Il
caffè. (17-191)
Amo
il caffè. Un
tempo ne bevevo fino a tre al giorno.
Qualcosa però mi diceva che
non è una bevanda salutare. E così ho cominciato a ridurne la
quantità. Prima due al dì, poi ancora due, ma ristretti.
Quando
ho cominciato ad avere mal di stomaco li ho ridotti a uno al dì.
Alcuni
anni fa ho conosciuto il lavoro dello Iarc (agenzia internazionale
per le ricerche sul cancro). Leggendo i vari gruppi in cui si
dividono le sostanze che possono essere collegate al cancro, ho
scoperto che il caffè è cancerogeno.
Ma
soltanto per il cancro alla prostata.
Poiché
avevo la prostata ingrossata, ho smesso di berne ogni giorno.
Anche
dal punto di vista di una sana alimentazione (secondo i principi che
ho varie volte riportato in questo diario: vedi 17-149, -155, -158, -159) il caffè non può essere
una abitudine quotidiana.
É senz'altro estraneo alla dieta dell'uomo
del paleolitico, per non parlare di quella dei nostri cugini più
prossimi, come le grandi scimmie.
Se
lo si beve, certo non si muore (!), ma l'assunzione quotidiana non è
conforme alla nostra fisiologia.
Vi
ho rinunciato completamente? No.
Mi
limito a berne due o tre alla settimana, per il piacere che dà
questa bevanda.
Ma
quando lo bevo deve essere molto, molto buono.
Che
c'entra la vecchiaia?
C'entra,
perchè è quando si diventa vecchi che i caffè bevuti sono
decisamente troppi.
Tre
caffè al dì probabilmente si sopportano per una trentina d'anni.
Ma
l'organismo non ce la fa più a neutralizzarne gli effetti, se gli
anni di consumo sono 50 o 60.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)
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