13 agosto 2018

Adattarsi (18-110)

Adattarsi. (18-110)
Comincio a intravedere i problemi dell'età molto avanzata (mi ci sto avvicinando). Nella quale
l'autonomia diminuisce.

Il proprietario dei terreni sui quali è stato costituito il parco vicino a casa, è un anziano medico che ha superato gli ottanta, da un pezzo. Non l'ho conosciuto nell'età di mezzo, quando aveva un forte ruolo sociale, bensì qualche anno fa, quando ormai era in pensione.
Alto massiccio, lievemente claudicante. Ultimamente non lo vedevo più.
Mi hanno riferito che non riesce più a camminare con sicurezza, neppure con il bastone singolo. Gli hanno proposto il deambulatore, appoggio ben più sicuro dell'incerto bastone. 
Si è rifiutato, categoricamente.
Non sopporta di essere ridotto in quello stato. Preferisce starsene a casa.

La mia vicina novantenne, dopo una caduta notturna durante la quale il marito non è riuscito ad
aiutarla, è alla ricerca di una badante. O meglio è la figlia che gliela sta imponendo, per sua
tranquillità. Fa mille difficoltà per accettare la nuova condizione di persona bisognosa di aiuto
notte e giorno.

Diversamente dai due esempi precedenti, Romano, mio insegnante di vecchiaia, ben prima di diventare dipendente, ha scelto di prendere in casa una badante. Scelta straordinariamente
intelligente e molto previdente.

Dopo gli ottanta bisogna adattarsi. Molte sicurezze vengono meno. Non c'è nulla di vergognoso nel fatto di avere bisogno di aiuto: è nell'ordine naturale delle cose.
Ma molti non si adattano: è un tipico problema psichico dell'età avanzata.




(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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