19 maggio 2018

Se non ora, quando? (18-069)

Se non ora, quando? (18-069)
(Rubo questa frase del Talmud ebraico per piegarla però al mio discorso.)

Da vecchi la nostra struttura psicologica è ormai definita. Quasi cristallizzata.
Rigida.
E così ogni vecchio si muove nella realtà secondo schemi assunti in tutta una vita. 
Spesso secondo schemi legati al modo di sopravvivere senza danno in età infantile e giovanile.
Passati tanti anni, gli schemi resistono, anche se non sono più utili, anzi potrebbero essere dannosi. Diventano automatismi senza nessun legame con le necessità della vita presente.
È che spesso uno non si accorge di ciò.
Così anch'io.
Ho imparato da bambino a evitare i conflitti, a sopportare le offese, costruendo di me un'immagine di buona persona. All'inizio mi serviva, evidentemente. Tutto ciò mi è costato e continua a costarmi.
Oggi ne vale la pena? Tutto è così automatico che non so più dire a che cosa mi serva.
E nelle relazioni mi danneggia: me ne sto accorgendo adesso.
Ho deciso di intervenire. E di esprimere subito i disagi che il comportamento altrui mi procura, senza sopire le mie reazioni.
Voglio proprio vedere che cosa succede.
Sono così vecchio (72 anni), che se non lo faccio adesso non lo farò mai più.
Alla mia età mi son detto: se non ora, quando?


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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