di aprire gli occhi su una questione cruciale del mondo moderno. 
Se fossi morto prima dei miei settant'anni, non l'avrei compreso.




(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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