Arrabbiarsi.
(17-174)
Nei
primi anni di vecchiaia, mi è capitato più volte di arrabbiarmi per
questioni di traffico. Allora mi ero dato un consiglio: diventare più
saggio e smetterla di avere comportamenti propri dei giovani. Devo
dire che mi sono dato ascolto e non mi sono più arrabbiato
per quel motivo.
Ma
non ho smesso di arrabbiarmi, per altri motivi.
Così
qualche giorno fa parlavo con un buon conoscente, col quale condivido
molti aspetti della cultura e della vita, e il discorso è scivolato
sulle vaccinazioni pediadriche obbligatorie (vedi 17-088), che lui sosteneva a spada tratta.
Mi
sono arrabbiato moltissimo, per i soliti luoghi comuni che emergevano dal suo discorso,
per continuare a chiamare “no vacs” cittadini che non sono
contrari alle vaccinazioni, ma che chiedono di essere più prudenti,
di non vaccinare tutti indiscriminatamente, soprattutto di rimandare
le vaccinazioni e non partire dai tre mesi di vita, e di smetterla di
rendere obbligatoria una prassi che ha a che fare con le libertà di
scelta del cittadino.
Non
entro nel merito della discussione.
Registro
soltanto che mi indigno ancora, per motivi nobili.
Ho
71 anni e ancora non mi ha preso il disinteresse per la società e le
questioni di civiltà.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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